Utero in affitto: una nuova schiavitù

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Due cose sole si vogliono notare in questo breve articolo:

come due maschi gay, per produrre un figlio artificialmente, frammentano il più possibile la figura materna, comperando l’ovulo di una donna e affittando l’utero di un’altra donna, così che la presenza di due madri, annulli, se possibile, la forza della maternità,

così coppie naturali e coppie gay, ricche e benestanti, ricorrono spesso a donne nere, non solamente perchè esse sono più povere e più disponibili, ma anche per rendere più evidente l’assenza di legame genetico tra concepito e madre gestazionale.

In entrambi i casi coloro che comperano i bambini sanno bene di andare contro la natura, e di dover in ogni modo ridurre, come possibile, il danno che stanno facendo ai “loro” figli.

Ma nessuno toglie questo danno, come nessuno ripagherà le donne che sono state costrette dal bisogno a vendere il loro corpo non per una sera, ma per 9 mesi.
Di seguito una pagina da Baby Business, di Debora Spar, docente di economia ad Harvard, che ha analizzato, senza giudizi, ma solamente da un punto di vista economico, il grande mercato dei bambini prodotti con fiv

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Autore: Libertà e Persona

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