L’islam è un universo complesso, multiforme, senza una precisa autorità dottrinale e gerarchica che ne disciplini universalmente la dottrina. Ma quello cui stiamo assistendo è il coagularsi di tutto un insieme di elementi eterogenei che producono violenza. L’origine dell’integralismo islamico va è quasi concomitante al sorgere dei movimenti nazionalisti dopo la caduta dell’impero ottomano. Questo nazionalismo arabo, assume ben presto tinte religiose sempre più marcate,
ravvisando nel ritorno alle origini un efficace antidoto al penetrare dei disvalori occidentali dentro la cultura di matrice religiosa. Molti sono gli interpreti di questo ritorno all’islam delle origini e geograficamente diffusi i centri dove queste dottrine via via attecchiscono. Quello che però accomuna i vari focolai è sempre una generale condizione di degrado e sfruttamento che egiziani, indiani pakistani, arabi in genere,denunciano e attribuiscono alla protervia del colonialismo Francese e Inglese. A questi elementi si aggiungono, nel tempo, la nascita dello stato di Israele, la questione palestinese, di fatto irrisolta e la precisa presa di posizione degli Stati Uniti a sostegno del nuovo stato Ebraico. Se ciò non basta dobbiamo ricordare come l’origine stessa del movimento talebano sia stata caldeggiata e sostenuta dalla Cia in funzione antisovietica. Come siano andate le cose poi, lo sappiamo sin troppo bene. Le stesse” primavere arabe” appaiono perlopiù il frutto di movimenti etero diretti innestati su legittime proteste, movimenti rivelatisi fomite di integralismo religioso politico totalmente svincolato da ogni residuo d’umanità. I fatti di oggi lo attestano chiaramente. È indubbio che il mondo musulmano non può attribuire tutte le colpe dei propri deficit economici e culturali alle interessate e ciniche strategie geopolitiche proprie dei governi occidentali, esistono responsabilità e colpe anche di chi ha mal governato i paesi arabi e quelli del sud est asiatico. Ma resta il fatto che da anni l’occidente attraverso una prospettiva nichilista e materialista fondata sull’imperio del dio denaro ha alimentato in una massa di immigrati di religione musulmana un desiderio di riscatto radicato nell’odio. Inghilterra e Francia hanno sottovalutato la forza dell’ideale religioso pensando di gestire i giovani musulmani con la logica del consumo e della potenza trasformante del modello capitalista. Certo si dirà che l’islam è una religione che rifiuta la violenza, che i fondamentalisti sono una minoranza, che dobbiamo lavorare per l’integrazione. Con ciò però si dimentica che nella prospettiva musulmana stato e religione non si distinguono, che nel cuore di ogni buon musulmano Dio è realmente il Signore dell’universo, che molti dei valori occidentali non appartengono alla cultura musulmana perchè se da essa fossero accolti l’ Islam negherebbe se stesso. Lo stesso concetto di democrazia rappresentativa come praticato in occidente, con tutto il corollario del relativismo valoriale è estraneo alla religione del Profeta. Molti, troppi, non sanno nulla dell’islam, i più lo demonizzano senza capire, altri non ne colgono le insidie e ne utilizzano gli aspetti migliori in funzione anticristiana, citando l’epoca d’oro dell’islam Andaluso, gli studi di astronomia e matematica, la relativa tolleranza dell’impero Ottomano verso le minoranze religiose. Omettendo ovviamente i riferimenti ad uno degli aspetti essenziali propri di questa religione, il dogma del Corano increato quale fonte prima dell’adeguamento di ogni istituzione e azione umana all’immutabile verità dettata dall’arcangelo Gabriele a Maometto. Questo, con la laicità non ha nulla a che vedere. Non a caso la religione musulmana non riconosce l’esistenza del diritto naturale come strumento per comprendere con la ragione la realtà mondana informata dalla legge divina. Appare inoltre evidente come l’occidente non si curi oramai più di dissacrare ogni valore, e questo in genere dai musulmani è visto come fumo negli occhi. Quanto accaduto a Parigi è barbarie, ma da questo stato di cose non si uscirà se non con la volontà di “occidentali”e di musulmani di aprire un grande dialogo che confini i due grandi integralismi in un angolo. L’integralismo religioso politico e l’integralismo ateistico materialista, facce contrapposte di una medesima medaglia.