Donne sottomesse, questione di sfumature

Mentre la giornalista Costanza Miriano subisce una specie di linciaggio per il suo “Casate y si sumisa”, versione spagnola del successo editoriale “Sposati e sii sottomessa”, nel mondo spopola “The etical slut”, da oggi tradotto in italiano con il titolo “La zoccola etica”.

Si tratta di un manifesto pratico per vivere da protagonisti, e in totale serenità, la nuova rivoluzione sessuale: il poliamore, cioè libero sesso con “diverse persone – ora uomini, ora donne, ora persone che stanno nel mezzo, o un po’ di questo o un po’ di quello”.

Le autrici – Dossie Easton e Janet Hardy – hanno tutta l’aria di fregarsene allegramente dei matrimoni e ancor più di stare sottomesse, sicure che nessun parlamentare chiederà mai – come, invece, è accaduto a Madrid per “Casate y si sumisa” – di ritirare dal mercato il loro libro. In Spagna abbiamo assistito ad una specie di nuova edizione dell’indice dei libri proibiti, mentre “The etical sluts” vanta traduzioni in francese e spagnolo, ora italiano e prossimamente in tedesco, e viaggia libero e bello.

La differenza probabilmente sta nelle diverse sfumature di sottomissione, che non vanno più cercate nel famoso passo di S.Paolo utilizzato dalla Miriano, ma in quelle 50 sfumature di grigio già portate alla ribalta da un altro best seller che ammicca allo zoccolaggio.

Nonostante la furba operazione di marketing questa storia del poliamore è un po’ come la scoperta dell’acqua calda, che poi dire zoccola etica è un po’ come sdoganare il furto a fin di bene, molto più onesto chi si impegna nel genere senza bisogno di scomodare l’etica. Senza contare la faticaccia di dover gestire una pluralità di rapporti, ché non è proprio una passeggiata. Ne sanno qualcosa tutti gli avventurieri (e le avventuriere) di sempre.

I promotori della versione italiana di “The etical slut” si dicono felici che “questa insurrezione delle zoccole coinvolga la cattolica Italia”, guardacaso mentre la Chiesa si sta interrogando proprio sulla questione della crisi del matrimonio e della famiglia. I cardinali, in vista del prossimo Sinodo dedicato a questi temi, sono affaccendati a trovare soluzioni a nuovi problemi come ad esempio quello dei sacramenti ai divorziati risposati.

Papa Francesco, giustamente, ha ricordato che prima di perdersi nella “casistica”, occorre “mettere in evidenza il luminoso piano di Dio sulla famiglia e aiutare i coniugi a viverlo con gioia nella loro esistenza.” In questo senso il lavoro da fare è davvero tanto, come ha riconosciuto il Card. Caffarra a Terni, per la festa di S.Valentino: “oggi la capacità dell’uomo e della donna di percepire la bellezza, la preziosità dell’amore coniugale si è come gravemente indebolita.” Vanno a nozze dalle parti del poliamore dove, infatti, dichiarano aperta la guerra a quell’anticaglia obsoleta della monogamia.

Eppure, anche volendo fermarsi alla biologia evolutiva, vi sono studi che fanno riflettere. Secondo il modello matematico sviluppato dallo scienziato americano Sergey Gavriletes lo sviluppo della civiltà è stato possibile grazie a donne fedeli al compagno scelto. Questa univoca fedeltà – osiamo chiamarla sottomissione? – avrebbe creato notevoli vantaggi: meno energie disperse per la competizione tra maschi; maggior successo riproduttivo; maggior cura nel procurare cibo e nel proteggere il nucleo familiare; legami fra più generazioni più chiari che avrebbero favorito la spinta cooperativa dettata dai legami di sangue.

Quindi, invece, della sottomissione delle “50 sfumature di grigio” il fattore vincente nello sviluppo della civiltà sarebbe stata la sottomissione alla S.Paolo: “Mogli, siate sottomesse ai vostri mariti, come al Signore”. E’ vero che non c’è molto da fidarsi delle teorie evoluzionistiche, ma va a finire che con lo zoccolaggio etico, invece, di progredire si torna nella caverna. Se proprio volete farvi l’avventura, per favore, fatelo come sempre e per il resto “casate y si sumisa”. (La Voce di Romagna, 28/2/2014)

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