Recentemente sono state diffuse da padre Fidenzio Volpi, e riprese dai media, delle accuse molto gravi in merito alla gestione economica dei Frati Francescani dell’Immacolata. Le accuse sono le seguenti: “Da segnalare trasferimento di denaro, sempre in pieno commissariamento, a soggetti che formalmente non vantavano nessun credito nei nostri confronti da parte di chi non ne aveva più l’autorità e l’autonomia operativa” (CIRCOLARE 8 DIC.)
SUI MEDIA è comparsa questa notizia: Ci preoccupa altresì che siano stati effettuati, dopo il commissariamento, da parte dell’ex amministratore generale dei pagamenti a soggetti che non hanno presentato nessuna fattura e nessun titolo di credito, senza nemmeno informare il sottoscritto», stante il fatto che con la decisione della Santa Sede erano decaduti con padre Manelli anche i suoi consiglieri generali.
Di fronte a tali accuse che in modo gravissimo ledono l’onorabilità dell’Istituto dei F.I. e in particolare dell’ex-amministratore Padre Bernardino M. Abate, quest’ultimo, interpellato da Libertà e persona, ha esordito:
Sono rimasto sconcertato dall’aver visto divulgate a tutti i confratelli e perfino agli utenti dei media accuse così gravemente infamanti, non solo ai danni della mia persona, ma anche dell’intero Istituto SENZA CHE PRIMA MI FOSSERO CHIESTE SPIEGAZIONI. Ho già risposto per lettera al Padre Commissario, documentando puntualmente ogni operazione finanziaria da me effettuata fino al 20 settembre, data in cui è subentrato il nuovo economo. In nessun modo ho voluto scavalcare l’autorità del Commissario in quanto si trattava di rimborsi di ordinaria amministrazione dimostrabili nel rendiconto finale, e relativi a somme pervenute in vista di essere destinate alle diverse attività della nostra Famiglia dei Francescani dell’Immacolata (frati, suore e laici.
Ci può dare informazioni più dettagliate?
Il nostro Istituto, al quale per circa 25 anni ho prestato il mio servizio di amministratore, ha sempre operato in stretta collaborazione, con estrema armonia e trasparenza, con l’Istituto delle Suore Francescane dell’Immacolata e con i laici della MIM e delle Associazioni ONLUS nella raccolta e nella gestione delle offerte da devolvere per fini caritativi e di apostolato (costruzione di santuari, case della carità, adozioni a distanza, mensa dei poveri,ecc…), tutte opere che venivano realizzate e gestite dalle diverse componenti della nostra Famiglia religiosa.
Abbiamo sempre lavorato insieme alle suore e ai laici come in un’unica grande Famiglia. In pieno rispetto delle intenzioni dei benefattori, trasferivo periodicamente somme di denaro a coloro che gestiscono le opere o che provvedono all’invio delle offerte nelle Missioni. Insomma voglio dire che tutto scorreva serenamente con canali semplici, ma efficaci. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Le opere grandi si son fatte con mezzi semplici e mediante un faticoso lavoro capillare di raccolte, di questua, di campagne promozionali fatte in prossimità delle festività del Natale e della Pasqua, ecc…. Quindi, le uscite di soldi che ho operato dopo l’inizio del commissariamento sono stati appunto trasferimenti o, se si vuole, rimborsi di somme di cui non doveva disporre il nostro Istituto di frati, ma che spettavano ad altri soggetti, pur appartenenti alla nostra grande Famiglia religiosa e che avevano nello specifico l’onere di costruire e curare determinate opere.
Ribadisco che ciò che di tutta la vicenda più mi amareggia non è solo la gravità e l’infondatezza delle accuse, ma anche il fatto che il Commissario non me ne abbia parlato in via preventiva e che addirittura ne abbia invece parlato sui mezzi di informazione, ponendo in essere un’autentica diffamazione.
si veda anche:
https://www.libertaepersona.org/wordpress/2013/12/a-proposito-dei-beni-dei-f-i/