Giovedì scorso, 17 luglio, sulla Nuova Bussola Quotidiana l’articolo principale era costituito dalla testimonianza della conversione di Francesca: dal sostegno all’aborto, alla difesa della vita, dall’omosessualità al matrimonio con Davide. Una rivoluzione scaturita dall’apertura alla Grazia, dall’essersi messa in cammino dopo che qualcuno le aveva detto “vieni e vedi”.
Vengono in mente le parole di S. Agostino riprese da Pascal: “Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato”. Il racconto di Francesca è spunto per ricordare che cosa sia e quanto sia pericolosa l’ideologia: una costruzione puramente teorica, totalmente disincarnata, deconnessa dalla realtà al punto tale che se questa cozza con il castello elaborato con gran fatica, deve esserci un errore da qualche parte a monte della realtà stessa da eliminare insieme ai suoi prodotti fino a quando non vi sarà più alcuna dissonanza tra ideale e reale.
L’ideologia tende ad ipersemplificare la realtà, espungere la complessità. Lo vediamo nel dibattito sullo statuto morale dell’embrione e dell’aborto dove “filosofi” con cattedre nelle più prestigiose università si cimentano nello svalutare il concepito, incapace di raggiungere l’asticella di piena umanità da loro stessi posta per potere giustificare la soppressione del più innocente ed indifeso essere umano. Lo vediamo con l’eutanasia dove gira e rigira l’argomento sarà sempre quello dell’autodeterminazione, o della lotta alla sofferenza, cosicché, come ha osservato padre Gonzalo Miranda, Decano della Facoltà di Bioetica all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum, alla bisogna si potrà fare fuori chiunque: sia chi si vuole suicidare senza stare male, sia chi sta male senza bisogno del suo consenso.
Lo vediamo nella ridefinizione del matrimonio: love is love, ha detto Obama per plaudere il passaggio dalla filia alla gamia. Ma si può “amare” o pensare di farlo in molti modi. Si possono amare più persone (poli-gamia), si può amare se stessi (auto-gamia), si può amare un animale (zoo-gamia), un oggetto (res-gamia), si possono fare combinazioni (ad esempio perché non trascrivere nei registri comunali un matrimonio poli-zoo-res-gamico?). Love is love. Non ci si ama forse all’interno della famiglia? Cosa dovrebbe impedire dunque la richiesta di incesto? Love is love, non può dirlo il pedofilo? Lo dice e lo diffonde e gli si comincia ad aprire i più prestigiosi corridoi per farlo. L’American Psychiatric Association (APA) ha ammesso di avere discusso a fondo su come incasellare la pedofilia nel suo manuale diagnostico finendo per considerarla nell’ultima versione un “orientamento sessuale”. Ne è nato un putiferio, la potentissima associazione di psichiatri ha diffuso un comunicato stampa nel quale si afferma che si è trattato di un errore; quando si dice la scalogna! Dopo la correzione per l’APA la pedofilia è un “interesse sessuale”, una parafilia come il feticismo. “APA sostiene fermamente gli sforzi per perseguire penalmente coloro che abusano sessualmente e sfruttano i bambini e gli adolescenti”, hanno poi detto. Ma nel manuale intanto è stato respinto l’inserimento della efebofilia, cosa che, a detta dello stesso professor Ray Blanchard, docente di psichiatria all’Università di Toronto e capo del gruppo di lavoro dell’APA sull’argomento, “equivale a dire che la posizione ufficiale dell’APA sulla preferenza per i bambini con pubertà precoce è normale”. Love is love.
Il 4 e 5 luglio, cioè stiamo parlando di appena due settimane fa, nella prestigiosissima università di Cambridge si è tenuto un convegno sulla sessualità nell’ultima versione del manuale diagnostico dell’APA, il DSM-V. “L’interesse pedofilico per gli uomini è naturale e normale […] Almeno una minoranza consistente di maschi normali vorrebbe fare sesso con i bambini […] I maschi normali sono eccitati dai bambini”.
Sono alcune affermazioni rivolte alla platea durante la presentazione del convegno, dove una relazione aveva per titolo “Liberare il pedofilo: un’analisi discorsiva”, un’altra invece era “Pericolo e differenza: il paletto dell’efebofilia”. Philip Tromovitch, professore alla Doshisha University in Giappone, ha detto durante la sua relazione dedicata alla prevalenza della pedofilia che “la maggioranza degli uomini probabilmente sono pedofili ed efebofili”. Tom O’Carroll, colpevole di abusi sessuali multipli, già leader del PIE, Paedophile Information Exchange, il gruppo di attivisti pro-pedofilia attivo a cavallo degli anni ’70-’80, presente alla conferenza ha scritto nel suo blog del drink con Tromovitch ed un altro collega al termine del convegno “La conversazione è scorsa nel modo più gradevole, insieme con i drinks e il bellissimo fiume Cam”. O’Carroll ha descritto la sua partecipazione alla conferenza nell’Università di Cambridge, dicendo: “è stato uno di quei rari giorni in cui mi sono sentito relativamente popolare”. Ken Plummer, professore emerito di sociologia all’Università di Essex, ha scritto sulla rivista Perspectives on Paedophilia “Ai pedofili si dice che sono dei seduttori e stupratori di bambini, ma essi sanno che le loro esperienze sono amorevoli e tenere. Si dice loro che i bambini sono puri ed innocenti, privi di sessualità; ma essi sanno sia dalle loro stesse esperienze dell’infanzia sia da quelle dei bambini che incontrano che non è così”. Associazioni mediche, Università e riviste scientifiche impegnate a costruire un’ideologica perversione evidente per qualsiasi persona che conservi un briciolo di senno e connessione col reale. Love is love, mr. President, but vomit is vomit. Do you aggree, Mr. Renzi?