Monsignor Galantino mi lascia perplesso. Saranno il presenzialismo (il presidente della Cei è lui o Bagnasco?) la loquacità (sino a ieri non sapevamo chi fosse, ora parla sempre), l’insistenza con cui ripete gli stessi ritornelli… oppure sarà perchè dai preti mi aspetto sempre prudenza, saggezza, precisione… Sarà quel che sarà, mi lascia spesso, ribadisco,
stupefatto. Vatican Insider riporta recentemente alcune sue risposte, alle domande dei giornalisti.
“Quanto al questionario del sinodo ordinario dei vescovi che si riunirà a ottobre prossimo in Vaticano sul tema della famiglia, nelle diocesi italiane sono in corso «incontri informativi» tali per cui si può parlare di una «fase di creativo laboratorio»). Don Mauro Inzoli, sacerdote condannato per pedofilia presente ad un convegno sulla famiglia organizzato dalla regione Lombardia? «Non è stato organizzato dalla diocesi e ognuno può invitare chi vuole. Poi si tratta di chiedere a chi fa gli inviti che tipo di coerenza c’è tra certi inviti e quello che si fa. Molte volte alcuni personaggi vengono invitati per vedere l’effetto che fa…». Il nuovo quotidiano La Croce diretto da Mario Adinolfi è in concorrenza con il quotidiano della Cei Avvenire? «Non l’ho letto, l’ho visto da lontano in mano a qualcuno…», ha risposto Galantino. «Quando nasce un giornale io sono contento, intanto perché qualcuno lavora, e speriamo che vengano pagati, e poi perché la Chiesa può beneficiare della pluralità di voci, il pensiero unico non fa bene a nessuno», ha detto, concludendo con la notizia che Avvenire anche di recente ha aumentato «tiratura a lettori». ”
Vediamo la prima risposta: “Poi si tratta di chiedere a chi fa gli inviti che tipo di coerenza c’è tra certi inviti e quello che si fa. Molte volte alcuni personaggi vengono invitati per vedere l’effetto che fa…” Verrebbe da dire: ma che stai a di’? Don Inzoli, se mai è andato al convegno, si può essere iscritto da solo, senza bisogno di alcun invito. Non era un convegno su invito, ma su iscrizione. Perchè fare il verso alla grande stampa che ha demonizzato l’incontro, in questo modo sibillino? Questo dire e non dire, che finisce per essere un allinearsi al pensiero dominante, con finta e controfinta?
Poi gli viene chiesto cosa pensa del quotidiano La Croce. Galantino risponde di non sapere (un po’ fuori dal mondo, si vede), ma poi dimostra di sapere benissimo. Infatti sa perfettamente che è un giornale che si regge sul volontariato, e, per attaccarlo, ma clericaliter, fa una battutina sgradevole, piccina piccina picciò: “Quando nasce un giornale io sono contento, intanto perché qualcuno lavora, e speriamo che vengano pagati...”.
Davvero Galantino si preoccupa che chi collabora a La Croce venga pagato? O c’è altro, che non va giù?
ps il mio sospetto è che il mons. non ami nè La Croce, nè la Nuova bussola quotidiana. Chissà perchè, a me piacciono entrambi