Parlano i ‘Medici di famiglia’ e i pazienti curati a casa. Come vincono il Covid 19.

Il Dott. Mario Giordano invita a Fuori dal Coro, nella puntata del 02.02.2021, il Dr. Andrea Mangiagalli,
il Prof. Luigi Cavanna e molti altri medici e pazienti guariti a casa.

“Fuori dal Coro” rompe il silenzio

Da alcune settimane, la trasmissione Fuori dal Coro di Rete 4, -in molti casi attaccata per taluni tratti personali del

Conduttore Dott. Mario Giordano, ritenuti a volte aggressivi, si sta occupando di come sono stati curati i malati con e per Covid 19 e di cosa non si è fatto, ma si sarebbe potuto fare. Il Dott. Mario Giordano è un giornalista d’inchiesta sicuramente ottimo, ma cosa ha scoperto? Secondo il Conduttore e i collaboratori alle sue inchieste si sarebbero potuti evitare moltissimi morti applicando quel normale protocollo, da sempre conosciuto, alla cui base sta il Giuramento di Ippocrate che qui mi sento di ricordare:

Ippocrate Padre dei Medici

Ippocrate, padre dei medici, era mosso da un sentimento di riconoscenza e solidarietà protettiva verso chi gli aveva trasmesso l’arte, che è arte di curare. Lo riteneva addirittura un Padre. Ciò rappresenta un grande sentimento e principio di cura!

Riteneva, Ippocrate, anche di non dover recar danno al paziente e di entrare nelle case per recare sollievo. Questo l’impegno solenne del Giuramento classico in quelle parti che qui ci interessano.

Il Protocollo dell’ISS e delle altre autorità sanitarie

Ma il protocollo diffuso dall’ISS (Istituto Superiore di Sanità), e da altri organismi sanitari competenti durante la cosiddetta pandemia non ancora conlcusa, era ed è di non visittare. Suggerito solo di parlare con il paziente per telefono indicando l’assunzione di paracetamolo nonché di attendere l’evoluzione dei sintomi.

Ma una visita non si basa solo su sintomi soggettivi, ma su segni oggettivi, che in diversi casi sono rilevabili e ben valutabili solo visitando il paziente.

Non sono un medico, ma perchè parlo?

Non sono un medico, ma un insegnante, e, avendo cura della mia come dell’altrui salute, ritengo di dover riflettere con rigore logico e informato sulle circostanze e condizioni di cura o di abbandono di un paziente.

Fino a non molti anni fa, se si fosse telefonato al medico e gli si fosse chiesta una prescrizione e diagnosi a distanza, sarebbe stato risposto con un diniego. Occorreva, invece, recarsi in ambulatorio o che il medico venisse a casa a visitare, come è ovvio che sia.

Ma il Medico di famiglia fu tramutato, in tempi nemmeno troppo recenti, in Medico di base, quasi un funzionario ‘ricettaro’, passatemi il termine. Questa la scelta dei politici, non certo dei medici, troppo spesso incriminati anche dall’opinione pubblica, tal quale che gli insegnanti e i dipendenti pubblici in genere, che invece, in moltissimi casi, svolgono il loro dovere con costanza!

Miracoli della comunicazione a distanza

Se oggi la comunicazione a distanza, in talune emergenze, può salvare delle vite, essa resta l’eccezione, che conferma la regola.

Ma vediamo le ancor più forti parole del Nuovo Giuramento.

I doveri del medico

In base al nuovo Giuramento, il Medico esercita in libertà e indipendenza di giudizio e comportamento. Nessuno può impedirgli di andare dai pazienti, in nessun caso! Ma le disposizioni diramate indicavano indirettamente il contrario. Conseguentemente, molti medici, ligi all’obbedienza, che è pure un principio serio, si sono in molti casi attenuti a queste disposizioni, assistendo quasi impotenti e costernati.

Ma dopo le prime settimane di ‘pandemia’, alcuni medici, poi sempre più numerosi, e ora numerosissimi ed organizzati in associazioni, vedendo la mortalità e l’affanno inevitabilmente ingeneratosi negli ospedali, decisero di intervenire a monte dei primi sintomi, recandosi nelle case e visitando. Negli ospedali, in genere, si lavorò con spirito di sacrificio e competenza. Ma i pazienti giungevano là già troppo gravi!

Nella trasmissione questa scelta viene definita una felice intuizione, ma, più semplicemente, è il comportamento di ogni medico libero di operare.

Fuori dal Coro, puntata del 02.02.2021 – ascoltiamo dal minuto 51.40 ca.!
(QUI)

Dopo un anno, il protocollo non è stato riformato

Troppo spesso ci si arrende e si manca di fantasia. Certo, le prime settimane i medici non avrebbero potuto agire molto meglio di quanto effettivamente poterono fare, ma, passato il primo disorientamento, sarebbe stato necessario che l’ISS rivedesse il protocollo iniziale. Invece, siamo ad un anno dopo e nulla, nelle alte sfere sembra essere ancora cambiato. Invece si è continuato a caricare di responsabilità e fatica gli ospedali, come ben sappiamo! Ma moti medici, a tutolo personale, o orgabnizzati in associazioni, poi fecero comunque e indipendentemente da un protocollo che ormai si rivelava miope.

