Prodi, Caffarra e i “cattolici adulti”

Correva l’anno 2005 e l’Osservatore romano definiva la posizione dei “cattolici adulti” rispetto alla questione delle coppie di fatto “un tentativo di relativizzare e ideologizzare la realtà della famiglia”, una “lacerazione inaccettabile”. L’espressione “cattolici adulti”  fu coniata da Romano Prodi per definire un modo di essere pienamente cattolici pur comportandosi al contrario di quanto indicato dal Magistero e dalle indicazioni dei Vescovi.

Oggi, 2013, Romano Prodi e il prof. Alberto Melloni, storico della cosiddetta “scuola di Bologna”, sono stati ricevuti in Vaticano per alcuni appuntamenti ufficiali. Qualcuno ha parlato di ritorno dei “cattolici adulti bolognesi” nel salotto buono dei sacri palazzi, dopo che la CEI di Ruini li aveva in qualche modo fatti uscire dalla finestra.

Alla Civiltà Cattolica, il mensile dei gesuiti, Prodi e Melloni hanno preso parte ad una tavola rotonda dal tema “La svolta di Papa Francesco”. Il dibattito non ha portato argomenti particolarmente esplosivi, Melloni, fedele alla sua visione del Vaticano II come nuova era della Chiesa, ha parlato dell’irruzione “messianica” di Papa Francesco che attua nei fatti quella “primavera” originata dal Concilio. Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano il Vescovo Marchetto e il Card. Brandmuller recentemente indicati proprio dal Papa come i migliori interpreti del Concilio e della continuità nella Chiesa. Entrambi, infatti, hanno sempre marcato in modo deciso la loro critica al punto di vista della “scuola di Bologna” in materia di interpretazione del Vaticano II come novità assoluta.

Ma, al di là delle questioni legate al Concilio, risulta interessante la coincidenza che si è verificata sabato scorso. Mentre i “cattolici adulti” erano impegnati fra le sacre mura, a Bologna il Cardinale Caffarra incontrava la consulta diocesana delle aggregazioni laicali e interveniva proprio sul ruolo dei fedeli laici nel mondo di oggi. Un intervento che lascia poco spazio al ritorno di qualsiasi fedele “adulto” che voglia fare a meno di confrontarsi con alcuni “paletti” ineludibili.

Caffarra ribadisce con chiarezza che i laici cattolici devono innanzitutto prendersi cura del matrimonio e della famiglia, realtà che “è stata colpita da un vero e proprio sisma”. “Si pensi – dice Caffarra – alla corruzione che sta subendo il fondamentale vissuto umano della sessualità mediante la proposta di equiparare all’amicizia coniugale l’amicizia omosessuale.”

Il Cardinale ha proposto una “carta topografica che il laico deve tenere in mano per muoversi nel mondo” e questa carta non lascia spazio ad alcuna sua relativizzazione. La fede della Chiesa e la ragione illuminata dalla fede elaborano una visione della persona umana, una antropologia, da cui derivano dei paradigmi secondo i quali devono essere comprese e vissute tutte le grandi esperienze umane. In questo ambito – dice Caffarra – ogni credente “deve assentire con un sincero ossequio dell’intelletto e della volontà”.

Di fronte a ciò non c’è spazio per il “cattolico adulto”, anche se molti politici che si dichiarano cattolici, a sinistra come a destra, si comportano come tali.  Ad esempio i tanti che – per dirla con l’Osservatore romano del 2005 – vanno oggi “alla ricerca di voti, lacerando la famiglia.”

Caffarra, invece, ricorda ai fedeli laici che l’impegno nel mondo non può prescindere da quei “paletti” che non sono beceri oscurantismi moralistici, ma vie per la piena realizzazione della caritas. Perchè – ribadisce l’Arcivescovo di Bologna – non c’è carità senza verità.

A partire da questo presupposto le priorità di azione nel mondo di oggi, secondo Caffarra, sono quattro: oltre a quella già citata della famiglia, c’è l’emergenza educativa, la grave condizione in cui versa la politica e, infine, il sistema economico.

Cercasi disperatamente laici cattolici “bambini”, candidi come colombe, ma anche astuti come serpenti. Perchè ci sono troppi “adulti” in giro. (La Voce di Romagna, 04/12/2013)

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