Si è già detto, lo avevano detto in tanti: l’obiettivo dei due corvi era il cardinale George Pell. L’avversione al suo lavoro, in accordo con il papa che lo ha nominato, in continuità con quello che aveva cercato di fare Benedetto XVI con Gotti Tedeschi, dava fastidio.
In più Pell ha un altro difetto: durante il Sinodo ha preso una posizione molto chiara. Che i grandi giornali,
a partire dal Corriere della Sera, non hanno apprezzato.
Oggi Andrea Tornielli, smessa la guerra civile con il mondo cattolico conservatore, da cui proviene, di fronte all’attacco mediatico generale ha raccontato i fatti come stanno.
Prima smentendo la commedia del complotto interno, di cui era stato uno dei narratori, anche se riguardo ad un altro fatto (la famosa lettera dei 13, di cui Pell era stato il promotore, ma non certo il divulgatore: come immaginare che la abbia divulgata nella versione non definitiva ed errata, avendo lui in mano quella definitiva?):
Dietro ai libri «Avarizia» e «Via Crucis» non c’è un complotto curiale contro Francesco. Non c’è nemmeno il «vecchio» contro il «nuovo corso»: se l’ipotesi accusatoria sarà confermata, le due talpe che hanno fatto avere le carte ai due autori erano infatti state nominate dal nuovo Papa nella commissione per la riforma economico-amministrativa della Santa Sede (Cosea).
Poi ricordando a chi si devono le indagini sui conti interni:
…Quello che più colpisce è piuttosto il quadro generale: i due libri presentano infatti i risultati della più grande e minuziosa inchiesta sui conti vaticani che sia mai stata condotta. A realizzarla però, è stato lo stesso Vaticano, affidandosi a consulenti esterni ed estranei: l’indagine per sapere quanto denaro c’è e come viene speso; quanti immobili ci sono, quanto realmente valgono e come vengono gestiti; che ruolo hanno le fondazioni e come gestiscono le loro uscite; lo screening minuzioso su tutti i conti dello Ior che ha portato alla chiusura di centinaia di posizioni… Tutto questo è emerso per la prima volta per volere di Papa Francesco, delle due commissioni referenti, dei consulenti internazionali che evidentemente hanno fatto un buon lavoro. E hanno permesso che si cominciasse a mettere mano alla riforma. Certo, non senza discussioni, frizioni, contrapposizioni, difficoltà, ostacoli (http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/vatileaks-vatileaks-vatileaks-44464/).
Ora la domanda da farsi, per essere ancora più espliciti è semplice: chi è il prefetto dell’economia che ha fatto emergere il sommerso? George Pell.
Il quale aveva già detto un po’ di cose in più occasioni, per esempio al Meeting di Rimini, in agosto:
“È tempo di mettere in ordine i nostri affari e fare in modo che questo possa essere noto anche al mondo esterno. La prossima ondata di attacchi alla Chiesa potrebbe essere proprio sulle irregolarità finanziarie” (http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/08/22/finanze-vaticane-pell-irregolarita-da-qui-prossimo-attacco-alla-chiesa/1976090/).
Forse sbaglio, ma a me sembra che le cose stiano così….
Qui il comunicato di Pell :
Qui le considerazioni di Riccardo Cascioli:
http://lanuovabq.it/it/articoli-vatileaks-2-un-esercizio-di-menzogna-e-ipocrisia-14318.htm