Messa di Mezzanotte sì, Messa di Mezzanotte no. Il dictat giunge dalla onnipotente Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen.
A suo dire, la Messa di Mezzanotte sarebbe un evidentemente problema per la salute. Forse, potrebbe esserlo la Messa di Mezzanotte seguita dal panettone, magari al freddo; potrebbe causare una congestione! Ma la Messa di Mezzanotte non sembra possa diffondere il Covid 19, e comunque, non più di altra situazione ritenuta necessaria. Ma la Presidente ha invitato i governi nazionali a sospendere questa Messa non necessaria.
Il Governo italiano l’ha, invece, confermata. Nell’uno e nell’altro caso, si tratta di un’ ingerenza di poteri esterni alla Chiesa in questioni specificamente legate al culto. Non sta né all’Europa -inesistente sul piano politico- né al Governo italiano. Tanto più che, in nessuna chiesa, si è fino ad oggi sviluppato un focolaio Covid 19. Le chiese sono, infatti, i luoghi più autocontrollati, che possiamo immaginare e verificare.
Il Governo Italiano, però, tiene a mantenere accordi con la Chiesa Italiana e viceversa. Sicché, la Chiesa Italiana ha accettato di favorire la mediazione modificando l’orario, come per altre situazioni verificatesi negli scorsi mesi.
E’ altresì vero che, come non è liturgico seguire la messa on line, così anche la Messa di Mezzanotte, lungi da essere una mera tradizione umana, riveste un carattere profondamente simbolico nella guerra tra luce e tenebre, che non può essere pienamente manifestata nelle altre messe, se si voglia restare all’intreno di una corretta economia dei segni. Pensiamo, in vero, anche alla Messa dell’Aurora e a quella del Giorno. Che dovrebbero fare, d’altro canto, i fedeli di Nigeria, o India, o di altre zone della terra, ove celebrare il Natale, e a qualunque ora, significa rischiare la morte?
Tuttavia, mentre la mortificazione della pastorale sacramentale ecclesiale è un danno, che nell’ assenza può ricordare ai cuori sensibili il grande valore di ciò a cui eravano troppo “abituati”, contestualmente, anche l’uomo non credente, o non praticante, rischia di perdere quegli spazi di umanità che venivano garantiti anche dal Natale. E ciò non dovrebbe lasciare indifferenti nessuno.
Nel ringraziare il Dio trascendente, che nel Natale manifesta la sua vicinanza all’uomo, non manchiamo di vivere momenti evidenti di comunione, ricordando che prima di rispondere agli uomini del mondo, anche per il loro bene dobbiamo rispondere a Dio (Preziosa a tal riguardo, in particolare, la prima parte della riflessione di Padre Livio Fanzaga nella trasmissione di Giovedì 3 Dicembre 2020 qui).
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