Il dibattito sulla regolamentazione della prostituzione, la Lega e il voto cattolico

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La proposta di Matteo Salvini  riguardo alla «regolamentazione e tassazione della prostituzione» e alla riapertura delle cosiddette «case chiuse» sta facendo discutere. Essa sembra, soprattutto ai sostenitori del Popolo della Famiglia -impegnato più che mai in una crociata contro il centro destra (non essendovi alcuna possibilità per quel partito di pescare a sinistra) e contro le posizioni di Massimo Gandolfini (di cui si vuole delegittimare persona ed operato )- l’argomento più spendibile contro la Lega e la tentazione di molti cattolici di votare quel partito.

Non è possibile per un cattolico votare la Lega, che vuole la riapertura delle case chiuse!“: questo lo slogan che tanto piace al Popolo della Famiglia, dimentico delle frequentazioni assidue, proprio con Lega e leghisti, di molti suoi dirigenti, sino a pochi mesi orsono.

Al di là degli slogan e delle strumentalizzazioni politiche, la situazione è assai più complessa. Anzitutto perchè siamo già di fronte ad una legalizzazione de facto della prostituzione: le nostre città sono, in alcuni luoghi, dei bordelli a cielo aperto dove accade di tutto, senza alcun intervento dello Stato. Di più: assistiamo all’espolosione della prostituzione di donne immigrate, per lo più nigeriane, spesso minorenni, costrette ad una vita indegna dai loro magnaccia e dall’ “accoglientissimo” Stato italiano.

Siamo tutti sicuri che un controllo più stretto su tutto ciò non favorirebbe una riduzione del fenomeno?

Certamente, si può discutere. Si possono certamente trovare argomentazioni a favore e argomentazioni contrarie.

Quello che invece sembra impossibile è dichiarare con assoluta e dogmatica sicurezza che “un cattolico non può votare chi sostiene regolamentazione e tassazione della prostituzione”.

Perchè? Anzitutto per un semplice motivo realistico: chi vota un partito, non solo da oggi, sceglie spesso quello che per lui è il bene maggiore possibile, non il bene assoluto. Il partito perfetto non esiste, non è mai esistito: c’è solo quando è nella fantasia, e quando è composto da così poche persone da essere inesistente.

 

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Giancarlo Giorgetti. Già nel 2002 L’Espresso lo inseriva, con molti altri leghisti, nel “Partito pro life d’Italia”, sostendo che “la linea del partito di Umberto Bossi è diventata la più procattolica di tutto lo schieramento di governo”;  “L´Espresso” n. 18 del 2 maggio 2002).

La Lega (come Fratelli d’Italia o Idea) offre alcune garanzie che per un cattolico sono importanti: è contraria ai matrimoni gay e al gender; non ha mai spinto in direzione del nichilismo sinistro (si ricordi che Salvini ha due vice cattolici come Lorenzo Fontana e Giancarlo Giorgetti, già relatore della legge 40 che nel 2004 vietò fecondazione terologa, utero in affitto e sperimentazione sugli embrioni); lotta per legittima difesa della perosna e del paese, contro l’islamizzazione auspicata dalla sinistra…

In secondo luogo perchè sul tema la Chiesa non ha una posizione certa e condivisa. Basti pensare al fatto che per secoli, mentre lottava per ridurre il fenomeno, incoraggiando il matrimonio delle prostitute, o costruendo case di accoglienza, regolamentava e tassava i bordelli, rifacendosi alle posizioni di sant’Agostino e san Tommaso.

Per Agostino, infatti, “la meretrice assolve nel mondo alla stessa funzione della sentina nella nave e della cloaca nel palazzo. Se tu toglierai la sentina o la cloaca, riempirai di fetore la nave e il palazzo. Se tu toglierai le meretrici dal mondo, lo riempirai di sodomia“.

Per Tommaso “la meretrice, anche ora, deve esser permessa, cioè deve essere tollerata nella città per evitare un peggior male come la sodomia, l’adulterio o altri simili misfatti. Perché è decisione appropriata del sapiente legislatore permettere le trasgressioni minori per evitare quelle più gravi, e, nei regimi umani, coloro che governano tollerano giustamente qualche male al fine che non ne capitino di peggiori“.
Nella storia ci sono stati pontefici che, nello Stato pontificio, hanno cercato di eradicare il fenomeno, ed altri che invece, ritenendolo impossibile, hanno preferito regolamentarlo, controllarlo, tassarlo e così arginarlo, spesso sollevando una pubblica condanna più dei clienti che delle prostitute stesse.

terragniIn questo post Marina Terragni, femminista del Pd, ricorda che la Lega ha nel programma l’utero in affitto come reato universale

Nè Agostino, che peraltro ha pure cambiato idea nella sua vita, nè Tommaso, nè i pontefici citati hanno mai potuto dire una parola definitiva e certa.

E’ dunque evidente che la frase “un cattolico non può votare Lega perchè la Lega vuole riaprire le case chiuse” è tanto perentoria quanto infondata.

Anche perchè, nel caso si dovesse concludere moralmente contro tale regolamentazione, rimane il fatto che un partito che abbia un programma integralmente cattolico non c’è, non c’è mai stato, e non ci sarebbe neppure se fosse guidato da cardinali.

E quand’anche vi fosse, con qualche vera opportunità di pur minima riuscita, dovrebbe comunque allearsi con qualcuno (l’idea che 20 auspicati deputati assolutamente “puri” e ortodossi possano guidare un parlamento di 1000 membri, è assolutamente irrealistica).

Un’ultima considerazione politica: sbaglia Salvini a fare tanto rumore su un tema così controverso e discutibile, ma è chiaro a tutti che un’ eventuale governo con la Lega non significherebbe affatto il successo della tesi di Salvini sulle case chiuse: gli alleati sono contrari, ed è evidente che, ad oggi, l’opzione case chiuse non ha vere possibilità di successo.

 

Nella foto in alto, Matteo Salvini e Lorenzo Fontana. Sotto: Fontana e Ettore Gotti Tedeschi

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Sotto: Alessandro Pagano, che con Eugenia Roccella ha costituito il bastione contro la legge Scalfarotto alla Camera, promette battaglia sul biotestamento

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Autore: Libertà e Persona

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