Obama fa lo spione

La tela di ragno tessuta dall’ex tecnico della National Security Agency Ed Snowden, da tempo fuggito a Mosca, si fa sempre più estesa e fitta. Ma al tempo stesso cominciano a rendersi visibili i suoi obiettivi privilegiati.

E indovinate chi sono? Ma i soliti della cattivissima destra, naturalmente: l’ex presidente George W.


Il quotidiano britannico di sinistra Guardian, parte del ristretto gruppo internazionale di testate che ha il privilegio di ricevere in esclusiva le informazioni rubate da Snowden all’intelligence americana, ha pubblicato ieri un aggiornamento-bomba sulle attività spionistiche che tanto stanno irritando gli alleati europei e in special modo la cancelliera tedesca Angela Merkel: sarebbero 35 i leader mondiali i cui numeri telefonici personali venivano spiati dalla Nsa. Nessun nome viene fatto, ma è più che plausibile che la lista comprenda capi di Stato e di governo dei Paesi più importanti, e che l’Italia vi possa essere inclusa.

Il Guardian scrive che un anonimo funzionario, forse della Casa Bianca forse del Pentagono, avrebbe fornito agli 007 americani una lista di ben duecento numeri privati (denominati in codice «Rolodoxes»), di cui quei 35 fanno parte. Il giornale inglese non manca di precisare che il documento della Nsa il cui contenuto è stato ora divulgato risale al periodo in cui Bush stava svolgendo il suo secondo mandato presidenziale, dunque tra il 2005 e il 2008. Non si può però non osservare che le giustificazioni accampate ieri dal portavoce di Barack Obama («non stiamo mettendo sotto controllo le comunicazioni della Cancelliera tedesca, né lo faremo mai in futuro») risultano patetiche, considerando che lo stesso Jay Carney si è rifiutato di rispondere alla precisa domanda se questo fosse avvenuto nel passato.

 

Bush potrà dunque aver avviato queste pratiche disdicevoli, ma il suo successore democratico le ha certamente continuate. Discorso che appare ben fondato, se è vero come ha scritto il giornale tedesco Die Welt che il vecchio cellulare personale di Angela Merkel, che la Cancelliera usava senza protezioni di sorta contravvenendo alle norme in vigore per gli alti funzionari di Berlino, sarebbe stato spiato a partire dal 2009 e fino allo scorso luglio, quindi interamente sotto Obama.

Con grande imbarazzo Carney ha riconosciuto che «le rivelazioni sulla Nsa hanno chiaramente provocato tensioni nelle nostre relazioni con alcuni Paesi, e stiamo affrontando la situazione attraverso i canali diplomatici. Si tratta – aggiunge con disagio il portavoce di Obama – di relazioni molto importanti sia economicamente sia sotto il profilo della nostra sicurezza e ci impegneremo per mantenerle quanto più strette possibile».

Un ultimo dettaglio non secondario. Risulta alla Reuters che la Merkel avesse sospettato di essere spiata dopo aver scoperto – non viene percisato quando – che il suo numero privato era scritto su un non meglio precisato documento americano. Si sarebbe allora rivolta per telefono a Obama. Che evidentemente fece lo gnorri. Il Giornale, 25 ottobre

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