Medici di famiglia ed Ospedali insieme

I mezzi di informazione più noti, non sembre ben informati, hanno continuato ad amplificare il terrore, quando, invece, nel silenzio e nell’umiltà, molti medici già guarivano un gran numero di pazienti a casa, con farmaci convenzionali in dotazione da almeno trent’anni. Non si trattava di per sé di trattare pazienti meno gravi, ma pazienti visitati prima che divenissero gravi, intervenendo fin dall’inizio, come accadrà ora con l’utilizzo dei farmaci monoclonali a breve in dotazione anche in Italia (notizia di poche ore fa). Questo intervento sarà possibile nella collaborazione stretta tra ospedali e Medici di famiglia, come li voglio chiamare.

Testimonianza di un amico

Un amico, non potendo usufruire di visita a domicilio per suo figlio, di poco maggiorenne, ed a casa a scopo preventivo per sintomi influenzali ancora non gravi (alla fine non di Covid 19), sapendo utilizzare un poco lo stetoscopio, fece quello che tante volte aveva provato da paziente, fin da piccolo. Auscultò i suoi polmoni, non per presunzione, ma per coscienza e amore di padre. Non rilevò, nella sua pochezza, alcun rumore insolito ai polmoni, e così attese in quei giorni in modo più sereno.

Ma non credo che dovremmo munirci tutti di uno stetoscopio, anche se spesso nelle case c’è, solo che si possieda un apparecchio pressorio di tipo tradizionale. Ma questo è il modo di agire: auscultare i polmoni.

Medici volonterosi e coraggiosi (non solo verso il Covid, ma verso i loro superiori) fecero e stanno facendo proprio questo. Vanno dai pazienti e auscultano i polmoni. Se riscontrano il crepitio tipico della polmonite, subito avviano la terapia adeguata e, in poche settimane, il paziente guarisce bene con poca spesa e serenità. Essi ridanno speranza!

Molti ospedali facevano qualcosa di simile

Va anche detto, e nella trasmissione non è stato forse ben evidenziato, ma sottinteso, che gli stessi ospedali rimandavano a casa molti pazienti meno gravi non solo per mancanza di posti, ma perché allorché giungevano li visitavano e, riscontrando che potenvano tornare al proprio domicilio con una cura appropriata, li dimettevano molto opportunamente.Ma a casa i medici non c’erano e gli ospedali hanno dovuto mantenere, con ulteriori fatiche, un filo diretto con i pazienti.

Quindi, non stiamo dicendo né noi, né i Medici di Fuori dal Coro, nulla di strano, di nuovo, o di spettacolo da baraccone, come qualcuno ha osato dire, certo con affrettata superficialità.

Cosa potrei fare?

Come mi comporterei io, se fossi nel caso di quel mio amico? Prenderei in mano lo stetoscopio e farei del mio meglio per avvisare tempestivamente della situazione un medico disponibile. Va bene la prudenza, ma … quando i cavalli mancano anche gli asini trottano.

Credo di aver detto abbastanza come comune cittadino con un compito educativo. Passo ora la parola ai nostri specialisti, perché non ci sono solo quelli del Governo. Governo, grazie, ma non puoi fare tutto!

Cari Dott. Mario Giordano e Collaboratori e Cari Medici di famiglia e di Ospedale, cari Pazienti e familiari,

GRAZIE!

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Autore: Marcello Giuliano

Nato a Brescia nel 1957, vive a Romano di Lombardia (BG). Dopo aver conseguito il Baccelierato in Teologia nel 1984 presso il Pontificio Ateneo Antonianum di Roma e il Diploma di Educatore Professionale nel 2001, ha lavorato numerosi anni nel sociale. Insegnante di Religione Cattolica nella Scuola Primaria in Provincia e Diocesi di Bergamo, collabora ai cammini di discernimento per persone separate, divorziate, risposate ed è formatore per gli Insegnanti di religione Cattolica per conto della stessa Diocesi. Scrive sulle riviste online Libertà & Persona e Agorà Irc prevalentemente con articoli inerenti la lettura simbolica dell’arte ed il campo educativo. Per Mimep-Docete ha pubblicato Dalla vita alla fede, dalla fede alla vita. Camminando con le famiglie ferite (2017); In collaborazione con Padre Gianmarco Arrigoni, O. F. M. Conv., ha curato il libro Mio Signore e mio Dio! (Gv 20, 28). La forza del dolore salvifico. Percorsi nella Santità e nell’arte, (2020). Ancora con Padre Gianmarco Arrigoni O. F. M. Conv., Non è qui, è Risorto! Mimep-Docete, Marzo 2024.

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