di Fabrizio Cannone
Andrea Tornielli, sicuramente uno dei vaticanisti più noti in Italia e all’estero, ha la particolarità di unire l’attenzione quotidiana ai fatti della Chiesa e della Santa Sede, ad una notevole quantità di pubblicazioni storiche e apologetiche di tutto rispetto. Cinquantenne e cattolico dichiarato, come giornalista è venuto a galla scrivendo sul Sabato negli anni ’90 e poi su 30 Giorni, due testate che al tempo erano giudicate di area conservatrice, o almeno cattolico-moderate, ben lungi in ogni caso dal più ampio filone progressista del giornalismo cattolico (Famiglia Cristiana, Jesus, Aggiornamenti Sociali, etc.).
Più o meno negli anni del pontificato di Giovanni Paolo II (1978-2005), Tornielli parve restare su posizioni moderate, senza eccedere in un senso o in un altro. Dopo essere stato lunghi anni vaticanista del Giornale di Berlusconi, sotto Benedetto XVI Tornielli iniziò a collaborare con l’emittente cattolica Radio Maria, con la rivista Il Timone, con il quotidiano on line La Bussola, e queste varie collaborazioni gli comportarono una fama di conservatore da cui, secondo alcuni osservatori, ora vorrebbe sbarazzarsi.
Da qualche anno è passato dal Giornale di Milano alla Stampa di Torino e soprattutto ha iniziato la pubblicazione regolare di articoli sul suo blog di vaticanista (Sacri Palazzi) e presso il portale della Stampa Vatican Insider. Si è fatto notare, da qualche tempo, per una nuova tendenza di analisi e interpretazione, diversa da quella precedente, ma in sintonia con certi approcci teologici molto vivaci e potenti nella Curia e nella Chiesa di oggi.
Ultimamente Tornielli, distaccandosi da un passato che apparentemente e incomprensibilmente, forse, gli pesa, ha preso a fluttuare giornalisticamente da una parte all’altra dell’Ecclesia, senza trovare quella stabilità di giudizio che rende sicuri e sempre interessanti i commenti di vaticanisti come Sandro Magister e Marco Tosatti.
Riguardo al Sinodo, è parso barcamenarsi tra le correnti, dal Papa a Kasper, da Kasper a Mùller, senza soluzione di continuità. Il fatto che stavolta la linea Kasper, svelata dal Foglio, sia stata evidentemente opposta a quella dell’autorevolissimo Mùller, ottimamente espressa a suo tempo sull’Osservatore, lo ha mandato un po’ in confusione, rendendo le sue cronache e i suoi commenti di evidente parzialità.
Ad esempio, il 14 settembre sul suo blog ha citato questa frase di Benedetto XVI: “Il problema dei divorziati risposati è una delle grandi sofferenze della Chiesa di oggi. E non abbiamo semplici ricette”. Per Tornielli questa frase vorrebbe mettere in continuità Ratzinger con Kasper, perché entrambi mettono al centro della loro dottrina le sofferenze dell’uomo: “condividere le sofferenze delle persone” sarebbe infatti “il cuore dell’annuncio cristiano”. Ma per Benedetto XVI ai risposati non va data la comunione eucaristica (Sacramentum caritatis, 29), per Kasper invece sì. I due teologi quindi si oppongono sul modo di affrontare le “sofferenze delle persone”. Per Tornielli, “comunque la si pensi e qualunque sia l’esito del dibattito sinodale, senza quel palpito e quello sguardo profondamente cristiano, certe rivendicazioni e le pretese di presunti diritti a proposito dei sacramenti, come pure certe metalliche esposizioni della dottrina, risultano lontane mille miglia dalla vita, dalla carne, dalla sofferenza delle persone. Cioè ultimamente hanno ben poco a che vedere con i cristianesimo”. Ma l’Humanae vitae che nega la legittimità della contraccezione (senza eccezioni per casi pietosi) e la Familiaris consortio che nega l’accesso alla comunione ai risposati, sono esposizioni metalliche che poco hanno a che vedere con il cristianesimo?
Sul Sinodo le contraddizioni del Nostro hanno raggiunto vette nuove.
Già in un articolo del 14 agosto su Sacri Palazzi Tornielli criticava gli “ex papisti” come li ha ribattezzati con sarcasmo, che prima difendevano il magistero di Benedetto XVI e ora bersaglierebbero Papa Bergoglio. Ma lui stesso non si rende conto di fare lo stesso davanti alla portata rivoluzionaria della linea Kasper, suffragata dalla stampa laica e da quella cattolica senza nessuna preoccupazione di ciò che hanno detto e fatto per anni i pontefici.
Parlando del Sinodo, per esempio, Tornielli scrive senza battere ciglio (8.10.14): “Un padre sinodale ha detto che espressioni quali ‘intrinsecamente disordinato’ (utilizzata a proposito dell’omosessualità) e “mentalità contraccettiva” non aiutano a portare le persone a Cristo”… Piccolo particolare che dev’essere sfuggito al nostro informatissimo e dottissimo vaticanista: quelle espressioni sono state usate molte volte da san Giovanni Paolo II, il papa della famiglia. Forse il novello santo non intendeva portare “le persone a Cristo” ?
Sui dibattiti sorti attorno al Sinodo, Tornielli ha pubblicato pezzi quasi ogni giorno, dall’intervista a Kasper a quella a Fisichella, dalla ripresa delle idee del card. Marx alla difesa delle idee aperturiste di Tettamanzi, e così via. Il tutto è certamente e nettamente sbilanciato in favore dell’aggiornamento della disciplina del matrimonio voluta da Kasper e da figure come mons. Forte ( a cui è stato dato amplissimo spazio, su Vatican Insider, anche in occasione dell’apertura di quest’ultimo alle unioni gay). Ma Tornielli non sa notare l’inganno sottile: “la proposta del cardinal Kasper inevitabilmente comporta un cambiamento nella dottrina e non solo nella disciplina”, come notano i prelati fedeli al Magistero della Chiesa e non a fasi alterne (cf. AA. VV., Permanere nella verità di Cristo, p. 23). Ma Tornielli non li ha visti (o forse, come appare da alcuni fatti, li ha addirittura considerati inutilmente polemici e fuori luogo)…