Articolo redatto da Liberté politique – 8 settembre 2017
Henri de Saint-Bon, scrittore e grande conoscitore dell’islam, molto noto a Liberté politique, ha appena scritto una lettera a papa Francesco per esprimergli il suo smarrimento. Ecco il contenuto della sua lettera.
Santo Padre,
Appoggiandomi sul diritto comune, mi permetto di esprimere molto rispettosamente a Vostra Santità il mio smarrimento di fronte alle Sue recenti dichiarazioni sull’immigrazione e l’Europa.
È perché esse, in effetti, hanno urtato il cattolico praticante e impegnato, come io mi ritengo, e ferito molto profondamente i francesi fieri della loro nazione, che sento il dovere, come ogni cittadino, di difendere e di proteggere.
La mia intima convinzione è che le sue dichiarazioni:
- fanno strame del concetto di nazione come elemento costitutivo naturale di ogni società.
Ora: Dio ha voluto privilegiare un popolo, il popolo di Israele;
San Paolo inviando lettere agli abitanti di Tessalonica, di Colossi o di Corinto, le ha considerate come comunità;
qualche anno fa S.S Giovanni Paolo II glorificava la Francia, definendola «figlia amata della Chiesa»;
- ora, un certo disprezzo dell’Europa, che in 2000 anni di storia ha donato tenti e tanti santi;
- incoraggiando gli Africani a sradicarsi – con tutti i drammi umani che ne derivano – fa sì che esse creino un richiamo innegabile ad inserirsi con forza nel midollo dei paesi da loro scelti.
Per quanto riguarda la carità, essa è dovuta, mi pare, allo straniero DI PASSAGGIO O TEMPORANEO. Ma non sapevo che consistesse nel dar da mangiare e da bere in modo duraturo a colui che si introduce a casa vostra per effrazione, e che vi impone le sue leggi. Che cosa farà Vostra Santità quando dei migranti verranno ad installarsi, contro il Suo volere, anche all’interno del Vaticano, o all’interno di Casa Santa Marta, e Le imporranno la costruzione di una moschea e l’osservanza del ramadan? Certo, non tutti i migranti sono musulmani, ma molti lo sono con la volontà alla lunga, di imporre l’islam in Europa.
Ad ogni modo, mai nessuno dei nostri testi sacri ha incoraggiato delle popolazioni a andare a installarsi in casa d’altri e a imporre le proprie leggi. Cristo non ha mai prescritto a chiunque di venire ad abitare a Nazareth. Al contrario, Dio ha favorito il ritorno del popolo di Israele alla propria casa, per quanto avesse trovato casa in Egitto, o deportato in Babilonia. Giova forse ricordare che l’enciclica Rerum Novarum qualificava come nocivi i trasferimenti di popolazioni?
In fine, il Catechismo della Chiesa Cattolica, precisa nel suo paragrafo 2241, che: «L’immigrato è tenuto a rispettare con riconoscenza il patrimonio materiale e spirituale del paese che lo accoglie, a obbedire alle sue leggi, e a contribuire col suo lavoro». Dispiace che Vostra Santità non l’abbia ricordato.
Voglia gradire, Santo Padre, l’assicurazione della mia più alta considerazione e dei miei più rispettosi e figliali sentimenti.
Possa questa lettera contribuire a far riflettere il Santo Padre sulle incalcolabili conseguenze delle sue prese di posizione.
François Billot de Lochner
Presidente della Fondazione di Service politique, di Liberté politique e di France Audace
Fonte: http://www.libertepolitique.com/Actualite/Editorial/Lettre-a-Francois
Traduzione di Claudio Forti