Le mani di Soros sul mercato italiano

soros

di Roberto Vivaldelli.

Dall’immigrazione di massa al mercato finanziario, l’interesse di George Soros per il nostro Paese è totale.

***************

George Soros mette le mani sul mercato italiano. Il magnate e speculatore finanziario ungherese naturalizzato americano, che con un patrimonio personale di 24,9 miliardi di dollari risulta essere tra le trenta persone più ricche del pianeta, è pronto a investire nel nostro Paese. Lo riporta Milano Finanza in un’analisi dettagliata a cura di Andrea Montanari.  Non è affatto casuale, dunque, la visita di stamane del presidente della «Open Society Foundations» a Palazzo Chigi, dove ha incontrato il Presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni.

Il magnate valuta varie opzioni di investimento

Secondo quando riporta Milano Finanza, Soros «avrebbe chiesto allo staff del suo gruppo d’investimento, e in particolare a Shanin Vallée, uno studio approfondito sull’Italia, non solo dal punto di vista finanziario, economico e industriale ma anche politico. Lo scopo? Valutare eventuali investimenti, diretti o indiretti, a medio-lungo termine, sul mercato locale. Soros del resto non solo opera a titolo personale o con la propria struttura, ma è fondatore di Quantum Group of funds e, soprattutto, advisor di Blackrock, uno dei colossi dell’investimento made in Usa, particolarmente esposto sull’Italia, avendo partecipazioni per quasi 2 miliardi nel sistema bancario». Soros valuta dunque tutte le possibilità d’investimento che un Paese, che fa fatica a uscire dall’impasse di una crisi economica cominciata nel 2008, può dargli.

Il nuovo interesse per il nostro Paese

Perché il gruppo di Soros è interessato a investire in Italia? L’instabilità politica e le attuali condizioni economiche e finanziare del nostro Paese sono favorevoli ai grandi gruppi d’investimento. La svendita delle aziende italiane, in grande difficoltà per via della crisi, rappresentano un’occasione troppo ghiotta: «La vulnerabilità del sistema industriale nazionale ha permesso a tanti gruppi di portata globale di fare acquisizioni a prezzi a volte vantaggiosi – rileva Montanari -. Non va poi trascurato il tema dei crediti deteriorati (350 miliardi lordi), il cui ammontare è tra i più alti del Vecchio Continente, che sta attirando l’attenzione dei fondi speculativi e non solo di quelli di grandi dimensioni.

Il consulente in Italia di Soros avrebbe completato il report sul nostro mercato e sul sistema bancario, dopo aver avuto contatti diretti il governo Gentiloni. Da qui si spiega facilmente l’incontro di ieri con il premier a Palazzo Chigi. I suoi rapporti con le forze «progressiste», anche nel nostro Paese, sono ottimali.

La speculazione ai danni della lira: correva l’anno 1992

La speculazione finanziaria, dopotutto, lo ha reso uno degli uomini più ricchi al mondo. Soros divenne famoso in Italia durante il cosiddetto «mercoledì nero» del 16 settembre 1992, quando la lira italiana e la sterlina inglese furono costrette ad uscire dal Sistema Monetario Europeo (SME) a seguito di una speculazione finanziaria da lui condotta attraverso il fondo Quantum: operazione che lo stesso Soros non ha mai rinnegato e della quale non si è mai pentito. Quel giorno lo «squalo» della finanza vendette lire allo scoperto comprando dollari, e ciò costrinse la Banca d’Italia a vendere 48 miliardi di dollari di riserve per sostenere il cambio, portando a una svalutazione della nostra moneta del 30%.

Dopo questa sua «impresa» ricevette persino la laurea ad honoris causa dell’Università di Bologna nel 1995 su spinta dell’ex premier e amico di vecchia data Romano Prodi.

L’uomo che finanzia l’invasione dell’Italia e le ONG

Dopo l’attività speculativa, Soros si è riciclato in veste di «filantropo» globalista e promotore della «società aperta». E’ lui a finanziare alcune delle ONG che operano nel Mediterraneo: «Ho deciso di destinare 500 milioni per investimenti che rispondano alle esigenze di migranti, rifugiati e comunità ospitanti – annunciava il milionario ottantaseienne dalle pagine del Wall Street Journal lo scorso 20 settembre – «voglio investire in start-up, aziende già create, iniziative sociali e attività fondate dagli stessi migranti e rifugiati. Verranno presi in considerazione buoni progetti di investimenti che potranno favorire migranti in tutto il mondo». Dall’immigrazione di massa al mercato finanziario, l’interesse di George Soros per il nostro Paese è totale.

Fonte

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *