La Lombardia ha approvato una mozione a sostegno della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
Finalmente una regione, e non una qualsiasi ma la più abitata d’Italia, prende le distanze dalla teoria del Gender che viceversa sembrava ormai trionfare ovunque, dal Gay pride per i bambini di Palermo alla carnevalata LGBT di Roma.
La Repubblica non è fondata sull’omosessualismo ma sul lavoro, che è una cosa diversa.
Il Forum delle Associazioni familiari, La Manif pour Tous, le sentinelle in piedi e le altre realtà che hanno dato vita a una autentica resistenza civile, attiva e consapevole e nello stesso tempo rispettosa hanno ora di che gioire. Mesi e mesi di campagna sul territorio incontrando tantissime persone cominciano a dare i loro risultati. Nella mozione approvata in Lombardia c’è tutto: dal sostegno alla famiglia naturale fondata sul matrimonio al ripudio di ogni forma di propaganda omosessualista nelle scuole dell’infanzia e in quelle primarie e secondarie.
La lotta contro le ingiuste discriminazioni non può diventare incitamento all’omosessualità. Nel testo sono stati richiamati i numerosi abusi di cui le lobby gay si sono macchiate in questi ultimi mesi, dalla vergogna del Liceo Giulio Cesare, in cui sono stati letti brani pornografici in classe (gli stessi brani sono stati ritenuti osceni dal presidente del Senato Piero Grasso) al tentativo di insegnare ai bambini da 3 a 6 anni la masturbazione precoce.
Il campanello di allarme è per Renzi, impegnato a far passare il matrimonio gay anche nel nostro Paese, ma anche per Berlusconi, che giusto ieri si era spericolato in dichiarazioni decisamente gay friendly a margine della provocatoria iscrizione della sua compagna Francesca Pascale all’ARCI Gay. Hollande in Francia è stato pesantemente punito alle scorse elezioni dopo averi introdotto ogni forma di libertinismo LGBT.
L’Italiano medio è tollerante, paziente, lontano da ogni volontà di discriminazione, ma non è scemo. Fare propaganda per convincere i minori allo stile di vita tipo “gay pride”, oppure privare deliberatamente i bambini del padre o della madre imponendo due genitori dello stesso sesso è qualcosa di inaccettabile. E a Milano se ne sono accorti. Vedremo se lo capiranno anche a Roma.