Parlando del Congresso mondiale della famiglia il cardinal Bassetti ha suonato una musica: la piazza inneggiante ai matrimoni gay, all’utero in affitto, all’aborto, sarebbe paragonabile a quella, senza slogan di partito, senza insulti, senza blasfemia, dei pro family e pro vita. Entrambe le piazze sarebbero ugualmente sbagliate.
Equazione strana, che però è contraddittoria rispetto alle posizioni espresse in passato dal cardinale.
Il quale ha avuto modo, nel 2016, non solo di difendere il Family day del 2007, contro i Dico, ma addirittura di schierarsi per il Family day del 2016, convocato contro la legge Cirinnà e il gender. Nel 2016 Bassetti applaudiva il Comitato difendiamo i nostri figli.
Perchè oggi, invece, denigra e contrasta, come un Cecchi Paone qualsiasi, il Congresso mondiale della famiglia, promosso dalle stesse persone, e secondo i medesimi principi, che guidarono il Family day del 2016?
Difficile proporre una risposta logica e razionale.
Rimane una sola ipotesi: Bassetti è stato costretto ad adeguarsi alla linea pro LGBT e filo PD che proviene da Roma?
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