Don Corsi tradisce il Vangelo. Parola di Aldo Grasso

Torniamo a parlare di don Piero Corsi. Non per amore di polemica, ma per amore della Verità.
Il parroco di Lerici ha certamente sbagliato, non tanto per i contenuti espressi (è sotto gli occhi di tutti il modo di vestire di certe donne e dire che esso sia provocante e possa indurre gli uomini in tentazione non è affatto un’esagerazione), quanto piuttosto nella formula adottata per trasmetterli.
Detto questo, il caso mediatico che è stato creato attorno a don Corsi è stato assolutamente esagerato e fazioso. Di una faziosità tale che spesso i giornalisti sono s-caduti nell’insulto diretto nei confronti del prete oltranzista e dei “talebani cattolici” che la pensano come lui.
L’ultimo articolo, in ordine temporale, in tal senso è apparso sulla rivista Sette del Corriere della Sera di venerdì 11 gennaio e porta la firma di Aldo Grasso.

Dopo aver brevemente narrato la storia «grave e triste» di don Corsi, che dopo aver affisso il volantino salito all’onore della cronaca non ha neanche chiesto scusa e che – udite, udite! – «non ha lasciato l’abito talare (come annunciato da un comunicato poi smentito), si è solo preso un “periodo di riposo”», Aldo Grasso si lancia nel commento della vicenda.
Scrive il “giornalista”: «In quel tazebao, copiato da un sito oltranzista di “talebani cattolici”, si manifestano una mentalità contorta, un disprezzo rozzo e profondo nei confronti della donna, invitata a fare autocritica, una totale mancanza di sensibilità e cultura».
Ma come, riflette a questo punto il malcapitato lettore: Grasso non lo sa che con i talebani non si scherza? Non lo sa che uno dei loro passatempi preferiti è uccidere gente innocente? E ancora: Grasso non sa che è stato il cristianesimo che, per primo, ha elevato la figura della donna? E non lo capisce che dire alle donne di vestirsi è un modo per dire loro che il loro valore va molto al di là del loro corpo? Chissà, forse Grasso queste cose proprio non le sa. Alla faccia di chi non ha «sensibilità e cultura»…
Ad ogni modo, l’expluoit del noto giornalista non è ancora finito. Proseguiamo nella lettura: «Chissà che vita fa don Corsi – si interroga Grasso –. In paese raccontano che gli scontri con i parrocchiani siano all’ordine del giorno, forse ha problemi suoi non risolti. A vederlo in tv sembra uno il cui pensiero è tutto nel suo corpo, così come il suo corpo è tutto nel suo pensiero». E qui pare proprio che ad avere qualche problema irrisolto sia Grasso stesso, ed è con la facoltà di spiegarsi in maniera comprensibile.
Veniamo però ora alla fine dell’articolo, che presenta la vera ciliegina sulla torta. Qui Grasso sostiene che don Corsi tradisce il Vangelo, in quanto rappresentante «di una minoranza ultracattolica, violenta e intransigente», e finisce citando il vaticanista (sig!) de Il Foglio, Paolo Rodari, il quale ha recentemente scritto: «Esiste una pancia forse molto piccola ma senz’altro profonda dentro la Chiesa che la pensa come lui [don Corsi, ndr], una cloaca (!!!) ascrivibile al mondo tradizionalista di stampo italiano, una fazione con pochi adepti ma che quando si mette in moto sa fare male».

Che dire? Alla faccia del giornalismo documentato e super partes

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8 pensieri riguardo “Don Corsi tradisce il Vangelo. Parola di Aldo Grasso”

  1. Io Grasso lo stimo tantissimo per il suo lavoro di giornalista e critico televisivo. Ha espresso semplicemente il suo pensiero su una vicenda particolare in cui effettivamente don Corsi ha esagerato nelle modalità e anche nei contenuti. Si è rivolto come un esagitato verso tutto il genere femminile. Perché criticare così ferocemente il pensiero di un giornalista su una vicenda in cui un pò tutti concordano che le modalità del prete siano state quanto meno sopra le righe? Direi che tutti i cattolici dovrebbero concordare che quello di don Corsi non sia un modo giusto di affrontare il problema delle donne uccise dagli uomini. Bisogna andare alla profondità del problema, come già altri giornalisti hanno saputo fare (Costanza Miriano per esempio)

