Nel Decreto di commissariamento dell’11 luglio scorso, si precisava che il Rev.do P. Volpi, ogni sei mesi, avrebbe dovuto informare del suo operato la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. La relazione dovrà essere dettagliata “circa le decisioni adottate, i risultati conseguiti e le iniziative che riterrà utili realizzare per il bene dell’Istituto”. Il primo semestre di commissariamento è scaduto ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti. P. Volpi non è riuscito a sostanziare nessuna delle generiche motivazioni che avrebbero fatto scattare il commissariamento, né è riuscito a portare avanti una sola delle accuse da lui sollevate nei suoi interventi pubblici. Al contrario si è ritrovato con un pugno di mosche in mano e qualche problema giudiziario da affrontare.
Nella circolare dell’8 dicembre, P. Volpi confermava la genericità delle accuse e l’unilateralità della difesa: chi critica il Commissario, critica il Papa. Questo il mantra, che si è andato ripetendo, anche per cercare di fare pressione psicologica su chi questo commissariamento non riesce proprio a digerirlo. Così si è dovuti ricorrere alla pubblicazione della foto di P. Volpi con il Papa, riportando una presunta frase del Pontefice, che dovrebbe figurare come la conferma alla linea di P. Volpi: “Obbedite a quest’uomo”! Insomma, non riuscendo a guadagnare la stima dei Frati, P. Volpi è sempre stato costretto a trincerarsi dietro un presunta “copertura” del Papa, il quale, a sentir lui, sarebbe al corrente ed approverebbe tutto quanto sta facendo.
Sorvoliamo sul fatto che anche Giovanni Paolo II venne fotografato con Maciel Degollado, e Benedetto XVI con David Bell, ma ci chiediamo: non sarebbe ora che chi deve tutelare l’immagine del Papa intervenga? Cosa devono pensare i tantissimi fedeli e frati che da p. Volpi stanno prendendo solo un sacco di bastonate e che se osano dire: “ahi!” pubblicamente, vengono pure ritenuti responsabili di aver aizzato la resistenza? Che è volontà del Papa? Che è il Papa a volere la sospensione degli incontri della MIM, durante i quali non si fa altro che approfondire la devozione mariana? Che è il Papa a volere la chiusura repentina di conventi (5 in sei mesi di gestione Volpi), lasciando tante persone senza più il conforto di un sostegno spirituale? Che è il Papa ad imporre la chiusura di un Seminario che è costato anni ed anni di fatiche e di offerte, che la gente ha dato togliendo denaro dalle proprie tasche, che adesso viene usato per pagare l’onorario del commissario e dei suoi aiutanti?
Forse è proprio perché p. Volpi ha in mano un pugno di mosche e collezionato un mare di guai, che ha bisogno di qualcosa di concreto. Nella già menzionata circolare il Commissario Apostolico scriveva, tra l’altro, al punto 2: «Rimarranno sospese per un anno le ordinazioni diaconali e sacerdotali. Inoltre i candidati che adesso sono in formazione dovranno sottoscrivere personalmente un’accettazione formale del Novus Ordo quale espressione autentica della tradizione liturgica della Chiesa e dunque della tradizione francescana (fermo restando quanto permesso dal Motu Proprio Summorum Pontificum, una volta revocata l’attuale disposizione disciplinare di veto, ad hoc e ad tempus, per l’Istituto) e dei documenti del Concilio Vaticano II, secondo l’autorità riconosciuta loro dal Magistero. Chi non accettasse tali disposizioni verrà immediatamente dimesso dall’Istituto». Dunque c’è ancora qualcosa che bolle in pentola, perché questa richiesta è quanto meno sospetta.
In primis, non è molto chiaro cosa intenda P. Volpi per “candidati che adesso sono in formazione”: gli studenti di filosofia e teologia (candidati agli Ordini Sacri), già Professi di voti temporanei o perpetui? I novizi, i postulanti, gli aspiranti?
Secondariamente, sembra quantomeno incomprensibile, per non dire arbitraria, l’ultima frase di P. Volpi che parla addirittura di dimissioni immediate dall’Istituto per chi non accetta “tali disposizioni” (cioè la sottoscrizione di cui al punto 2 della circolare). In realtà per un Professo di voti temporanei o perpetui le dimissioni non sono così immediate come afferma P. Volpi in termini perentori ed assolutistici; infatti ci risulta che occorra un processo canonico in cui al frate “inquisito” sia data possibilità di essere difeso da un legale.
