Al Sinodo non si è deciso nulla sulla comunione ai divorziati risposati. Lo dice bene e chiaramente il vaticanista Sandro Magister.
Il Sussidiario, che abbiamo visto esprimersi a favore dei matrimoni gay, se decisi dalla maggioranza, titola invece così:
Che significa: “passa con un voto il sì ai divorziati”? Nulla: una frase più sciocca e maldestra, era difficile trovarla. Purtroppo l’idea che molti lettori de il Sussidiario percepiranno è che il divorzio, da oggi, va bene.
Assolutamente falsa l’Ansa:
Famiglia cristiana vince il premio banalità: ci spiega che i divorziati risposati non sono
scomunicati. Chi mai lo aveva sostenuto negli ultimi due millenni?
Una considerazione finale: a leggere i giornali, quelli cattolici compresi, sembra di aver capito che il Sinodo si è occupato solo di divorzio. Forse è così, in effetti. Di impegni per: aiutare i fidanzati di oggi a costruire le famiglie di domani non sembra si sia detto molto; dell’impegno ad aiutare le famiglie in crisi di oggi, a sfuggire dalla separazione, neppure. Il dibattito lo hanno indirizzato, sin dall’inizio, Kasper e compagnia. Ponendolo su un binario morto.
Resta tanta confusione, e l’impressione che in tanti vogliano far passare un’idea: la Chiesa di oggi è quella della tenerezza (copyright Avvenire), e quindi la Chiesa di ieri (da Pietro a Pio XII; passando per Paolo VI, Giovanni Paolo II e Bendetto XVI) invece era la Chiesa della durezza; dei legulei; di coloro che proclamano i principi, per condannare gli altri, per sentirsi migliori…
Grande confusione, è ciò che resta con certezza. Sul resto, si vedrà.