I figli non sono il cellulare

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Alcuni anno orsono, all’epoca del dibattito sulla legge 40, i principali fautori dell’eterologa, negavano ogni connessione con i sogni eugenetici nazisti: “sono fantasmi agitati da qualche esagitato! Noi desideriamo solo che le coppie abbiano figli, e figli sani”.
Per la verità alcuni tentavano già allora di sdoganare il sogno hitleriano, attraverso la manipolazione del linguaggio: “non parliamo più di eugenetica, ché ricorda troppo la Germania nazista, ma di eugenica...”
Ma piano piano i pensieri reali vengono a galla. Così Elena Cattaneo, nominata senatrice a vita dal presidente Napolitano,

ha dichiarato in piena tranquillità che “la compatibilità tra coppia ricevente e donatori del colore di occhi e pelle è nella natura delle cose”. Mentre Elisabetta Coccia, presidente dei centri di procreazione assistita Cecos-Italia, ha sostenuto che ogni coppia deve poter scegliere il colore degli occhi, dei capelli, della pelle. “In parole comprensibili –ha commentato Eugenia Roccella- si chiama selezione della razza e dei canoni estetici. Insomma, c’è stato detto che, come per l’adozione, ricorrere all’eterologa era un gesto d’amore, e che al bambino serve solo l’amore dei genitori. Un amore, però, condizionato al colore della pelle: lo amiamo solo se è bianco, se è nero non lo vogliamo. Sono questi i criteri proposti dai centri di procreazione assistita? Sono questi i “nuovi diritti” di cui la sinistra si è fatta portabandiera?”.
In verità l’eugenetica è nel cuore stesso dell’eterologa. Per almeno due motivi. Il primo: l’eterologa è figlia del “trasferimento della procreazione dalla casa al laboratorio” (Leon Kass) e della trasformazione del figlio in prodotto, manifattura La seconda: l’eterologa è figlia del mercato (quello che Marzano, Rodotà, Tesauro, centri privati di Fiv, Associazione Coscioni…non vogliono assolutamente normare, non scorgendo alcuna differenza, forse, tra mercato di cose e mercato di persone).

Se il figlio diventa un prodotto, un oggetto “fabbricabile”, inevitabilmente questo genererà il desiderio di figli “perfetti”, su misura, su ordinazione, secondo criteri prestabiliti da chi è disposto a pagare; la conseguenza inevitabile sarà il crearsi, di fronte a questa domanda, di una offerta sempre più artificiosa e rinnovata. In un ciclo perverso in cui sogni eugenetici dei potenziali genitori, anche fertili, genereranno risposte sempre più fantasiose; nello stesso tempo, offerte del mercato sempre più intriganti, genereranno negli acquirenti aspirazioni ancora più disumane. Il figlio, insomma, come un cellulare: c’è sempre desiderio di un nuovo modello, che sostituisca l’antico, e necessità di un nuovo modello, che ingrassi e rilanci il mercato.
Che l’eterologa, tanto più senza alcuna norma che la regoli almeno in parte, generi eugenetica e mercato della vita è dimostrabile in mille modi.
Cosa accade in Italia prima della legge 40, costruita soprattutto sul divieto di eterologa, e approvata da una maggioranza trasversale? In un primo tempo il mercato ha la priorità sull’eugenetica. Inizialmente è necessario offrire a tutti il figlio, anche un po’ ammaccato: l’utilitaria per tutti. Di qui le denunce, ad esempio al Congresso di Bari del 1983, dove il professor Luigi Carenza denuncia: “A Roma vengono usati dietro compenso come donatori di sperma i tossicodipendenti”. Di rimando Carlo Flamigni: “C’è gente che va a prelevare sperma nei villaggi del fanciullo a ragazzi di 13-14 anni”. E il professor Ragni: “Esistono centri improvvisati dove con lo sperma di un donatore vengono messi al mondo decine e decine di figli”. Nel 1984 Luigi Laratta, presidente dell’Aied, dichiarava in conferenza stampa: “sono tra 80 e 110 le banche del seme selvagge in Italia… Richiedono da uno a tre milioni di lire per una doppia inseminazione artificiale e non danno alcuna garanzia sulla provenienza del donatore…”.
Utilitaria per tutti, dunque, a qualunque costo, nel far west procreativo. Ma subito la necessità di ampliare il mercato e di migliorare il prodotto: Mercedes per chi se la può permettere. Da qui le banche degli ovuli delle universitarie di Harvard o la banca dello sperma dei premi Nobel, promossa dal magnate Robert Graham, cittadino di quella California che oggi specula sul mercato legale dell’utero in affitto. Il primo a vendere il suo seme alla banca suddetta, nata allo scopo di produrre figli super-intelligenti per persone super-facoltose, fu il Nobel William Shokley, il quale ebbe a dichiarare: “La cosa più importante è di ridurre le nascite eccessive: tra queste nascite potrebbe essere alto il numero degli stupidi”. Aborto per i poveri e gli stupidi, eterologa con sperma di Nobel per i ricchi? Quanto ai negri, sempre il Nobel: “Dico solo che tra i bianchi un sesto ha un quoziente di intelligenza superiore a 115 mentre fra i negri solo il 2 per cento”.
Oggi i centri privati di Fiv di molti paesi del mondo ingrassano promettendo figli a chi li desideri: single, coppie naturali, coppie gay… Per chi può, doppia eugenetica: cernita dei gameti e selezione degli embrioni. Quanto ai gameti varie banche offrono cataloghi per tutte le richieste: razza, tipo di sangue, colore dei capelli, degli occhi, altezza… Quanto agli embrioni umani, quelli malriusciti si buttano nell’immondizia. Il Foglio, 14 agosto, 2014
Si chiama eugenetica, e qualcuno vuole abbia campo libero. Per motivi ideologici, o economici.

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Autore: Francesco Agnoli

Laureato in Lettere classiche, insegna Filosofia e Storia presso i Licei di Trento, Storia della stampa e dell’editoria alla Trentino Art Academy. Collabora con UPRA, ateneo pontificio romano, sui temi della scienza. Scrive su Avvenire, Il Foglio, La Verità, l’Adige, Il Timone, La Nuova Bussola Quotidiano. Autore di numerosi saggi su storia, scienza e Fede, ha ricevuto nel 2013 il premio Una penna per la vita dalla facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, in collaborazione tra gli altri con la FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) e l’Ucsi (Unione Cattolica Stampa Italiana). Annovera interviste a scienziati come  Federico Faggin, Enrico Bombieri, Piero Benvenuti. Segnaliamo l’ultima pubblicazione: L’anima c’è e si vede. 18 prove che l’uomo non è solo materia, ED. Il Timone, 2023. Ha una pagina youtube: https://www.youtube.com/channel/UC4keWMPfcFgyMAe3ke72HOw