Chiede che ci si metta alla scuola di Maria nella “sapienza della normalità” il cardinale Edoardo Menichelli*, Arcivescovo di Ancona-Osimo e segretario della commissione episcopale CEI per la famiglia, che – su invito dell’arciprete decano di Rovereto, Mons. Sergio Nicolli – stamattina ha presieduto la Santa Messa nella Solennità dell’Ausiliatrice, patrona della Città della Quercia.
Per riscoprire la “sapienza della normalità”, il porporato marchigiano ha preso in esame alcuni titoli della Vergine Maria: donna, sposa e madre.
Nel parlare di Maria come donna, Menichelli ha subito chiarito che la Madonna aveva chiara la propria identità, quella di donna, non di essere un qualcosa di indeterminato come vorrebbe la teoria del gender. Donna, dedita come tutte le donne alla propria casa e con occhio attento alle necessità altrui. In questo contesto il cardinale ha messo per ben due volte esplicitamente in guardia dalla perniciosità della teoria del gender, “dietro la quale – ha ricordato – vi sono poteri economici, culturali e scientifici”.
Nel parlare di Maria come donna, Menichelli ha subito chiarito che la Madonna aveva chiara la propria identità, quella di donna, non di essere un qualcosa di indeterminato come vorrebbe la teoria del gender. Donna, dedita come tutte le donne alla propria casa e con occhio attento alle necessità altrui. In questo contesto il cardinale ha messo per ben due volte esplicitamente in guardia dalla perniciosità della teoria del gender, “dietro la quale – ha ricordato – vi sono poteri economici, culturali e scientifici”.
Proseguendo nell’omelia, pronunciata interamente a braccio, Menichelli ha preso in esame Maria come sposa, constatando come nella temperie odierna questo termine sia scomparso, a favore di termini meno forti quali “compagno” e “compagna”. Una tale scomparsa porta con sé, secondo il cardinale, la perdita del senso di una reciproca donazione totale e dell’impegno pubblico del proprio legame.
Infine, ha affermato il porporato, la Madonna è madre. Vediamo l’aspetto umano della sua maternità nell’apprensione per il figlio, che manifesta assieme a Giuseppe, nell’episodio evangelico dello smarrimento di Gesù nella carovana. Secondo il cardinale, inoltre, Maria aveva ben chiaro che un figlio non è possesso dei genitori, né un diritto, bensì dono da accogliere. Menichelli ha dunque esortato a ricuperare il senso autentico della maternità e della paternità in un contesto culturale che propone uteri in affitto.
Riassumendo la prima – e più cospicua – parte della sua omelia, Menichelli ha affermato che il più grande peccato del nostro tempo è quello contro la vita, invitando di conseguenza ad adoperarsi per la promozione della vita ed il ricupero della “sapienza della normalità”.
* Edoardo Menichelli è arcivescovo metropolita di Ancona-Osimo dal 2004. Il Santo Padre Francesco lo ha nominato membro della III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla famiglia dell’ottobre 2014 e ha annunciato la sua creazione a cardinale “a sua insaputa” – come ha ricordato monsignor Nicolli nei saluti iniziali – durante l’Angelus del 4 gennaio 2015. Menichelli ha ricevuto quindi la porpora nel successivo Concistoro del 14 febbraio.