I Dubia formulati da 4 cardinali stanno suscitando forti reazioni. Qualcuno, più realista del re, chiede addirittura di togliere la berretta cardinalizia ai rei di tale presunta colpa.
In verità che i cardinali possano rivolgersi al Papa per chiedere un chiarimento riguardo ad una materia controversa non è affatto strano. Fa parte di una normalissima dialettica all’interno della Chiesa. Dove oggi si parla tantissimo di dialogo, di sinodalità, di collegialità, ma senza che alle parole seguano i fatti. Anzi, i fatti sembrano andare nel senso opposto, se è vero come è vero che personaggi come padre Antonio Spadaro (così come altri che godono oggi di un certo potere) possono impunemente insultare 4 cardinali che sono stati, tra le altre cose, tra i più intimi di Giovanni Paolo II (Caffarra era il suo teologo morale) e di Benedetto XVI (Burke e Brandmueller sono stati tra i suoi più vicini amici ed intimi collaboratori).
Non si vuole qui entrare nel merito dei Dubia, che sono già sufficientemente chiari, e che meriterebbero almeno la stessa attenzione che il pontefice dedica a Martin Scorsese, Leonardo Di Caprio, Roberto Benigni, Eugenio Scalfari, il signor Facebook e tanti altri, attori e uomini di mondo, che vengono accolti e ricevuti molto volentieri a santa Marta, al posto di vescovi e cardinali che chiedono da mesi un appuntamento senza ottenerlo.
Si vuole solo ricordare, a quanti cercano di demonizzare i 4 cardinali, che il Sinodo che, a loro dire, avrebbe già “parlato”, è stato tutto tranne che un evento corretto, chiaro, limpido…
Sarà utile ricordare brevemente cosa è accaduto dunque, in quel sinodo in due tempi.
Partendo da quanto ebbe a dire il cardinale sudafricano Wilfrid Fox Napier , durante il Sinodo del 2015, riguardo alle manipolazioni avvenute al Sinodo del 2014:
Qui un documento per ricordare:
il sinodo manipolato