Unioni civili: quando l’obiezione di coscienza sarà scambiata per razzismo, cosa faremo?

lo giudice

Le unioni civili sono legge. Abbiamo creduto che sarebbe stato possibile fermare, almeno in Italia, l’indebolimento della famiglia naturale (praticamente in stato d’avanzamento in quasi tutti i paesi occidentali). Lo abbiamo fatto appellandoci soprattutto ai politici di cultura cattolica (o che hanno potuto esercitare la loro funzione grazie ai voti dei cattolici) e alla CEI. Ma, duole dirlo, l’aiuto nella battaglia è arrivato per lo più dai semplici cittadini. Alla vigilia del voto sul DDL Cirinnà alla Camera il “cinguettio” del segretario CEI, mons. Galantino, ha reso ancora più evidente lo stato di debolezza (o peggio di accondiscendenza) in cui si trova in questo momento la Chiesa italiana rispetto alla politica del Governo Renzi. Impegnato in prima linea a difendere i nostri mari da trivelle estrattive inesistenti, mons. Galantino è rimasto praticamente muto (se non addirittura infastidito) nella battaglia portata avanti da tante famiglie italiane cattoliche (e non) in difesa del diritto dei bambini ad avere riconosciuto un padre e una madre. Ormai, comunque, è fatta, e come si dice, inutile piangere sul latte versato.

Lo scontro, dopo l’approvazione, si fa ancora più duro e per certi aspetti eroico. Si perché se il segretario della CEI

ha taciuto fino ad ora in un tempo in cui poteva esprimersi liberamente, cosa accadrà adesso che la legge è stata approvata senza nessuna clausola all’obiezione di coscienza? Alfredo Mantovano, magistrato, dalle pagine della rivista Tempi, ci informa che saranno tempi duri non solo per i sindaci (che già avevano fatto sentire la loro voce su tale argomento), ma anche per tutti coloro, che in ogni modo e in ogni forma, disapprovino tali unioni civili, o semplicemente si ostinino a riconoscere validità etica, sociale e antropologica alla sola famiglia formata da un uomo e da una donna. Per Mantovano ci saranno implicazioni gravi che «riguarderanno gli insegnanti e i giornalisti che esprimano una visione diversa da quella della legge Cirinnà. Senza contare le conseguenze sui pasticceri e fiorai che si rifiutino collaborare alla celebrazione di queste unioni. Penso anche agli studenti o ai semplici cittadini che potrebbero pagare il loro dissenso».

E cosa succederà ai tanti sacerdoti che dai pulpiti saranno costretti ad annunciare, fedeli al Vangelo, che il matrimonio è solamente fra un uomo e una donna? E’ anche per questo che, secondo Mantovano, il decreto Scalfarotto sul reato di “omofobia” è stato archiviato. Nella legge appena approvata (a cui manca la firma del Presidente Mattarella) per Mantovano le previsioni contenute su possibili implicazioni riguardante il reato di “omofobia” sono implicitamente riprese, amplificate e rese più efficaci. Provando a ragionare in maniera disincantata, fra poco le unioni civili diventeranno veri e propri matrimoni con tutte le conseguenze del caso, primo nella lista, l’adozione dei figli (del partner o comprati con l’utero in affitto).

Siccome lo Stato, inoltre, si ritroverà di fronte ad una mole di nuove unioni da gestire basate solamente sul riconoscimento affettivo (ma che di fatto non possono contribuire alla natalità in quanto unioni sterili) verrà meno la possibilità di elargire pensioni di reversibilità a tutti. Facendo leva sull’uguaglianza sociale la toglieranno a tutti facendo apparire come un privilegio per pochi quello che è, in realtà, un diritto. Un ultima considerazione: riconoscendo “famiglia” un’ unione basata solamente sul reciproco sentimento (“dove c’è amore c’è famiglia”), chi domani potrà negare la possibilità che queste unioni possano costituirsi anche fra più persone?

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