di Bernardino Ferrero.
Non c’è da stupirsi. Sappiamo tutti quali sono le posizioni del M5S e del Pd con l’aggiunta della truppa di Leu (esiste ancora?) in materia di quelli che un tempo venivano definiti “principi non negoziabili”. Per questo, era chiaro sin dall’inizio che dal governo giallo-rosso-rosso sui temi etici non possiamo attenderci nulla di buono. E leggendo la lista dei ministri del governo Conte bis le conferme arrivano tutte: Vincenzo Spadafora, ministro della gioventù e dello sport; Elena Bonetti, ministra per la famiglia; Roberto Speranza, ministro della sanità.
Vincenzo Spadafora non ha tanto bisogno di presentazioni. E’ noto alle cronache politiche per essere uno degli strenui sostenitori delle battaglie Lgbt. Basta scorrere, anche velocemente, la sua bacheca Fb per rendersi conto di quale sia il punto focale della sua azione politica. Non a caso, da sottosegretario con delega alle Pari Opportunità ha istituito il “Tavolo di consultazione permanente per la promozione dei diritti e la tutela delle persone Lgbt”. Insomma, non proprio uno qualunque.
E c’è da scommettere che anche con le nuove deleghe sicuramente troverà il modo per portare avanti il suo “programma”.
Se alcuni sono rimasti sollevati dal fatto che non abbia occupato la casella del ministero della famiglia, a ben vedere la neo ministra per le politiche familiari e le pari opportunità non è poi tanto distante dalle posizioni di Spadafora. La renziana Elena Bonetti, nota per di più per essere stata ai vertici degli scout Agesci, è stata una sostenitrice delle unioni civili. E, stando a quanto riporta La Repubblica, avrebbe sottoscritto un documento che chiedeva alla Chiesa di aprirsi alle unioni omosessuali. Anche qui il buongiorno si vede dal mattino.
E, dulcis in fundo (si fa per dire), Roberto Speranza di Leu. Ora più che il lucano Speranza qui il problema è proprio Leu, dove un tempo militava una certa Laura Boldrini, partito – se si può ancora definire tale – acerrimo sostenitore dei diritti Lgbt, dell’eutanasia, dell’accoglienza incondizionata e chi più ne ha più ne metta. E vuoi che loro, pur di farsi notare e sentire nel nuovo esecutivo, dove sono rappresentati solo da Speranza, non imbastiscano battaglie a favore dei cosiddetti “nuovi diritti”? Certo che si.
Ecco perché, ora più che mai l’agenda dettata da Monica Cirinnà qualche giorno fa ha la strada spianata: “Ci sono alcuni temi sui quali si può senza dubbio ipotizzare un lavoro comune in Parlamento coi 5 Stelle. Penso ad una legge contro l’omotransfobia. Ma penso anche al fine vita, alla legalizzazione delle droghe leggere, al matrimonio egualitario, alla omogenitorialità e alla riforma delle adozioni per tutte e tutti. Adesso abbiamo di fronte una pagina bianca e un nuovo percorso da avviare”. C’è da crederci che ora più che mai ci si adopererà per fare tutto questo, se non altro per dare vita alle solite battaglie bandiera di sinistra. Ma si sa, il vento può cambiare rapidamente. Intanto ora si va in trincea.
Fonte: l’Occidentale