Le considerazioni di Piergiorgio Odifreddi sul discorso del Papa alla Pontificia Accademia delle Scienze riflettono gli pseudo problemi tra scienza e fede. Ma si tratta solo di una confusione utile a nascondere le vere questioni.
Ci sono argomenti che dovrebbero essere considerati superati una volta per tutte e invece si ostinano a ripresentarsi con cadenza quasi regolare, uno di questi è il presunto contrasto tra fede e scienza. Basterebbe infatti comprendere che si tratta di due campi di interesse che si occupano di cose diverse per non perdersi più in sterili polemiche, basterebbe accogliere la visione dei Magisteri Non Sovrapposti che formulò un famoso evoluzionista stimato da tutti, S.J. Gould. E invece no, puntualmente arriva il pistolotto su come la religione sia in difficoltà davanti alle scoperte scientifiche.
L’occasione stavolta è stata il discorso del Papa alla chiusura dei lavori della Pontificia Accademia delle Scienze, un discorso che è possibile riassumere in una frase “Il big bang non contraddice la creazione“,che è stata scelta come titolo su Avvenire. Ma era già chiaro a tutti che il Big Bang non contraddice la creazione, infatti è stato proprio un sacerdote cattolico, George Lemaitre, a proporre la teoria che sarebbe stata conosciuta come quella del “Big Bang”. E infatti a ricordare che si tratta di una vera scoperta dell’acqua calda ci ha subito pensato Giuliano Guzzo in un articolo intitolato “Papa Francesco “apre” alla teoria del Big Bang? Che sciocchezza. La prima ipotesi la fece un gesuita“, articolo ripreso anche dal settimanale Tempi .
E in un certo senso ha ragione da parte sua Piergiorgio Odifreddi a titolare nel suo blog su Repubblica “L’ultima non-novità di papa Francesco“, nell’affermazione che “Il big bang non contraddice la creazione” non c’è davvero nulla di nuovo, oltre che una non-novità è anche una non-notizia. E non è una notizia neanche il fatto che Repubblica distorca il senso dell’affermazione generando confusione con il titolo “Il Papa: “Il big bang non contraddice il creazionismo“, come se creazione e creazionismo (che con quell’ “ismo” diventa ideologia) fossero la stessa cosa.
Ma torniamo alle obiezioni di Odifreddi che prendiamo in esame in rappresentanza di tutti gli scientisti:
In realtà, non si tratta che di fraintendimenti. Infatti, l’affermazione che “il Big Bang non contraddice l’intervento del creatore divino, ma lo esige” dimostra che Francesco continua a credere, sessant’anni dopo Pio XII, che il Big Bang sia un evento nel tempo, che permette di domandare cosa c’era prima di quell’evento. Mentre invece si tratta di un limite fuori del tempo, a cui tende il film dell’universo proiettato al contrario: vicino a quell’evento le leggi della fisica oggi conosciute perdono di significato, e con esse appunto anche la nozione di tempo.
Che la creazione non sia un evento nel tempo lo si sapeva da parecchio, quanto meno da S. Agostino che al riguardo affermava:
“Se dicono (i neoplatonici) che sono vuoti i pensieri degli uomini che immaginano spazi infiniti, non essendoci spazio alcuno fuori del mondo, altrettanto si deve loro rispondere che sono vuoti i pensieri degli uomini i quali pensano a tempi passati quando Dio non aveva creato, non essendoci alcun tempo prima del mondo ” De civ. Dei 11, 3
Come potrebbe dunque oggi il Papa che ben conosce S. Agostino pensare che la creazione sia nel tempo? L’analisi di Odifreddi è sbagliata, e la considerazione sulle cause del Big Bang restano valide, basta tener presente che si tratta di conclusioni filosofiche e non di scienza sperimentale. Appare quindi del tutto gratuita la conseguente affermazione di Odifreddi:
La fisica sta cercando di vedere se sia possibile andare al di là di quelle leggi e del relativo Big Bang, ma può farlo solo togliendo a quest’ultimo la caratteristica di singolarità che invece tanto attrae i papi, di ieri e di oggi. Perché nella loro ignoranza essi possono appunto fraintenderlo nell’unica maniera che capiscono, visto gli “studi” che hanno fatto: cioè, come una versione scientifica moderna della mitologia mediorientale antica.
Quando si inizia un discorso con “La fisica sta cercando di vedere se sia possibile…” si dovrebbe andare cauti con le conclusioni, e soprattutto si dovrebbe evitare di parlare di ignoranza altrui, qui è la fisica che ancora ignora nel vero senso del termine. Veniamo quindi alla questione dell’evoluzione, al riguardo riprendiamo ancora quanto afferma Odifreddi:
Altro che “il papa rappacifica Dio e Darwin”, come si è già precipitato a titolare qualche ignaro e ignorante giornale! Fin dalla sua prima formulazione da parte di Darwin, l’evoluzionismo non ha presupposto assolutamente nessun meccanismo particolare per la creazione dell’uomo. Al contrario, ha considerato e considera l’evoluzione dell’uomo come un caso particolare di una teoria che rende conto dell’evoluzione di qualunque altra specie vivente.
Bisogna qui ricordare che solo dieci anni dopo la formulazione della teoria, il coautore A. R. Wallace, entrò in rotta di collisione con Darwin proprio perché era giunto alla conclusione che la teoria non poteva spiegare la nascita della specie umana, la cosa non giovò molto alla sua carriera e oggi sono in pochi a sapere chi fosse A.R. Wallace. Che poi la teoria neo-darwiniana renda conto dell’evoluzione abbiamo serissimi dubbi, ma non per motivi religiosi, e se Odifreddi ne avesse voglia e tempo se ne potrebbe anche parlare, senza pregiudizi.
Esprimendo un’opinione personale consiglierei al Papa di adottare la teoria neodarwiniana dell’evoluzione come quella ufficiale della Chiesa, infatti si tratta di una teoria basata su così deboli presupposti che per funzionare avrebbe bisogno di un incessante e consistente intervento divino. Per analogia, parafrasando l’astronomo Fred Hoyle, che coniò il termine Big Bang per deridere George Lemaitre la cui teoria ricordava troppo la Genesi, la spiegazione attuale della nascita della vita è definibile nei seguenti termini:
Che quella faccenda complicata e complessa che è una cellula sia nata spontaneamente e per caso sulla Terra ha la stessa probabilità che un tornado, passando su un deposito di rottami, ne tiri fuori un Boeing 747 perfettamente funzionante.
Un miracolo appunto. E tale è anche la teoria dell’evoluzione darwiniana. Cosa di meglio che accogliere queste teorie per dimostrare l’esistenza e l’azione miracolosa e continua di Dio?
Per il resto sono d’accordo con Odifreddi, nessuna novità.
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