E’ di questi giorni la notizia di un vescovo pedofilo. Il papa ha detto che la pedofilia è come una messa nera. Una messa nera celebrata da un vescovo! Non celebrano (e celebriamo ognuno di noi) forse ogni giorno, preti, vescovi, cardinali, cattolici di ogni genere, la loro superbia, la loro vanagloria, la loro simonia?
E’ di alcuni mesi fa, ma la storia continua, la vicenda di un ordine massacrato senza pietà,
da faide interne ed esterne. Con vendette, soprusi, meschinità, consumate da religiosi ai danni di altri religiosi, con una cattiveria ed un desiderio di vendetta che lasciano smarriti.
Sulla scena, da un pezzo, un cardinale tedesco che da vent’anni almeno, sotto 3 diversi papi, propone le sue personali teorie, presentandole come la salvezza, il nuovo necessario. E si invispa se qualcuno lo contraddice, argomentando, alla luce della dottrina e della storia della Chiesa. Un cardinale che parla di Misericordia, ma che non ammette che qualcuno opponga, ai suoi ragionamenti fallaci, risibili, la verità del Vangelo.
C’è di che indignarsi. E va bene. Fa parte della nostra natura, e l’indignazione può essere sacrosanta. Anche Gesù, ogni tanto, estrae la frusta e inveisce, contro mercanti del tempio e farisei.
Ma qui è un altro il tema che interessa. Può, chi crede nella Chiesa santa cattolica ed apostolica, scandalizzarsi sino alla disperazione del male che in essa vive, prospera, senza tregua?
Dovremmo ricordarci che la strada per la salvezza è quella della fede. San Paolo dice: “Ho sperato contro ogni speranza”; crediamo contro ogni apparente evidenza.
E’ Cristo stesso ad averci detto cosa vuole da noi. Che crediamo in un disegno buono, anche quando il male ci circonda; che crediamo in un senso, anche di fronte alla morte; che amiamo, anche di fronte all’odio…
Lo ha detto e lo ha insegnato, lasciando smarriti i suoi discepoli, più volte: sulla barca in tempesta (“Uomini di poca fede…”) e nell’ora della sua morte. Dov’è la tua onnipotenza, Cristo, nel Getsemani? La tua divina onnipotenza, sulla croce? Dov’è la tua regalità, di fronte a Pilato? La vittoria della Vita sulla morte, di fronte al sepolcro, per lunghi giorni?
Dov’è la santità della Chiesa, nel giardino degli ulivi? Dopo la Tua morte, quando i tuoi discepoli si nascondono?
Dov’è il ruolo di Pietro, fondamento della tua santa Chiesa, al momento dell’arresto di Cristo, al canto del gallo, nella polemica con san Paolo?
Dobbiamo rassegnarci, noi uomini. Le Sue vie non sono le nostre vie. L’Onnipotenza ha scelto la debolezza; la Divinità ha scelto di abitare un corpo carnale, sofferente, mortale; Cristo ha voluto che la santità della sua Chiesa stesse insieme alla miseria, talora infinita, incomprensibile, paradossale, dei sui discepoli. “Santa e composta di peccatori” (Benedetto XVI).
Per scandalizzarci e mettere alla prova la nostra fede. Dove è la tua fede, ora che soffri? Dove è la tua fede, ora che il tuo parroco ti si svela per ciò che è, un povero uomo e non un santo? Dove è la tua fede quando si viene a sapere che un vescovo è pedofilo? Dove è la tua fede quando ti raccontano che nel passato abbiamo avuto anche papi con le amanti, i figli e quant’altro? Dove è la tua fede nella Chiesa, oggi che la vedi così deturpata, debole, spesso incline al tradimento, allo spirito mondano, alle mode?
“Poiché sognavamo un Cristo- Chiesa trionfante agli occhi degli uomini, non sappiamo sempre ricordarci che il mistero di Cristo è il mistero della Chiesa, che sino alla fine dei tempi egli sarà il Salvatore umiliato, camuffato sotto uomini limitati e peccatori, e che dovremo riconoscerlo in essi” (Madelaine Delbrel).
Perché l’uomo di fede vede anche dove non si vede, spera anche quando sembra che sperare sia impossibile; aspetta, attende con paziente fiducia, perché sa che il giorno della Resurrezione deve, immancabilmente arrivare. “Tutto è grazia“.