L’intervista è stata realizzata nel corso del
Festival della Scienza di Genova, l’organizzazione mi ha consentito di inviare due domande che sono state poi rivolte al
prof. Edoardo Boncinelli, genetista e professore di Filosofia presso l’
Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Le domande inviate per e-mail il 26 ottobre erano le seguenti:
1) Secondo gli ultimi studi, pubblicati su Nature Geoscience nell’agosto 2011, le prime forme di vita comparvero circa 3,4 miliardi di anni fa, “solo” 400 milioni di anni dopo la fine del bombardamento da meteoriti: ritiene che sia un tempo accettabile per la nascita della vita secondo i meccanismi conosciuti, o ritiene invece che possa essere plausibile l’idea di Francis Crick e Fred Hoyle della “panspermia”?
2) Ritiene che esistano posizioni critiche verso il neodarwinismo che non siano da ricondurre al creazionismo?
L’intervista è stata poi effettuata il 31 ottobre e prontamente riportata sul sito del Festival della Scienza:
http://www.festivalscienzalive.it/site/home/interviste/edoardo-boncinelli.html
I quesiti sono stati da me formulati in quanto rappresentano i punti centrali su cui verte il dibattito sull’origine e l’evoluzione della vita.
Come si può vedere nel filmato il prof. Boncinelli ha cortesemente risposto, ed è sulle sue risposte che vorrei fare alcune riflessioni.
1) Alla prima domanda, quella sull’origine della vita, il prof. Boncinelli risponde con due affermazioni condivisibili:
“la vita è un fenomeno, per così dire, strano, per non dire unico“.
“…o 3 miliardi e mezzo, o 6-7 miliardi, non è che faccia una grande differenza…”
La prima risposta consente di affrontare il tema degli eventi “unici”, sui quali la scienza ha insormontabili difficoltà ad indagare, eventi come il Big Bang da cui ebbe origine l’universo e il “Big Bang biologico” da cui ebbe origine le vita.
Dunque, se l’origine della vita è un fenomeno “strano”, possiamo dunque concordare sul fatto che al riguardo ancora non abbiamo una spiegazione convincente?
E se è “unico” possiamo concordare anche sul fatto che probabilmente non sapremo mai come sono anadte le cose?
In definitiva possiamo dire che non sappiamo come è nata la vita.
La seconda risposta ci permette di concordare col prof. Boncinelli sul fatto che l’idea di Fred Hoyle e Francis Crick (che la vita provenga dallo spazio), non fa altro che spostare il problema in un altro luogo e in un altro tempo, con il solo risultato di sviare l’attenzione da quella che dovrebbe essere invece la risposta: secondo le attuali teorie la vita è un fenomeno inspiegabile.
2) Alla seconda domanda, quella sulla possibilità che un’obiezione alla teoria neo-darwiniana possa non essere considerata “creazionista” il professore ha risposto così:
“è comprensibile che ci siano delle obiezioni, quello che non è comprensibile è che queste obiezioni vengano prese sul serio”
“spero che presto questo farà la fine di chi pensava che la Terra stava ferma e il Sole gli girava intorno, oppure di chi pensava che la Terra fosse piatta”
Purtroppo su questo punto la posizione del prof. Boncinelli è di chiusura.
La prima risposta non è infatti argomentata e si risolve unicamente nel rifiuto tout court di qualunque obiezione, affermando di fatto che il darwinismo è un dogma che non può essere messo in discussione.
E’ curioso poi che il prof. usi la similitudine della contrapposizione tra la teoria tolemaica e quella copernicana per rappresentare l’attuale situazione della teoria darwiniana.
Se esiste una teoria che resiste ostinatamente ad ogni evidenza sfavorevole, negando l’esistenza stessa di obiezioni serie, questa è proprio il neo-darwinismo.
Professore, se ci riflette bene è la teoria di Darwin che oggi occupa il posto di quella tolemaica, non i suoi critici che invece sono nella posizione che fu di Copernico.
E poi… possibile che non abbia letto quel capolavoro di Stephen Jay Gould “I pilastri del tempo”, in cui si racconta di come il falso mito della “Terra piatta” nacque come uno strumento di propaganda anticattolica? Quella della “Terra piatta” è dunque una storia che non dovrebbe essere più ripetuta da uomini di cultura come lei, a meno che non si voglia finire tra quegli “scienziati ignoranti” aspramente criticati dal collega Gilberto Corbellini (anche lui tra l’altro presente a Genova).
Riguardo infine alla teoria darwiniana, e alla negazione di un disegno e di una finalità nell’Universo, il prof. afferma: “devo ammettere che ho dei problemi psicologici ad accettare questo punto di vista”.
Pur comprendendo i problemi a cui si riferisce, facciamo notare al professore che i veri problemi ad accettare la teoria non sono di natura psicologica, ma sono legati alla razionalità.