Nei giorni 16 e 17 novembre 2017, si è tenuto in Vaticano il Meeting Regionale Europeo della “World Medical Association” sulle questioni del “fine-vita”, organizzato unitamente alla Pontificia Accademia per la Vita, che è guidata da Mons. Vincenzo Paglia dal 15 agosto 2016, quando papa Francesco lo ha nominato presidente dell’Accademia conferendogli anche il titolo di Gran Cancelliere del “Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia”. Da allora, la Pontificia Accademia per la Vita non ha mancato di suscitare ripetutamente sconcerto e scandalo tra i cattolici e i pro-life italiani e del mondo, l’ultimo dei quali riguarda proprio il meeting di novembre 2017.
La nota agenzia d’informazione pro-life: LifeNews.com, scrive[1] che all’evento sulle questioni del fine-vita, “organizzato dalla Pontificia Accademia per la Vita del Vaticano, dalla World Medical Association e dalla German Medical Association”, è stata invitata “un’attivista pro-aborto appartenente a Planned Parenthood”, il colosso degli aborti americano, “sollevando ulteriori domande sull’impegno dei leader della Chiesa cattolica alla questione del diritto alla vita”.
LifeNews riporta un articolo del sito di notizie canadese Canada Free Press, il quale ha segnalato “che numerosi oratori hanno promosso idee contrarie agli insegnamenti della Chiesa su aborto ed eutanasia, tra i quali la dottoressa Yvonne Gilli, che guida il consiglio direttivo della ‘Sexual Health Switzerland’ che fa parte della International Planned Parenthood Federation”. L’agenzia canadese osserva che l’Organizzazione guidata dalla Gilli “fornisce consulenze alle donne su come ottenere aborti” e che “la dottoressa, ginecologa ed esponente politico del Partito Verde, ha dato il suo contributo in due dibattiti nell’ambito del meeting, uno sul tema ‘Preparare il terreno: tre prospettive sulle questioni del fine-vita’ e un altro sull’argomento: ‘È necessario cambiare politica?’”.
Canada Free Press scrive inoltre che “tra i relatori vi era anche René Héman, promotore dell’eutanasia, che guida l’organizzazione dei medici olandesi Royal Dutch Medical Association, favorevole all’eutanasia; e Ralf Jox, un professore alla Ludwig Maximilian University di Monaco, il quale ha pubblicamente proposto la legalizzazione del ‘suicidio assistito responsabile’ come mezzo per ‘proteggere la vita’”.
LifeNews osserva che la Chiesa cattolica è sempre stata nel mondo uno dei principali sostenitori dei diritti dei bambini non nati, e ha sempre insegnato che “tutte le vite umane, dal concepimento alla morte naturale, sono preziose e meritevoli di protezione”, tuttavia “eventi come questi fanno sì che alcuni cattolici inizino a dubitare dell’impegno verso la sacralità della vita da parte di alcuni leader della Chiesa”.
Gli effetti di queste scelte si fanno sentire anche nella società. Da noi, l’abortista Emma Bonino viene invitata a pontificare in chiesa, mentre casi analoghi si verificano anche in America.
LifeNews scrive che lo scorso agosto, “un’arcidiocesi cattolica della California ha permesso a una parlamentare abortista statunitense di parlare a un evento organizzato nei locali della Cattedrale di Nostra Signora degli Angeli, nonostante l’opposizione degli attivisti pro-life”.
All’inizio dell’estate, la medesima arcidiocesi aveva scandalizzato gli attivisti pro-life “affittando uno dei suoi locali per una conferenza che aveva tra i relatori protagonisti due dirigenti dell’azienda leader nel business degli aborti Planned Parenthood”. Allora – scrive LifeNews – “l’arcidiocesi aveva reagito al clamore suscitato facendo in modo che l’evento abortista fosse spostato al di fuori della proprietà della chiesa”.
Inoltre, conclude LifeNews, “in tutti gli Stati Uniti, i college e le università cattoliche sono finiti sotto attacco per permettere agli attivisti dell’aborto e ai gruppi pro-aborto di promuovere nei campus i loro programmi di distruzione della vita”. E la Pontificia Accademia per la Vita cosa fa? Invece di promuovere la difesa della vita e difendere le università cattoliche e le chiese dagli assalti contro la vita, invita noti attivisti abortisti a parlare in Vaticano dando non solo un pessimo esempio, ma anche legittimando quegli attacchi.
Tutte le scelte discutibili di monsignor Paglia
Quella di novembre è solo l’ultima di una lunga serie di scelte discutibili fatte da Mons. Paglia, in qualità di presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Tra i suoi primi atti figura la modifica dello statuto dell’Accademia, dal quale il monsignore ha eliminato la Congregazione per la dottrina della fede dagli organismi vaticani con i quali l’Accademia doveva cooperare, inserendo nel direttivo il preside del Pontificio istituto Giovanni Paolo II per studi su Matrimonio e Famiglia, il cui gran cancelliere è sempre lui medesimo, Paglia, come notavamo all’inizio.
Paglia ha poi eliminato dallo statuto l’obbligo, preciso e vincolante, per i nuovi membri ordinari, di sottoscrivere l’“Attestazione dei servitori della vita”, sostituendolo con una generica promozione dei “principi circa il valore della vita e della dignità della persona umana”.
Tra una modifica e l’altra, il 17 febbraio 2017 monsignor Paglia ha pensato bene di elogiare il leader del partito Radicale, Marco Pannella, instancabile promotore dell’aborto, del divorzio, del matrimonio omosessuale, dell’eutanasia e della legalizzazione delle droghe, suscitando l’indignazione di diversi gruppi cattolici e pro-life che hanno chiesto (senza successo) che il monsignore fosse rimosso dagli incarichi per “palese indegnità a presiedere la Pontifica Accademia per la Vita e di fungere da cancelliere dell’Istituto Giovanni Paolo II per la famiglia”.
Paglia, rimasto tranquillamento al suo posto, ha continuando l’azione di smantellamento della Pontificia Accademia per la Vita, così come l’aveva voluta Giovanni Paolo II, provvedendo a cancellare il seminario internazionale del 2 marzo 2017 – già programmato, con tanto di relatori e temi assegnati – per il trentesimo anniversario della Donum Vitae, il documento pubblicato dall’allora cardinale prefetto Ratzinger, con l’esplicita approvazione di papa Giovanni Paolo II, avente come argomento “Il rispetto della vita umana nascente e la dignità della procreazione”. Il monsignore ha quindi fissato un nuovo seminario per il 5-6 ottobre 2017 attribuendogli il tema più vago di “Accompagnare la vita. Nuove responsabilità nell’era tecnologica”.
L’ultimo scandalo suscitato da Paglia, prima del meeting di novembre, riguarda le nomine dei nuovi membri dell’Accademia pro-vita, resi pubblici a giugno 2017, tra i quali figurano il professore abortista Nigel Biggar (una nomina che ha creato sconcerto anche presso famosi siti pro-life come www.lifesitenews.com, vedi QUI e QUI) e la professoressa Katarina Le Blanc, che realizza ricerche che utilizzano embrioni provenienti da procedure di fecondazione in vitro e cellule staminali derivanti da bambini abortiti (QUI l’articolo della Church Militant).
Insomma, da quando Paglia è stato eletto presidente, ogni mese che passa vi è sempre meno vita all’Accademia Pontificia per la Vita.
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[1] Micaiah Bilger, “Vatican co-hosts event with Planned Parenthood board member, euthanasia advocates”, www.lifenews.com, 22 novembre 2017.
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