Apprendo dai giornali che la Giunta provinciale ha varato in pompa magna il “Piano Famiglia”. Incuriosito dalla notizia, io che per natura sono un diffidente, vado a cercarmi il documento ufficiale contenente tutti i provvedimenti previsti. Non perché non mi fidi dei giornali, anzi, ma perché da buon controllone quale sono, voglio proprio vedere se la buona (e lo dico sinceramente) Dalmaso ha saputo cogliere la provocazione, che Dellai fece qualche mese fa dicendo: “I trentini devono fare più figli”. Con non poca fatica, riesco a mettere le mani sul tanto desiderato documento e mi addentro nella lettura di ben 47 pagine. Titolo: Piano degli interventi in materia di politiche familiari 2007-2008. Parto dall’indice e lo leggo tutto d’un fiato fino a pagina 35, poi sono costretto a fermarmi, mi alzo e apro la finestra, devo assolutamente prendere una boccata d’aria altrimenti rischio di ………. comunque per fortuna prendo una boccata d’aria. A pagina 35 c’è l’epifania, la manifestazione completa del Dalmaso-pensiero; è li in questa scarna paginetta che si coglie l’essenza di tutto il documento, la traccia che fa da leit-motiv al pacchetto. Solo li, capisco come ho fatto a leggere 35 pagine tutto d’un fiato senza ricordarmi nulla, senza capire in realtà che cosa introduca il Piano Famiglia, senza capire in che cosa consistano queste 23 azioni attivate. La pagina 35 è la vera pagina illuminante, quella che ti chiarisce il tutto, quella che ti da la chiave di volta interpretativa, il nocciolo del documento, e così come l’ho trovata, voglio riproporla a voi:
6.3 Accordo per iniziative contro la povertà e l’esclusione sociale delle famiglie
L’accordo prevede la realizzazione di misure di supporto e promozione (in aggiunta all’assegnazione del minimo vitale) a favore di nuclei familiari in particolare stato di bisogno, per aiutare singoli componenti e la famiglia nel suo insieme a:
? assumere consapevolezza delle proprie risorse e di quelle specifiche del contesto di appartenenza
? attivarsi con livello adeguato di motivazione per cercare di emergere dalla propria condizione di bisogno
? acquisire crescente autonomia economica e sociale.
Le parti che firmeranno l’accordo, s’impegnano nell’attivazione di azioni congiunte per la promozione delle famiglie in particolare stato di difficoltà per il perseguimento di una serie di obiettivi quali:
? far crescere la responsabilità sociale del singolo cittadino e della comunità attraverso le sue espressioni istituzionali e non;
? coinvolgere più soggetti nella costruzione di una rete di servizi e di risorse, che cooperi sinergicamente e che alimenti processi di sussidiarietà; erogare una misura economica spendibile per consumi alimentari a favore di nuclei familiari in particolare stato di bisogno;
? fare leva sul sostegno economico per attivare in modo costruttivo il beneficiario con il suo bagaglio di risorse e di relazioni;
? agire nell’ottica di promozione di cittadinanza attiva e non di mero assistenzialismo;
? attivare supporti di reti informali (Banche del tempo, …).
Ma la povertà e l’esclusione sociale si combatte con un accordo? Ma alla famiglia povera basterà che nell’accordo sia scritto che lei, la famiglia, deve assumere la consapevolezza delle proprie risorse. Poi c’è scritto, sempre nell’accordo, che deve acquisire crescente autonomia economica e sociale. Ma dai, forse se è povera ed esclusa lo sa benissimo da sola che deve accrescere la propria autonomia economica, ma forse quello che le serve è un aiuto, delle informazioni su come farlo, un sostegno chiaro e concreto con delle azioni precise, magari, tiro ad indovinare un aiuto a trovare un lavoro, o forse, un luogo dove poter lasciare i figli nel pomeriggio, o forse delle informazioni sui benefici dei quali potrebbe godere e per la mancanza di informazioni non ha mai chiesto. Mah ? Forse qualcuno potrebbe pensare che queste indicazioni non possono trovare spazio in un documento di indirizzo, ma allora mi chiedo perché fare un documento di 47 pagine per noi non dire nulla di preciso sugli interventi veri per porre rimedio a situazioni di difficoltà. Spero di essermi sbagliato e che invece il Pacchetto Famiglia possa realmente contribuire a migliorare la situazione di molte famiglie trentine in difficoltà, ma per me la pagina 35 è stata purtroppo illuminante.