Ieri, dopo i discorsi perfettamente laici di Alfredo Mantovano, Mario Adinolfi, Costanza Miriano, Gianfranco Amato… e dopo gli interventi di rappresentanti del mondo islamico, evangelio, ebraico… ha parlato KiKo Arguello, fondatore del Cammino Neocatecumenale.
Il suo intervento ha destato alcune perplessità.
Anzitutto quelle presenti oggi sull’ex quotidiano della Cei,
oggi quotidiano di Nunzio Galantino. Il quale quotidiano è riuscito nell’impresa di dare all’evento di piazza molto meno spazio di quello dato da tutti i giornali laici del paese.
Con in più una stilettata finale a Kiko, il cui accenno pubblico all’opposizione di Galantino alla manifestazione, viene bollato come un gesto divisivo, da seminatore di zizzania.
Questa prima perplessità, va a nostro giudizio, rovesciata: chi ha cercato in tutti i modi di gettere scompiglio e divisione tra gli organizzatori è stato mons. Galantino. Nonostante il parere opposto di molti confratelli, compreso il presidente della Cei card. Bagnasco, e quello dello stesso pontefice.
Che l’azione di Galantino sia stata costante, caparbia, e fortemente invasiva, è dimostrato da quanto già detto: solo lui può aver imposto, implicitamente o esplicitamente, al quotidiano della Cei di sminuire a tal punto la manifestazione del 20 dal concederle così poco spazio prima e così poco anche dopo.
Avvenire di oggi: se Galantino vuole, un milione di cattolici vanno menzionati in basso a destra (con polemica).
La seconda perplessità: Kiko ha parlato da uomo di fede, appoggiandosi persino ad una croce. mentre la manifestazione avrebbe dovuto essere interamente laica, per parlare a tutti. Ci sentiamo, pur non essendoci tra noi nessun neocatecumenale, di respingere anche questa critica: dopo vari discorsi “comprensibili” a tutti, perchè fondati sul diritto naturale, perchè occultare l’argomento di fede?
Forse che esso non ha la sua dignità? Forse che il cercare un denominatore comune, la ragione, significa, per un cattolico, occultare la sua fede?
I cristiani credono che la ragione illumini la fede; e che la fede illumini la ragione.
Se oggi i cattolici sono ormai quasi gli ultimi che cercano di porre un discorso come la famiglia sul piano del diritto, della biologia, della natura… è perchè sono rimasti quasi gli unici a credere nella ragione. Laddove troppo spesso si trovano solo “ragioni”, al proprio capriccio e al proprio individualismo senza radici.
Bene ha fatto dunque, Kiko, a ricordare ragioni che superano ogni umano ragionamento: le ragioni di Dio e del suo piano della Creazione. La Ragione che fonda la ragione.
Bene ha fatto a ricordare che lo sguardo cristiano è quello soprannaturale: il mondo -ha detto-verrà salvato dal sale e dalla luce evangelica, non certo dalla politica. Il che non toglie che il cristiano, che vive nella polis, debba essere una voce anche in essa. Perchè il cristianesimo è la fede nell’Eterno che entra nella storia: eternità e storia devono essere contemporaneamente presenti alla mente e al cuore del credente. Per non giudicare tutto alla luce dei tempi (che passano), nè dimenticare i tempi in cui vive, in nome dell’eternità.
Ultima critica: Kiko ha parlato troppo a lungo. Ecco, forse avrebbe potuto essere un po’ più breve… Ma senza il suo dilungarsi, forse avremmo evitato, per qualche minuto, il diluvio… il che ci sarebbe dispiaciuto, perchè in mezzo ad un milione di persone eravamo tutti un po’ accaldati…e la pioggia ci è entrata nel corpo, come la gioia ne ritrovarci in così tanti, per lo stesso ideale.
E poi, Kiko, ci ha fatto cantare…
Grazie Kiko, soprattutto da quanti di noi non ti avevamo mai conosciuto! Da chi non aveva mai visto queste famiglie neocat. con 5-6-7 figli! Grazie, anche da chi di noi ha una sensibilità diversa, in materia, per esempio, di liturgia o di preghiera. E’ stato il tuo impegno e la tua determinazione a mobilitare una bella fetta del popolo di ieri!