C’era una volta un monsignore galante

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C’era una volta un monsignore galante che tuonava contro una Chiesa troppo impegnata nelle battaglie etiche del rispetto della vita, legata troppo politicamente a governi di centro destra, decisa a sostenere a qualsiasi costo l’unica famiglia possibile, quella che nasce dal rapporto fra un uomo e una donna.

Questo monsignore non lesinava critiche ai suoi colleghi e predecessori arrivando ad affermare che: “In passato ci siamo concentrati esclusivamente sul no all’aborto e all’eutanasia. Non può essere così, in mezzo c’è l’esistenza che si sviluppa”. Non pago di ciò,

se la prese anche con la spiritualità che muoveva queste battaglie. “Io non mi identifico – affermava costui – con i visi inespressivi di chi recita il Rosario fuori dalle cliniche che praticano l’interruzione di gravidanza, ma con quei giovani che sono contrari a questa pratica e lottano per la qualità delle persone, per il loro diritto alla salute, al lavoro”.

A lui, invece, interessavano molto di più le battaglie sull’immigrazione, il lavoro, la precarietà. Nobili battaglie, per carità, ma archiviare la lotta per la difesa dei “principi non negoziabili” come una “stagione” ormai passata della Chiesa ce ne corre. Un monsignore, insomma, che cercava di scrollarsi di dosso l’immagine di una Chiesa troppo legata ai giudizi sulla politica e contro la rete di legami privilegiati con essa, salvo poi tuonare, non proprio cordiali espressioni, contro alcuni attuali rappresentati dello Stato definendoli “piazzisti da quattro soldi”. Ma se, per il monsignore, non andavamo (e non vanno) bene certe “vicinanze” della Chiesa italiana ai governi di centro destra, non si può dire la stessa cosa delle attenzioni che egli manifesta per l’attuale Governo Renzi. Sembra infatti che fra il monsignore e il Ministro Boschi ci sia un’intesa ed una stima reciproca tanto da fargli dichiarare pubblicamente, in tono puramente “affettuoso” s’intende, la sua assoluta vicinanza nelle burrascose vicende bancarie che hanno travolto il Ministro delle riforme.

Sembra, di contro, avere poca importanza il fatto che il Ministro Maria Elena Boschi sia stata ed è in prima linea per la promozione della legislazione sui matrimoni e le adozioni gay e la pratica dell’utero in affitto. Al monsignore galante pare non sia per nulla piaciuto neanche il raduno del 20 giugno scorso che, in difesa della famiglia e del diritto di tutti i bambini ad avere un padre ed una madre, aveva portato in piazza un milione di persone. Colpiscono i numeri soprattutto se li si paragonano alle poche decine di migliaia di persone presenti a Roma per l’apertura del Giubileo della Misericordia. Che dire, siamo di fronte ad un certo “strabismo” ecclesiale che solleva, indubbiamente, più di una perplessità fra i fedeli sulla rotta da seguire per il prossimo futuro!

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