Perché Avvenire parla di famiglie omosessuali e dice che hanno figli?

di Don Gabriele Mangiarotti.

Pubblichiamo la lettera inviata da don Gabriele Mangiarotti (culturacattolica.it) al direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio e mai pubblicata sul quotidiano dei vescovi.

Egregio Direttore,

ma dove stiamo andando con il giornale che dovrebbe dare voce ai cattolici desiderosi di seguire il Magistero della Chiesa? Soprattutto in quel campo così sotto attacco che è la famiglia?

Perché si trovano articoli, con sempre maggiore frequenza, che creano confusione riguardo all’insegnamento cattolico su ciò che papa Francesco, in continuità con quanto costantemente abbiamo imparato dal catechismo, definisce famiglia, in modo univoco, come quella realtà costituita dal rapporto d’amore tra un uomo e una donna?

Perché il suo giornale riporta questa notizia: «Alle ore 12 di questa mattina, 16 giugno 2018, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione del Forum delle Associazioni Familiari in occasione del 25° anniversario della nascita dell’attività associativa» e poi di seguito queste affermazioni chiarissime del pontefice: «Poi oggi – fa male dirlo – si parla di famiglie “diversificate”: diversi tipi di famiglia. Sì, è vero che la parola “famiglia” è una parola analogica, perché si parla della “famiglia” delle stelle, delle “famiglie” degli alberi, delle “famiglie” degli animali… è una parola analogica. Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola…»?

E allora perché poi, Direttore, permette a un suo giornalista di pubblicare questa intervista a colui che dovrebbe essere il maggiore interprete dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia (vista la carica che ricopre) confondendo le relazioni «omogenitoriali» con quella che è l’unica forma di famiglia?

Infatti oggi, 29 dicembre 2019, ho trovato questo articolo su Avvenire: «Ufficio Cei per la famiglia. Vianelli: «Risposte nuove nell’Anno dell’Amoris laetitia»

Luciano Moia martedì 29 dicembre 2020

Dai percorsi per i fidanzati, ai divorziati, alle COPPIE OMOGENITORIALI. Parla Il direttore dell’Ufficio Cei…»

«Ma anche qui servono competenze allargate che non si possono improvvisare. Come anche per l’accompagnamento dei figli delle persone separate o, con difficoltà ancora maggiori, a quelli che provengono da FAMIGLIE OMOGENITORIALI. «La pastorale evidentemente – fa notare padre Vianelli – non può lasciare indietro nessuno. Ma è certo che queste situazioni vanno seguite con prudenza e delicatezza. Se è vero che tutti i bambini sono uguali, e a tutti va dedicata la stessa attenzione, è anche vero che non tutte le SITUAZIONI FAMILIARI vanno messe sullo stesso piano. Ma, soprattutto nel caso delle FAMIGLIE OMOGENITORIALI, le questioni da tenere presenti sono tante e molto, molto complesse». Accogliere vuol dire mettere da parte lo stile di vita dei genitori?» [https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/la-societ-ci-chiede-risposte-nuove-nellanno-dedicato-allamoris-laetitia]

Siccome non è la prima volta che il suo giornale si discosta dall’insegnamento della Chiesa su Matrimonio e famiglia, sempre con articoli di Luciano Moia, mi chiedo che cosa si sta aspettando per correggere queste affermazioni contraddittorie, che creano non poca confusione nelle menti dei fedeli cattolici. Non sarebbe ora di fare piazza pulita di chi infanga l’insegnamento del Signore e della Chiesa, ritornando alla chiarezza dell’insegnamento che i papi (e soprattutto quel Papa che Francesco ha definito il «Papa della famiglia») hanno costantemente riproposto?

Del resto, ogni volta che celebro l’Eucaristia, pronuncio con fede queste parole: «Noi te l’offriamo [il sacrificio eucaristico] anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell’unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa Francesco, il nostro Vescovo… e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli».

Penso che tra coloro che «custodiscono la fede cattolica trasmessa dagli apostoli» si debbano giustamente considerare coloro che hanno il compito di comunicare, nel variegato mondo della stampa e dei social networks, le notizie «orientati a rendere ancor più esplicita e interessante la natura e la missione di una voce originale e di un coraggioso giornale di informazione e di idee.» (così vi presentate sul vostro sito)

In sostanza devono essere chiare con estrema fermezza due cose:

– non esistono assolutamente “famiglie omogenitoriali”, ma coppie omosessuali a cui non compete mai e in nessun modo il titolo di ‘famiglia’; bisogna quindi rifiutarsi sempre di usare il termine famiglia per queste ‘coppie’;

– queste coppie non hanno “figli”, né naturali né adottivi, perché uno è figlio di un padre e di una madre, naturali o adottivi; bisognerebbe invece dire a gran voce che i fanciulli che sono stati consegnati forzatamente dallo Stato a queste coppie sono vittime di una iniquità gravissima e inaccettabile: come possiamo dormire sonni tranquilli mentre dei poveri fanciulli sono costretti a farsi ‘amare’ da due uomini (24 ore al giorno)?

Grazie per l’attenzione, sperando di non dovere essere costretto a non più diffondere Avvenire nelle Chiese in cui sono Parroco.

Don Gabriele Mangiarotti

30 dicembre, 2020

Fonte: Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân

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