Il responsabile della comunicazione vaticana, cui Bergoglio ha affidato un insieme di poteri inauditi, ha dato le dimissioni. Anzi no: anche le dimissioni sono in parte false, come tutta la gestione della famosa lettera.
Ma cosa scriveva solo due mesi fa, Monsignor Viganò sulle fake news?
Leggiamolo:
«Le fake news sono uno degli elementi che avvelenano le relazioni. Sono notizie dal sapore veritiero, ma di fatto infondate, parziali, quando non addirittura false. Nelle fake news il problema non è la non veridicità, che è molto evidente, ma la verosimiglianza».
«Si fa fatica a riconoscere le fake news perché hanno una fisionomia mimetica – continua Viganò – è la dinamica del male che si presenta sempre come un bene facilmente raggiungibile. L’efficacia drammatica di questo genere di contenuti sta proprio nel mascherare la propria falsità, nel sembrare plausibili per alcuni, agendo su competenze, attese, pregiudizi radicati all’interno di gruppi sociali più o meno ampi».
«Le false notizie, di fatto, nascono dal pregiudizio e dall’incapacità di ascolto», dice sempre Viganò, «la comunicazione non è solo trasmissione di notizie: è disponibilità, arricchimento reciproco, relazione. Solo con un cuore libero e capace di ascolto attento e rispettoso, la comunicazione può costruire ponti, occasioni di pace senza infingimenti. Tutto questo ci esorta a non arrenderci nella ricerca e nella propagazione della verità, soprattutto nell’educazione dei giovani».
« … le “fake news” diventeranno sempre più sofisticate e ambigue e riguarderanno sempre più fortemente foto e video…»
da Avvenire: https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/vigano-e-maffei-su-messaggio-giornata-comunicazioni-sociali