  2. @giuseppe
    Che Lei stimi il grasso non ce ne può ….. di meno! Ringraziamo il CVII che questo genere di preti ha demonizzato e ci ha regalato quelli senza talare e non misogini. Rincresce solo che Paolo VI abbia restituito agli Ottomani il vessillo che a Lepanto era stato tolto da “crociati” cristiani ai “tranquilli” giannizzeri che volevano con le armi portarci la vera religione. Ora essi hanno capito il messaggio pontificio e possono sbarcare tranquillamente sulle nostre coste, essere mantenuti e presto gli imam sostituiranno i nostri “vescovi”. Allora finalmente la donna potrà occupare il ruolo che le spetta nella società italo-islamica e la nostra Costituzione sarà modificata accogliendo la Sharia così non avremo più le “veline” ma le “velate”!

  3. Basta con questi articoli! Basta!
    Ormai è da tutti accettato – basta seguire i mass media – che i maschi sono trattati come individui di rango inferiore.
    Si contano le Donne uccise, non i maschi uccisi!
    Si è coniato il neologismo femminicidio, che ad alcune Donne non piace, perché è preferibile usare il termine Donna, che significa PADRONA (dal termine latino “domina”).
    I maschi hanno scelto un ruolo masochistico e di totale sudditanza. Se una Donna si lamenta di un maschio, sono i maschi stessi a volerlo linciare: più schiavi di così!
    Noi vi guardiamo divertite lottare accanitamente tra di voi; poi toccherà a noi, non a voi, la scelta. Il più bello? Il più ricco? O semplicemente il vincitore?
    Non so quante speranze ha lei, Righi.
    Cordialmente e senza rancore.
    Giò

  4. Non c’è da stupirsi nè per le affermazioni di Don Corsi nè per quelle dell’indignato giornalista politically correct Aldo Grasso.
    Chi segue Cristo continui a parlare “Sì sì, no no”, delle opinioni (e degli opinionisti) del mondo possiamo anche farne a meno (ovviamente quando stiamo dalla parte della Verità, cioè di Cristo).
    Purtroppo oggi la realtà è drogata dallo sclerotizzante opinionismo indotto dai mass media che influenzano e rincoglioniscono le masse, noi cattolici siamo chiamati a parlare “Sì sì, no no” perchè il resto viene dal maligno.
    Concordo con Giovanni da Modena (mio conterraneo) in attesa dell’ufficiale sostituzione delle veline con le velate.

    Giacomo

  5. Don Piero Corsi ha fatto solo il suo dovere affermando che l’abbigliamento palesemente provocante di molte donne fa violenza agli uomini che non vogliono essere molestati sessualmente: E’ una falsità dire che un uomo normale non provi niente di fronte all’esibizione di certe forme. Si tratta di una molestia che, in chi ha scelto di non violare il sesto comandamento, può trasformarsi in un vero tormento con conseguenze imprevedibili.
    Ma gli uomini, così anche Aldo Grasso, preferiscono dare ragione in tutto alle donne per non ritrovarsele contro ed essere pubblicamente linciati come Don Piero Corsi.
    Ha ragione Giovanna, che scrive il 3° commento: mai visti maschi più succubi e schiavi delle donne; lo si intuisce anche da alcuni commenti che mi precedono.
    Quasi tutti parlano per convenienza ed opportunismo: un Cristiano non dovrebbe fare così – Gesù non lo faceva ed è stato crocifisso – , ma fanno così anche molti Vescovi.
    Meglio l’ipocrisia per non esporsi, per il quieto vivere, per assecondare il Principe della Menzogna, cioè Satana.
    Nel sistema di valori attuali un paio di belle gambe femminili valgono più di una vita spesa nella santità a servizio di Dio e dei fratelli.
    Un monaco orientale mi confidava il seguente proverbio, con la preghiera di non rivelarlo a nessuno (aveva paura anche lui delle donne!):
    «Mulier est malleus, per quem diabolus mollit et malleat universum mundum».

  6. Credo che a tutti piaccia una bella donna specie se molto attraente come può essere una ventenne. Il parroco ha detto esattamente questo. Tutti siamo immersi in una società preda dell’istinto , del consumo fast. Per alcuni è il massimo, niente da dire. Il punto è , un parroco ha ancora il diritto di affermare qualcosa di diverso? Sembra di no.

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