Le droghe e il caso dell’Islanda

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Come evitare che i giovani cadano nel tunnel delle droghe e delle sostanze d’abuso? È una domanda difficile che trova risposte non univoche e spesso cozza contro preconcetti ideologici, ma in un piccolo paese d’Europa se la sono posta e hanno trovato una risposta. Si tratta dell’Islanda, paese con poco più di trecento mila abitanti nel quale, forse è più facile portare avanti esperimenti di “massa”, ma che, comunque, ha combattuto e vinto la battaglia contro le dipendenze. In venti anni

è riuscita dove nessun altro paese è riuscito, o, forse, neanche ha voluto provare ad uscire. L’agenzia Agi a firma di Sonia Montrella riporta uno studio pubblicato su Mosaic Science, un magazine britannico che si dedica all’esplorazione delle scienze della vita.

L’Islanda era il paese col maggior numero di adolescenti che, in percentuale, erano abituati allo sballo da alcool e da droghe. Dal 1998 al 2016 le percentuali sono crollate e il grafico qui sotto testimonia l’incredibile risultato.

Un miracolo? No, è stato applicato un programma, Youth in Iceland, caratterizzato da un mix di divieti, incremento di attività sportive e di rapporti tra genitori e scuole. In questo programma era inserito anche una sorta di coprifuoco: i ragazzi dai 13 ai 16 anni a casa entro le 22 d’inverno e mezzanotte d’estate. Programma che riconosce come suo ideatore Harvey B. Milkman, psicologo americano che adesso insegna all’Università di Reykjavik, che ha seguito per più di venti anni gli adolescenti dell’isola ed è testimone del successo ottenuto.

Il programma applicato è centrato su poche e semplici iniziative: promuovere attività ricreative alternative, rinforzare i legami familiari aumentando il tempo passato in famiglia, ampliare esperienze culturali e attività sotto la supervisione di adulti. Portando avanti queste iniziative si sono ottenuti grandi risultati.

Negli Stati Uniti, nonostante i programmi di prevenzione l’abuso di sostanze come alcool, tabacco e marijuana/hashish continua a crescere.

In Islanda si è cercato anche di allontanare il più possibile il primo “drink” vietando gli alcoolici fino a 18 anni.

È un programma ripetibile anche in altre nazioni? Milkman pensa di sì se si coinvolgono le comunità e la classe politica e se si comprende per quale motivo gli adolescenti cadono nel tunnel delle sostanze d’abuso. Dalla lezione islandese viene fuori prepotentemente l’importanza della centralità della famiglia che, se presente, è un forte antidoto contro lo sballo giovanile.

 

Fonti

http://www.agi.it/estero/2017/01/24/news/islanda_droghe_alcol_abuso_soluzione_sport-1404316/

http://www.huffingtonpost.com/harvey-b-milkman-phd/iceland-succeeds-at-rever_b_9892758.html

https://mosaicscience.com/story/iceland-prevent-teen-substance-abuse

 

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