Continua da più parti la sollecitazione a rendere obbligatori i vaccini anticovid, almeno per gli ambiti ritenuti più a rischio (sanitari, per esempio). Eppure, i politici, fino a questo momento, non hanno avallato questo passo,
preferendo la via della sensibilizzazione, sensibilizzazione ormai giunta anche a modalità intimidatorie, ma che non si traduce in obbligatorietà formale, ma indiretta sì, purtroppo! Vediamo, a tal riguardo, in Europa e in Italia, sentenze che convalidano sospensioni e licenziamenti di personale sanitario non sottopostosi al trattamento.
Ma, in ogni caso, l’obbligatorietà non è sancita dal Consiglio di Europa, né viene ammessa alcuna forma lecita di condizionamento in tal senso, cosa che, per altro, già spiegammo ampiamente (Marcello Giuliano, Dal “mainstream” al “web” …, in Libertà & Persona, 28 Febbraio 2021 QUI).
La vaccinazione non è obbligatoria!
7.3.1 garantire che i cittadini siano informati che la vaccinazione NON è obbligatoria e che nessuno è politicamente, socialmente o altrimenti sotto pressione per vaccinarsi, se non lo desiderano da soli;
7.3.2 garantire che nessuno sia discriminato per non essere stato vaccinato, a causa di possibili rischi per la salute o per non voler essere vaccinato; …. ( Risoluzione del Consiglio di Europa datata 27 Gennaio 2021 – testo integrale QUI)
Perché la vaccinazione non è obbligatoria?
I vaccini sono stati autorizzati in via eccezionale, non approvati (c’è differenza tra autorizzare ed approvazione)
- La sperimentazione Pfizer terminerebbe a dicembre 2023 (Stefano Sibelja, Italia Oggi, QUI) e i dati saranno pubblici nel 2025 (Start Magazine QUI)
- La sperimentazione Moderna terminerebbe a dicembre 2022 ( “Lo studio in fase III A Study to Evaluate Efficacy, Safety, and Immunogenicity of mRNA-1273 Vaccine in Adults Aged 18 Years and Older to Prevent COVID-19 è iniziato il 14 luglio 2020. Lo studio è progettato per valutare principalmente l’efficacia, la sicurezza e l’immunogenicità di mRNA-1273 per prevenire COVID-19 fino a 2 anni dopo la seconda dose di mRNA-1273″. La sperimentazione potrà dirsi conclusa non prima di 24 mesi dall’avvio della stessa).
- La sperimentazione Johnson & Johnson terminerebbe a febbraio 2023 (cf Sito della Johnson & Johnson QUI)
- La sperimentazione AstraZeneca terminerebbe il 14 febbraio 2023 (ANSA QUI)
Prima delle date previste (e non confermabili con assolutezza) ognuno di questi farmaci é in fase sperimentale su volontari. Ovviamente, nessun “volonrario” può essere reso tale per legge. Ecco perché è illogico ed ingiusto esigere leggi obbliganti al vaccino e ricattare sul piano morale e sociale ed economico chi non volesse sottoporsi alla vaccinazione.
L’autorizzazione speciale alla sperimentazione su esseri umani, poi, avviene in via eccezionale ed emergenziale a patto che lo Stato sia sollevato da ogni resposnabilità circa eventi infausti per i pazienti che vi si sottopongano, i quali devono firmare di essere consapevoli della sperimentazione e rinunciare a rivalersi su chiunque in ordine ad eventuali danni subiti dall’assunzione del “vaccino”.
Qual è la scelta dello Stato della Città del Vaticano?
La vaccinazione è volontaria, ma un decreto del Presidente della Pontificia Commissione dello Stato della Città del Vaticano, Card. Giuseppe Bertello, prevede per i dipendenti, che non si sottoponessero al vaccino (messo a disposizione di tutti i lavoratori dello Stato) fino al demansionamento per chi non può farlo per ragioni di salute, con il mantenimento dello stipendio della mansione precedente.
Per chi si rifiuta “senza comprovate ragioni di salute” il decreto rinvia ad una legge vaticana del 2011, che prevede, per chi non si sottoponesse ad accertamenti sanitari d’ufficio, “conseguenze di diverso grado, che possono giungere fino alla interruzione del rapporto di lavoro”. (Cf ANSA QUI)
E’ utile comprendere in quale relazione si ponga tale decisione con quanto affermato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, Nota sulla moralità dell’uso di alcuni vaccini anti-Covid-19, approvata da Sua Santità Papa Francesco nell’ Udienza concessa in data 17 dicembre 2020 e che al n. 5 dichiara:
… appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria. In ogni caso, dal punto di vista etico, la moralità della vaccinazione dipende non soltanto dal dovere di tutela della propria salute, ma anche da quello del perseguimento del bene comune. Bene che, in assenza di altri mezzi per arrestare o anche solo per prevenire l’epidemia, può raccomandare la vaccinazione, specialmente a tutela dei più deboli ed esposti.
Ora, stante che “appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria” e che, esistono ormai terapie che funzionano assai bene nel contenimento delle infezioni derivate dall’aver contratto il virus, come si può esigere una obbligatorietà, sia pure al fine del bene comune e della tutela della propria salute, allorché anche ogni stato si esime da responsabilità in casi di esiti infausti per il paziente? Non è un caso se gli Stati non vogliono assumersi alcuna responsabilità, né, tanto meno, le ditte farmaceutiche!
La decisione in materia, da parte dello Stato della Città del Vaticano, non implica direttamente un pronunciamento né della Congregazione per la Dottrina della Fede, né del Santo Padre (a titolo personale favorevole alla vaccinazione), nè una dichiarazione in materia morale, ma non ci si può non chiedere in che misura tale decisione si accordi in questo caso con il principio morale.
La decisione di legge assunta dallo Stato della Città del Vaticano sembra non tenere abbastanza conto del fatto che i propri dipendenti, comunque, adottino le diverse misure protettive richieste e che, allo stato degli studi, le infezioni da Covid 19-Sars 2 sono ben fronteggiabili se la malattia sia opportunamente curata, mentre non si è a conoscenza delle conseguenze dei predetti vaccini a medio e lungo termine. Per la verità si avanzano dubbi anche sul breve termine, vedi anche quanto stanno dicendo a “Non è l’arena” di La7 da parte della Prof.ssa Gismondi -Direttore Struttura Complessa – Microbiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze – Medico dell’ASST Fatebenefratelli Sacco, Milano- in presenza del Viceministro della Salute Dr. Sileri. La decisione desta quesiti indipendentemente dal fatto che detti vaccini siano prodotti eticamente o meno (questione dei derivati dai feti uccisi a scopo sperimentale).
Ma la parola del Papa non è vincolante?
La parola del Papa è vincolante quando non è un’opinione di natura personale e lo è per livelli diversi a seconda della natura oggettiva della materia e della solennità dell’atto. Ciò è confermato dalla dottrina costante della Chiesa (CCC, 891 e CJC 751) e dal comportamento dei Sommi Pontefici. Vedasi, al riguardo, per esempio, quanto scrisse e pubblicò Papa Benedetto XVI nella Premessa ai suoi tre volumi del Gesù di Nazaret:
Non ho di sicuro bisogno di dire espressamente che questo libro (in tre volumi) non è in alcun modo un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del “volto del Signore”. Perciò ognuno è libero di contraddirmi. Chiedo solo alle lettrici e ai lettori quell’anticipo di simpatia senza il quale non c’è alcuna comprensione. (Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret, LEV-Rizzoli, Città del Vaticano 2007, Milano 2007, vol. I, 20).
In tal senso, e solo in tal senso, vanno accolte le utili considerazioni del sacerdote Don Giorgio Ghio, che spiegano bene questa materia e che si riferiscono ad un’intervista rilasciata dal Santo Padre, che, in quel caso, assume un punto di vista personale e al quale va tutta la nostra “simpatia senza la quale non c’è alcuna comprensione” (vedi sopra) a motivo della sua sollecitudine. Tuttavia, quella specifica opinione non ci chiede alcun vincolo di obbedienza dottrinale. Preciso, poi, che qui Don Ghio si riferisce ai vaccini prodotti con materiale biologico, materiale il cui utilizzo, al momento, può comportare rischi fortissimi (vedi l’intervista alla genetista francese Alexandra Henrion-Caude in Marcello Giuliano, Dal “mainstream” al “web”… , in Libertà & Persona, 28 Febbraio 2021 QUI). Altresì, va ricordato che tali materiali genetici, spesso connaturati in modo strutturale alle pratiche abortive, implicano questioni di natura morale grave (vedi Nota della Congregazione della Dottrina della Fede, prima citata, e la Conferenza Episcopale Americana), sia sul piano del rispetto della vita che sul piano dell’abuso di potere politico ed economico.
QUI
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