Altra annotazione, che sembra degna di nota. Premesso che occorrerà attendere il contenuto specifico della dichiarazione da sottoscrivere, quanto asserito nella circolare suscita una certa perplessità. Si richiede infatti “un’accettazione formale del Novus Ordo quale espressione autentica della tradizione liturgica della Chiesa e dunque della tradizione francescana”. Se si legge l’Istruzione Universae Ecclesiae, sull’applicazione del Summorum Pontificum, al n. 19 si afferma che “i fedeli che chiedono la celebrazione della forma extraordinaria non devono in alcun modo sostenere o appartenere a gruppi che si manifestano contrari alla validità o legittimità della Santa Messa o dei Sacramenti celebrati nella forma ordinaria e/o al Romano Pontefice come Pastore Supremo della Chiesa universale”. Dunque per la Chiesa il “Rubicone” è il riconoscimento della validità e della legittimità del Novus Ordo, mentre invece il Commissario impone di riconoscere quest’ultimo come espressione “autentica”. Semplice disattenzione? Può darsi. Però non possiamo dimenticare che la linea liturgica del Commissario è quella di ritenere che la Forma straordinaria si chiami così proprio perché può essere celebrata straordinariamente e non invece ordinariamente. Dunque ritenere che il Novus Ordo sia espressione autentica della tradizione liturgica… francescana, va a colpire proprio uno dei punti forti dei FI, a partire dal 2007, e cioè quello di riconoscersi maggiormente nel rito antico, cosa del tutto legittima e prevista dallo stesso Summorum Pontificum all’art.3. Non è un caso che il “referente” liturgico di p. Volpi, p. Matias Augé, ebbe a scrivere sul suo blog (http://liturgia-opus-trinitatis.over-blog.it/article-stop-all-uso-del-vetus-ordo-per-i-francescani-dell-immacolata-119308749.html), in data 30 luglio 2013: “Ho sentito dire che il Vetus Ordo è per loro [Francescani dell’Immacolata] quasi parte del proprio carisma, ecc. E’ il caso tipico in cui si è andato oltre la lettera del Motu proprio di Benedetto XVI, che non prevede nessun proselitismo in favore del Vetus Ordo. Basta muoversi invece nei siti del web per capire che i Francescani dell’Immacolata sono noti “per lo zelo e la predilezione per la forma straordinaria del rito romano”. Dunque, vietati anche lo zelo e la predilezione, in barba al Motu Proprio!
Facciamo infine notare che tra i Francescani dell’Immacolata vengono ammessi (come aspiranti, postulanti, novizi, Professi fratelli laici, Professi studenti di filosofia e teologia candidati agli Ordini Sacri) e vengono ordinati (diaconi, sacerdoti) coloro che, tra l’altro, accettano la validità, legittimità, dignità del Novus Ordo e il Concilio Vaticano II. Pertanto tale sottoscrizione richiesta da P. Volpi è perfettamente inutile nonché altamente offensiva, diffamante e calunniosa nei riguardi sia dei “candidati”, sia dei formatori, sia dei Padri Fondatori e dei loro precedenti collaboratori nel governo generale F.I. e nella formazione. I frati che dovessero firmare la sottoscrizione, ne accetterebbero l’anima, il contenuto implicito. Sarebbe come dire: “Firmo, perché prima, per essere Francescano dell’Immacolata, potevo anche non accettare il Novus Ordo e il Vaticano II…” Le firme potrebbero dunque essere usate da p. Volpi come dimostrazione di una ritrattazione di massa.
Ad insospettire è anche il punto 3 della predetta circolare, in cui il Commissario Apostolico scrive: «Ogni religioso dovrà chiaramente e formalmente manifestare per iscritto la volontà di continuare il proprio cammino nell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata, secondo il carisma francescano-mariano, nello spirito di san Massimiliano M. Kolbe, secondo le direttive sulla vita religiosa contenute nei documenti del Concilio Vaticano II».
In virtù della Professione Religiosa (Semplice e Perpetua), i religiosi F.I. hanno già manifestato la loro volontà di vivere da Francescani dell’Immacolata secondo il carisma ricevuto dai Fondatori Padre Stefano Manelli e Padre Gabriele Pellettieri (purtroppo neppure menzionati al punto 3 della circolare di P. Volpi) e riconosciuto dalla Chiesa di Diritto Pontificio. A che serve dunque una ulteriore dichiarazione?
A seguito di gravi atti di malgoverno autoritario (tra cui minacce)e di gravissime accuse false, calunniose e diffamatorie (atti di malgoverno e accuse rinvenibili anche nella suddetta circolare dell’08-12-2013) scagliate contro P. Manelli, contro i suoi stretti ex collaboratori e contro ex Superiori (tutto ciò già segnalato alle competenti Autorità Ecclesiastiche), è più che lecito che i frati non abbiano più fiducia nei proponenti di tali sottoscrizioni, in particolare nei Padri Fidenzio Volpi e Alfonso Bruno, i quali stanno dimostrando grande incapacità a garantire il futuro del carisma dei F.I. come autenticamente inteso dai predetti Fondatori. Ad oggi, se non andiamo errati, solo chiusure di conventi, sospensioni e rinvii.
C’è perciò da temere che eventuali firme alle predette sottoscrizioni possano essere strumentalizzate, magari proprio per arrivare a riferire alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica con in mano delle presunte ritrattazioni…
Pertanto, dopo aver consultato anche un canonista, riteniamo che non è opportuno firmare la predetta sottoscrizione, richiesta dalla circolare dell’08 dicembre 2013.
E’ anzi auspicabile che eventuali minacce di pene canoniche (es.: sospensione a divinis, riduzione a stato laicale…) o accuse pretestuose (es.: “Se non firmate non obbedite al Papa!”) da parte dei Padri Volpi, Bruno ed altri contro i frati non-firmatari, vengano senza timore tempestivamente segnalate da questi ultimi al Santo Padre Papa Francesco, quali ulteriori gravissimi abusi di potere.
Il Papa ha già in suo possesso una petizione sottoscritta dai Padri Fondatori e da più di 200 frati che vogliono seguire i medesimi Fondatori. Questi frati petizionari attendono fiduciosi una risposta dal Vicario di Cristo.