Il deserto maschile e una società senza padri. I numeri che nessuno vuole vedere

 

di John Flynn

 

 

Un rapporto pubblicato la scorsa settimana dal think-tank britannico  Centre of Social Justice (CSJ), mette in luce che le famiglie monoparentali  raggiungeranno presto un totale di due milioni.
È in atto uno “tsunami della  famiglia che sta percuotendo il paese”, ammonisce il direttore del CSJ,  Christian Guy, nella prefazione del documento, intitolata: Famiglie divise:  perché conta la stabilità.
Il rapporto stima che le famiglie con un solo  genitore stanno crescendo ad un ritmo di 20.000 all’anno e che raggiungeranno i  due milioni al momento delle prossime elezioni politiche (2015). La  convivenza, rileva il dossier, è il principale fattore alla base della crescita  delle famiglie monoparentali. Dal 1996, il numero delle persone che convivono è  raddoppiato, fino a sfiorare i 6 milioni. Secondo i dati del rapporto, i  genitori conviventi sono tre volte più propensi alla separazione entro il  compimento dei cinque anni del primo figlio, rispetto alle coppie  sposate. Oggi, in Gran Bretagna, un quarto di tutte le famiglie con figli a  carico sono guidate da un solo genitore, ed il paese mostra uno dei più alti  tassi di rotture familiari nel mondo sviluppato, si legge nel rapporto.

QUANTO COSTANO. Il CSJ ha criticato il governo per aver  ignorato il bisogno di stabilità delle famiglie, ricordando quanto detto dal  primo ministro Davide Cameron durante la passata campagna elettorale, quando  promise «il governo più amico della famiglia di sempre». Eppure il dossier  rileva che per ognuna delle 6000 sterline che il governo spende per i costi  delle famiglie sfasciate, soltanto una sterlina viene spesa per aiutare le  famiglie a mantenersi unite.
Il think-tank mette poi in luce gli  enormi costi dell’aumento delle famiglie monoparentali. Il totale dei costi  delle rotture familiari ammonta a 46 miliardi di sterline all’anno, quindi poco  più di 1500 sterline per ogni contribuente. Questi valori, si legge ancora nel  dossier, sono aumentati di quasi un quarto negli ultimi quattro anni.

SENZA PADRI. Un’altra grave conseguenza dell’indebolimento  della vita familiare è l’assenza di modelli maschili per i figli. Secondo il  dossier almeno un milione di bambini crescono senza la presenza di un padre in  casa. Il CSJ, inoltre, descrive come alcune delle regioni più povere del  paese siano diventate dei “deserti maschili” poiché ben poche scuole primarie  dispongono di insegnanti uomini. In Inghilterra e Galles un quarto delle scuole  primarie sono totalmente prive di insegnanti di sesso maschile, mentre quattro  quinti delle scuole primarie ne hanno meno di tre.
L’assenza di padri e di  modelli di riferimento maschili, osserva il rapporto, è legata a più alti tassi  di delinquenza minorile, a precarietà economica e a gravidanze precoci.

NON E’ UN’OSSESSIONE “DI DESTRA”. Il direttore del CSJ ha  osservato che i politici trovano sempre delle scuse per non aiutare le famiglie.  Alcuni di loro affermano che la politica non debba interferire nelle questioni  personali, altri ritengono che i cambiamenti nelle famiglie sono semplicemente  parte della vita moderna, mentre altri ancora, addirittura negano che esista il  problema del collasso della famiglia. «Questo atteggiamento deve cambiare – sollecita Guy -. Il collasso della famiglia è un urgente tema di salute  pubblica», ha dichiarato. «Appoggiare l’impegno e porsi un obiettivo di ridurre  l’instabilità non equivale a criticare o stigmatizzare i genitori single o i  loro figli», ha detto. Dobbiamo percepire che il sostegno al matrimonio «non è un’ossessione della destra ma un tema di giustizia sociale», ha spiegato  il direttore del CSJ. Infatti, ha proseguito, «nella società, i giovani  vorrebbero sposarsi, tuttavia le barriere culturali e finanziarie che essi  devono fronteggiare nelle comunità più povere, contrastano con le loro  aspirazioni».

I BENEFICI DELL’UNITA’ FAMILIARE. L’ampiezza dei problemi  determinati dalle divisioni nella vita familiare è stato il tema di un altro  dossier britannico, pubblicato lo scorso anno dall’Economic and Social Research  Council. Secondo il rapporto, pubblicato dal quotidiano Telegraph lo  scorso 7 novembre, assistere allo sfascio della propria famiglia quando si è  bambini, è associato a problemi psicologici che emergono dopo i trent’anni.
Numerosi altri studi hanno dimostrato i vantaggi di una vita matrimoniale  stabile, con risultati positivi che vanno dagli stipendi più alti per i padri a  più alti livelli di salute e felicità. Un sito web sul matrimonio sponsorizzato  dalla Conferenza Episcopale degli USA include una pagina (http://www.foryourmarriage.org/what-are-the-social-benefits-of-marriage/)  sui benefici sociali del matrimonio.

UN DANNO PER LA SOCIETA’. Nonostante la grande quantità di  informazioni che dimostrano l’importante ruolo del matrimonio per la società, il  numero delle famiglie monoparentali continua a crescere. Nel 2010, negli Stati  Uniti, solo il 63% dei figli viveva in una famiglia con due genitori, contro  l’82% del 1970. Questi dati sono stati riportati da un articolo pubblicato lo  scorso 20 marzo dal New York Times che rileva anche le condizioni  economiche peggiori degli uomini con minore istruzione.
L’articolo cita anche  una ricerca che mostra come i bambini che crescono nelle famiglie a più basso  reddito, di solito sono cresciuti soltanto dalle loro madri e, a loro volta,  sono destinati a diventare genitori di figli con basso reddito.
Con una tale  quantità di prove che dimostrano come il declino della famiglia sia dannoso per  la società, la domanda che richiede una risposta è come mai i governi fanno così  poco per dare sostegno al matrimonio e alle famiglie.

(fonte: zenit.org)

 

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Autore: Libertà e Persona

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