Papa Francesco ha questo “vizio”: il telefono. Non lo ha da papa, ma lo ha sempre avuto. Quando era cardinale telefonava molto spesso ai suoi sacerdoti e seminaristi, ma anche alle persone comuni. Si tratta, senza dubbio, di un rischio: soprattutto all’inzio del pontificato, telefonate e interviste hanno alimentato molto il rumore dei media, e le loro strumentalizzazioni. Il rischio c’è, e non si può negare. Sembra che il papa creda questo: il gioco vale la candela. Sa molto bene che anche le telefonate che vorrebbe rimanessero segrete, in qualche modo escono e vengono storpiate, ma crede che sia giusto proseguire su questa strada, che ha intrapreso molti anni fa.
Con le interviste, invece, ha imparato ad essere più prudente: dopo quella a Scalfari, rivelatasi una bufala per l’ampia gamma di manipolazioni presenti, nè è seguita una molto più attenta e sorvegliata a Tornielli ed una a De Bortoli.
In questi giorni la II puntata di quella promessa, a suo tempo, a Scalfari, è saltata. O meglio: il papa ha accolto Scalfari, ha chiacchierato con lui, dimostrando di essere aperto a parlare con tutti, ma non ha voluto che il dialogo divenisse pubblico. A Scalfari interessa parlare con il papa? Il papa ci sta, ma che sia un interesse vero, non giornalistico. L’egocentrismo di Scalafri deve aver sentito il colpo.
Da Dagospia:
Nel giorno dei quattro papi, al quinto, Eugenio Scalfari, non riesce il miracolo. L’altro giorno era riuscito a farsi ricevere per la seconda volta dal grande Bergoglio: cospicue chiacchiere sui massimi sistemi, io, tu, l’eternità, l’amore, anzi l’amore doppio della bigamia che poi sarebbe il doppio specchio di sé, c’è vita oltre la vita, eccetera.
Contento alla fine del colloquio di correre in redazione, infilare i fogli in macchina e replicare lo scoop planetario dell’altra volta, magari ci scappava anche una nuova festicciola dei novant’anni a teatro con tanti altri applausi e le poesie finali e il baciamano.
Purtroppo quando Eugenio già assaporava la nuova infornata di gloria, gli è squillato il telefono.
Chi è? E’ il gentilissimo segretario del Papa che lo prega, mi raccomando, di non scrivere nulla di questo secondo incontro, magari ce ne sarà un terzo, ma proprio non è il caso di rendicontare il mondo ogni volta che si fanno due chiacchiere tra amici, che poi magari saltano fuori scempiaggini teologiche e chi lo sente poi il titolare della Ditta, l’Altissimo?
Non è il caso? Ha chiesto sgomento il Fondatore.
No. Sua Santità si raccomanda.
Ah. E quindi?
E quindi alla prossima volta, buona giornata.
Addio scoop. Per questa domenica due santi bastano e avanzano.
E Scalfari, offesissimo, se n’è tornato a casa.