Mentre si avvia al quinto (!) anno il commissariamento dei Frati Francescani dell’Immacolata, senza che si veda per ora una possibile soluzione a questa straordinaria vicenda, che resterà insieme ad altri atti di imperio al limite dell’arbitrio (vedi Ordine di Malta) come una delle macchie su questo Pontificato, c’è da registrare un fatto importante, nel castello di accuse e diffamazioni che hanno avvelenato questa storia.
Loredana Volpi, la nipote del primo commissario, padre Fidenzio Volpi, coautrice insieme con Mario Castellano del libro “Verità e giustizia per padre Fidenzio Volpi. Una oscura vicenda nel Pontificato di Papa Francesco” ha ammesso di aver scritto cose non provate e di contenuto diffamatorio nei confronti dei responsabili delle associazioni di laici che sostengono i Francescani dell’Immacolata e padre Stefano Manelli, che ha compiuto 85 anni ed è ancora in “reclusione” ordinata dal Vaticano.
Nel libro scritto insieme a Mario Castellano (appoggiato nel suo ruolo di consulente del defunto Commissario Volpi da Padre Alfonso Bruno, uno dei principali oppositori e accusatori di Padre Stefano Maria Manelli, il capo della fronda che ha cercato di impadronirsi del governo dell’istituto religioso), si diceva: “…in realtà l’Istituto è stato utilizzato come prestanome dalla camorra: i due nuovi Rappresentanti delle Associazioni già ricordate Rocco Alfonso Saviano e Claudio Circelli sono noti alle forze di polizia, e in particolare all’Antimafia, come sospetti camorristi, ed il loro tenore di vita risulta troppo ostentatamente elevato per essere sostenibile con le entrate che essi dichiarano…”.
I rappresentanti delle Associazioni, Saviano e Circelli, hanno sporto querela penale nei confronti degli autori. La Volpi, fra l’altro, era riuscita a farsi ricevere dal Pontefice regnante e a consegnargli una copia del libro. Per evitare che la denuncia penale continuasse il suo corso, con evidenti pesanti conseguenze, Loredana Volpi ha deciso di arrivare a una transazione con le persone offese. La Volpi si è impegnata ad inviare la lettera di scuse, che verrà pubblicata anche sui giornali “Il Mattino” e “Repubblica”, e che verrà inviata al Pontefice, al quale la Volpi ha consegnato una copia del libro contenente le affermazioni in questione.
Nella lettera Loredana Volpi presenta “formali scuse” per gli epiteti e i termini utilizzati nel libro. “È assolutamente certo che le frasi utilizzate…non avevano ragione d’essere, perché non vere, e, per questo motivo, devono considerarsi gratuite ed assolutamente ingiustificate. Alla luce di tutto quanto sopra, Le rinnovo formali scuse per la deplorevole ed ingiustificata condotta assunta nei suoi riguardi e la informo che trasmetterò la presente… agli organi di stampa pubblicandola anche su internet affinché ne sia data adeguata diffusione in riparazione del danno inferto”.
In cambio le persone danneggiate hanno ritirato la querela penale.
Ancora una volta non si può fare a meno di notare come il Commissariamento, per cui non è mai stata fornita al pubblico una chiara motivazione (il primo commissario accennava a una “deriva lefevbriana”), che ha devastato una congregazione fiorente di vocazioni, sia stato accompagnato da una massa di insinuazioni, “rivelazioni” di ex vecchie di decenni, accuse non provate, e per cui la magistratura ha prescritto l’archiviazione; oltre auna mole straordinaria di aggressioni verbali e insinuazioni diffamatorie (comprese quelle verso i giornalisti perplessi o decisamente critici dell’operazione) che può stupire solo chi voglia ignorare i risvolti economici della vicenda. Il Vaticano – e i frati frondaioli – hanno cercato di mettere le mani sui beni dei FFI, ma sono stati frustrati dall’intervento della magistratura. Il Pontefice ha impedito che il ramo femminile dell’Istituto, anch’esso commissariato, non si sa perché, ottenesse giustizia dalla Segnatura Apostolica, bloccando in maniera autocratica il ricorso presentato dalle religiose. Una brutta storia all’interno di una brutta storia. Di cui ancora non si vede la fine. La transazione appena compiuta, relativa alle accuse contenute nel libro, di cui è coautore un personaggio molto attivo contro padre Manelli, non può non gettare un’ombra pesante sulla credibilità del partito della fronda.
FFI. LA GRANDE ACCUSATRICE OFFRE SCUSE FORMALI: HA SCRITTO “COSE NON VERE” SUI LAICI.