Il profilo di Mario Adinolfi e la pagina Voglio la mamma su Facebook, che vanta oltre 23mila “Mi piace”, sono stati ripristinati dopo essere stati oscurati per circa ventiquattro ore.
Lo stesso fatto si era verificato una ventina di giorni fa e Adinolfi non è il solo ad aver avuto problemi di censura con il noto social network. Inutile negare l’evidenza: chiunque esprima liberamente il proprio pensiero è a rischio, soprattutto se quanto scrive è a favore dei bambini e della famiglia. E questo, giova ricordarlo, quando in Italia non è ancora entrato in vigore il ddl Scalfarotto, giustamente appellato come “liberticida”.
Questa mattina, venerdì 20 giugno, un Adinolfi comprensibilmente avvilito per i continui attacchi cui deve ribattere scriveva sul suo blog,: “Voglio la mamma è uscito tre mesi fa, da meno di due mesi abbiamo cominciato a costituire i circoli, da allora è stato un susseguirsi d’insulti, dispetti, contestazioni, censure, minacce e il tutto nel silenzio assoluto dei media, con l’obbligo delle tv di non parlare mai di VLM, dei giornali di non recensirlo, del ceto intellettuale di oscillare tra la derisione dell’autore e l’accusa insopportabile di omofobia o addirittura parafascismo. […] Vi assicuro però che è faticoso. Leggere anche colleghi blogger, giornalisti o scrittori ‘liberali’ esultare per la chiusura del mio piccolo spazio sul web di libera espressione del pensiero mi ha fatto capire che forse tutta questa fatica è graffiare il muro con le unghie. Ho subito sgarbi anche da persone che consideravo amiche, che da me hanno ricevuto molto, adesso sono un po’ stanco. Che vi devo dire, avete ragione voi. Continuate così, tappando la bocca a chi la pensa diversamente da voi sulla famiglia, sulle ragioni del nascere, dell’amare, del morire, otterrete il risultato che vi state prefiggendo: dimostrare che due più due non fa quattro.
Io stacco, almeno per un po’. VLM e io stesso non meritavamo tutto quello che siamo stati e siamo costretti quotidianamente a subire. Adesso togliamo il disturbo, troverete sicuramente qualcun altro da offendere, odiare, minacciare, censurare, mettere a tacere”.
Eppure ieri sera, dopo che il profilo di Mario Adinolfi e la pagina Voglio la mamma su Facebook erano stati oscurati, il popolo del web favorevole alle idee del giornalista non è restato con le mani in mano e ha creato la pagina Rivoglio la mamma. Pagina che in tre ore aveva registrato 1.000 “Mi piace”; numero che dopo dodici ore era già salito oltre i 2.000 pollici alzati e che dopo sole ventiquattro ore dalla creazione si attestava sulle 3.100 preferenze. Una mobilitazione che ha costretto Facebook a tornare sui propri passi e a riattivare il profilo di Adinolfi e la pagina del suo libro. Pagina sulla quale è subito comparso l’aggiornamento: “Hanno oscurato per 24 ore questa pagina, per la seconda volta in 20 giorni è stato dato l’attacco alla nostra libertà di pensiero. Ma ancora una volta, VLM vince. Grazie a tutti per la mobilitazione, vogliono intimidirci ma non ci riusciranno”.
Questa vicenda ha molto da insegnare. Innanzitutto sul clima di censura ideologica che si sta instaurando nel nostro Paese, checché ne vogliano coloro che continuano a riempirsi la bocca con parole come “democrazia”, “uguaglianza”, “libertà”… E in secondo luogo dimostra come una mobilitazione corposa possa ancora incidere. Naturalmente, però, per fare questo bisogna uscire allo scoperto, non avere paura di sostenere le proprie idee politically uncorrect e, purtroppo, correre anche il rischio di perdere qualche amico. Ma ne vale la pena.
Concludiamo ringraziando Mario per la sua tempra e per la sua onestà nel portare avanti idee conformi alla ragione. Continua così… e non mollare mai, perché tante persone hanno bisogno di un “disturbatore” come te per svegliarsi dal torpore e capire le grandi questioni che ci sono in ballo!