Terrorismo islamico: 10 domande ai cultori del multiculturalismo

Dopo l’attentato di Nizza e la drammatica vicenda sul treno tedesco molte sono le persone che invitano i cristiani, e più in generale gli occidentali, a non alzare i toni dello scontro, come se investire centinaia di persone con un tir o colpire a con un’ascia passeggeri inermi su un treno sia ormai una normalità da accettare. A queste persone vorrei porre dieci domande.

  1. Se la risposta agli attentati terroristici è rappresentata dal dialogo (costruiamo ponti e non muri) a favore dell’integrazione, come la mettiamo se dall’altra parte l’esigenza dell’integrazione non è una priorità?

  2. Se la risposta è l’integrazione, come poterla mettere in atto senza la condivisione dei principi fondamentali della dignità della persona, della figura femminile e della libertà di pensiero?

  3. Se la violenza a cui assistiamo ormai quotidianamente, che arriva da ogni parte del mondo dove la religione islamica è di fatto, al potere, in quale realtà si può parlare realisticamente di Islam moderato?

  4. Nella maggior parte dei paesi islamici vige la Shari’a (la durissima legge islamica), come si concilia questo con l’idea che la maggior parte degli islamici professi una religione di pace?

  5. Diversi esponenti dell’Islam moderato stanno applaudendo la politica punitiva messa in campo da Erdogan dopo il fallito golpe. Come si può ancora considerare la Turchia un paese “quasi” europeo?

  6. Visto che il Corano è Parola di Dio in senso letterale (a differenza della Bibbia che è scritta nel linguaggio umano e quindi imperfetto) come giudicare non corrispondenti alla fede in Allah (o addirittura anacronistiche!) quelle sure in cui si invitano i fedeli islamici ad uccidere gli infedeli e a sottomettere le donne?

  7. Nelle varie biografie antiche di Maometto (nonché negli Hadith, i detti e i fatti della vita del Profeta, testo normativo in molti paesi islamici) si parla del suo rapporto con le giovani spose e con la violenza utilizzata per conquistare il potere. Maometto è per gli islamici modello di perfezione di vita come Gesù Cristo per i cristiani. Come riuscire a conciliare due fondatori di religioni così distanti?

  8. Del patrimonio lasciatoci in eredità dal Cristianesimo (nonostante quello che predica la pseudo-cultura di massa dura a morire) oggi in ambito accademico non dubita più nessuno. Ospedali, scienza, innovazioni tecnologiche, principi legali, dignità della persona e della donna, sono solo alcune delle sue importanti eredità. Possiamo dire altrettanto del mondo islamico?

  9. Pensate davvero che sia possibile integrare una cultura così differente da quella occidentale (plasmata in larga parte dal Cristianesimo) dopo decenni di politiche multiculturali che tanto hanno investito in questa direzione? Se si in che modo agire ancora?

  10. Infine un’ultima domanda. Chi propone come soluzione la laicizzazione dell’Islam, la nascita (come alcuni hanno prospettato) di un “Islam europero”, è sicuro di non tradire la vera religione islamica millenaria, così come il Profeta l’ha annunciata al mondo e così come essa è cresciuta nei secoli?

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