Annunciare la Verità sarà ancora possibile?

 

hqdefault

 

I recenti casi di presunti “reati d’opinione” che hanno colpito il card. Antonio Cañizares Llovera (reo di aver tenuto una predica sulla questione della diffusione dell’ideologia gender nella società) e del sacerdote don Pusceddu (colpevole per aver letto San Paolo durante un’omelia), stanno allarmando molti cristiani (e non solo) su quello che potrebbe accadere se il decreto legge sull’“l’omofobia” dovesse passare nei prossimi mesi. Il problema di riaffermare la dottrina cattolica tutta intera sta diventando (ma in verità è da circa cinquant’anni che lo è) un problema non solo di coscienza, ma addirittura anche penale. Il compito principale dei sacerdoti è quello di curare le anime dei fedeli a loro affidate, indicandogli la strada tracciata da Cristo e mettendoli in guardia dai peccati che portano l’uomo fuori dalla Grazia di Dio. La Chiesa e i suoi pastori, a partire da Gesù Cristo, portano avanti questa missione, con autorevolezza e spirito di martirio, da più di duemila anni, convinti che la Verità non possa essere nascosta, ma “gridata dai tetti”, a vantaggio della salvezza delle anime. Ciò, dunque, che spinge gli uomini di Chiesa all’evangelizzazione è prima di tutto la cura delle anime dei loro fratelli e la premura che essi possano giungere in Cielo in Comunione con Dio e con tutti i Santi. Questo è avvenuto e avviene nonostante le consuetudini dei popoli siano cambiate, nonostante la percezione che una società ha di certi atteggiamenti sia mutata rispetto al passato. Un peccato, per la dottrina cattolica (e quindi per Dio stesso) è sempre un peccato, indipendentemente dal tempo e dallo spazio in cui è commesso. Se pensiamo a quante società, culture, tradizioni i cattolici hanno incontrato in duemila anni in ogni parte del mondo, dovrebbe far riflettere sulla capacità che ha avuto la Chiesa di rimanere fedele alla sua missione, senza che varietà di “credo” differenti influenzassero e mutassero la propria ed autentica fede. Oggi, di contro, sta avvenendo un tentativo di adattamento ai tempi (imposto dal politicamente corretto) in cui certi peccati, pur essendo peccati, non debbano essere dichiarati tali. Lo si fa per una vaga idea di rispetto e tolleranza. Ma siamo sicuri che sia davvero così? Veramente io rispetto una persona se gli nascondo la sua condotta di vita disordinata che lo allontana da Dio? Nell’anno del Giubileo della Misericordia si è ricordato tante volte che Dio è Misericordia e che, in quanto cristiani, siamo chiamati ad accogliere i nostri fratelli anche quando vivono nel peccato, che non sta a noi giudicarli, testimoniando con la nostra vita l’amore di Dio. Questo, però, può essere fatto solo tenendo bene a mente che la vera carità cristiana passa attraverso autentiche opere. il Papa ha ricordato che “ogni volta che un fedele vivrà” una delle opere di misericordia spirituale o corporale “in prima persona otterrà certamente l’indulgenza giubilare”. E le prime opere di carità spirituale richiamano proprio quell’essere vicini ai peccatori (ma in fondo chi non lo è!) consigliandoli alla luce del Vangelo e della Dottrina e ammonendoli circa la gravità del loro peccato. Solo così possiamo compiere la missione che Gesù stesso ci ha affidato, sapendo che la vera felicità per l’uomo non sta nella soddisfazione delle proprie voglie e dei propri desideri, ma nel servire la volontà del Padre, seguendo l’ordine della natura che Egli ha posto. La recente legge sulle “unioni civili” varata in Italia per le coppie dello stesso sesso, ha aperto la strada, ad esempio, all’idea che la “fedeltà coniugale” non debba essere un obbligo per legge. Non entrando nei meriti giuridici della vicenda, possiamo però ipotizzare che questo vincolo, per lo più morale, possa un domani essere cancellato anche per il matrimonio civile fra persone eterosessuali. Se questo avverrà sarà inevitabile anche il mutamento di percezione della società e della realtà che ogni legge si porta dietro. Si dice infatti che le leggi educano, e forse un domani sarà considerato disdicevole, e magari anche meritorio di denuncia penale, chiunque voglia riaffermare e difendere la fedeltà fra marito e moglie? Sembro esagerato? Forse, anche se io, ultimamente, ho smesso di meravigliarmi dei traguardi “moderni” che l’uomo ogni giorno dice di aver raggiunto.

Print Friendly, PDF & Email
Se questo articolo ti è piaciuto, condividilo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *