Papa Francesco ha detto che quella in atto non è una guerra di religione, e che “tutte le religioni sono per la pace”.
In che senso questa non è una guerra di religione?
Certamente in un primo senso: gli europei non sono più, da tempo, cristiani, per cui non possono fare guerre di religione.
Le recenti guerre in Irak, Libia… sono state tutte guerre di potere, come sostiene il papa.
Forse, forse, le guerre di religione non sono mai esistite.
La guerra tra irlandesi e inglesi nasce nel medioevo, prima della divisione religiosa, e non è dunque di religione: è per un territorio. Il fatto che poi gli irlandesi siano rimasti cattolici e gli inglesi siano diventati anglicani, non ha determinato lo scontro, semmai ha contribuito a differenziare ancora di più i contendenti.
La guerra tra palestinesi ed ebrei non è una guerra di religione: è nata per un territorio.
Le cosidette guerre di religione dell’età moderna in Europa non sono nate per motivi religiosi, per il semplice fatto che i principi tedeschi che hanno sposato il luteranesimo lo hanno fatto per potere: i principi-vescovi per sganciarsi da Roma, i principi per sganciarsi dall’imperatore, principi e principi vescovi, per incamerare i beni ecclesiastici e raddoppiare il loro potere… La religione è stata talora un pretesto, talora un motivo in più per combattersi.
Quella di oggi cosa è?
Anzitutto bisognerebbe dire una cosa: il cristianesimo non è una religione, nello stesso senso in cui lo è l’Islam.
Utilizzando la parola “religione” per indicare cose diversissime, si fa confusione.
L’Islam è una religione politica, non conosce la distinzione tra temporale e spirituale, propria del cristianesimo.
Adora un Dio lontano, non un Dio con noi; un Dio assoluto, non un Dio incarnato; un Dio vincitore, non un Dio sconfitto; un Dio che giudica e che punisce soltanto, non un Dio che si immola per gli uomini, per salvarli … Neppure l’uomo è la stessa cosa, per islamici e cristiani.
Questo significa, tra le altre cose, che quando gli islamici combattono, in nome della Guerra santa, che è un preciso dovere, sono mossi da motivazioni religioso-politiche ad un tempo.
Conquistare terra all’Islam (e non anime a Dio), è il loro dovere.
Quindi per molti di loro questa è una guerra di religione, nel senso che è una guerra dell’Islam contro l’Occidente, spesso identificato, erroneamente, con il Cristianesimo tout court.
Una guerra che certo è stata in parte provocata dalle guerre inique promosse in particolare dagli Usa negli ultimi 20 anni. Ma una guerra che già gli islamici portavano ai cristiani in vari paesi, ad esempio in Africa (ieri in Sudan, oggi in Nigeria, dove i cristiani vengono uccisi con attentati terroristici continui da Boko Haram, e non ci sono state guerre Usa), in Arabia Saudita….
L’Occidente ha i suoi idoli in nome dei quali fa le guerre: il nazionalismo, il denaro, il potere, i mercati…
L’Islam le ha sempre fatte per espandersi, ed anche oggi, quindi, risponde con Maometto, profeta armato, e con la guerra santa.
Di mezzo ci vanno anche i sacerdoti come padre Jacques, che nulla c’entrano con l’Occidente idolatra e nulla c’entrano con l’Islam guerriero.
Detto questo, va chiarito che l’Islam non è mai stata una “religione di pace”.
Il papa, quando dice che tutte le religioni sono religioni di pace, va contro l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa che ha sempre parlato di una “vera pace”, quella di Cristo (“Vi lascio la pace, vi do la mia pace...”; ma il papa stesso ha dichiarato, in altra occasione, che “la pace è una persona, Cristo”).
E va contro la storia.
Solo il Vangelo insegna ad amare i propri nemici, a perdonare a coloro che ci perseguitano. Se tutte le religioni sono portatrici di pace, che senso avrebbe l’Incarnazione di Cristo? Prima di Cristo ci sono religioni di guerra: Marte, Thor e Odino…
Dopo Cristo, l’Islam, e il Corano, che insegna a maledire i miscredenti, a soggiogarli, ad ucciderli, in numerose sure.
Il Corano, è intessuto di passi violenti contro gli infedeli: “vi è prescritta la guerra, anche se non vi piace” (Cor. 2, 216). “Combattete per la causa di Dio quelli che vi combattono (…) Uccideteli dunque ovunque li troviate e scacciateli da dove hanno scacciato voi” (Cor. 2,190-191); “Uccidete gli idolatri ovunque li troviate, fateli prigionieri, assediateli e combatteteli con ogni genere di tranelli” (Cor. 9,5); “Profeta! Lotta contro gli infedeli e gli ipocriti e sii duro con loro!” (Cor.66, 9); “Non siate deboli col nemico, né invitatelo a far la pace, mentre avete il sopravvento!” (Cor. 47, 35); “La ricompensa di coloro che si oppongono ad Allah ed al suo Messaggio, dedicandosi a corrompere la terra, sarà nel fatto che verranno massacrati o crocifissi o amputati delle mani e dei piedi o banditi dalla terra, a loro infamia in questo mondo!” (Cor. 5, 33)…
Maometto stesso ha combattuto, durante la sua vita, numerose battaglie (la prima, per importanza, è la battaglia di Badr del 624).
Egli ha dato un esempio opposto a quello di Cristo.
Bey Essad, Maometto. Il profeta dell’Islam (descrizione di una sua battaglia)
Un cristiano bruciato in Asia; anche prima della guerra in Irak, in alcuni paesi islamici, i cristiani venivano perseguitati. Nel Sudan sono stati uccisi e crocifissi a migliaia, negli anni Settanta, Ottanta e Novanta.
Oggi lo scontro avviene per molti motivi: le guerre ingiuste, le lotte tra islamici sunniti e sciiti, la violenza insita nell’Islam, pronta sempre a risvegliarsi, il caos morale, politico, umano, il nichilismo …
Un papa ha però il dovere di ricordare che Cristo non è Maometto; che Egli solo è “la Via, la Verità e la Vita”, e quindi anche la pace.
Se lui non lo fa, lo fanno i martiri: i cristiani che muoiono ogni giorno, disarmati, in tutto il mondo, ed ora anche in Europa.
Samir Khalil Samir, islamologo, consulente di Benedetto XVI per l’Islam, spiega la guerra santa islamica (da Cento domande sull’Islam, Genova, 2004):