Il 9 e 10 novembre, presso la Pontificia Università Gregoriana, si terrà un grande convegno dal titolo: “Sfide antropologiche di oggi, una lettura di Pierre Teilhard de Chardin per una evangelizzazione rinnovata a 50 anni dal Concilio Vaticano II”. Quasi per caso ho sotto gli occhi da giorni alcuni testi di questo gesuita che in certi ambienti viene presentato come un uomo di grande fede e, nello stesso tempo, un esimio scienziato. Mentre altri lo bollano come un pessimo scienziato, ed un ottimo eretico. Ebbene, per provare a capirci qualcosa, partirò citando alcune sue riflessioni. Vediamo prima lo scienziato: “Sotto il peso di testimonianze convergenti raccolte presso uomini molto diversi, vedo crescere la possibilità di un’altra ipotesi: che i cinesi cioè siano dei primitivi arrestati, degli ‘infantili’ la cui stoffa antropologica sarebbe inferiore alla nostra…Inoltre la loro massa emana una insuperabile forza di livellamento e di ‘dissoluzione’. Tra loro, tutto ciò che tende ad elevarsi viene immediatamente riportato a zero. Tutto ciò che vive a lungo in mezzo a loro è psicologicamente sminuito, snervato…Né l’atteggiamento cristiano dell’amore di tutti gli uomini, né le speranze umane di una società organizzata debbono farci dimenticare che lo ‘strato umano’ non è, forse, omogeneo. In tal caso bisognerebbe trovare per i cinesi, come per i negri, una funzione speciale che forse non è (per impossibilità biologica) quella dei bianchi”.
Sinceramente, leggendo uno che parla di “stoffa antropologica” e amenità simili, è difficile non sposare, anche un po’ alla cieca, il giudizio assai negativo sulle conoscenze scientifiche di Teilhard del suo contemporaneo e biologo francese Jean Rostand. Passiamo al sacerdote e teologo, cui dovremmo affidarci per una “evangelizzazione rinnovata”. Sempre nell’opera citata (Lettere inedite, 1926-1952, il Saggiatore), scrivendo ad amici vari Teilhard rivendica una “nostra visione moderna di Dio” che si oppone ad una “enciclica abbastanza fondamentalista” (si riferisce alla Humani generis, di Pio XII) così come al dogma dell’Assunzione di Maria. Qui occorre aprire una piccola finestra sulla concezione teologica del sacerdote francese, che non esita a presentarsi come l’uomo che Roma dovrebbe ascoltare per capire davvero, per giungere finalmente al “meta-cristianesimo”.
Due pensatori cattolici come E. Gilson e J. Maritain, senza lasciarsi ingannare dal “bel vocabolario”, dalla “Grande Favola”, dai “neologismi patetici” e immaginifici del gesuita (“Cristo Cosmico”, “punto Omega del divenire” ecc.) non esitano a definire le dottrine di Teilhard “gnosi teilhardista” e “theology-fiction”. In particolare Maritan riporta un passo significativo di una sua lettera a Leontine Zanta: “Ciò che sta dominando i miei interessi e le mie preoccupazioni interiori, lei lo sa già, è lo sforzo di stabilire in me, e diffondere intorno a me, una religione nuova (chiamiamola pure un migliore Cristianesimo), in cui il Dio personale cessi di essere il gran padrone neolitico di un tempo per divenire l’anima del Mondo che il nostro stadio religioso e culturale invoca”.
“Religione nuova”, “anima del Mondo”: quale legame con la dottrina di un Creatore trascendente che si è Incarnato per salvare l’uomo dal peccato? Scrive ancora Teilhard nel 1953: “Ciò che fa vivere il Cristianesimo non è il senso della Contingenza del creato, bensì quello del mutuo completarsi del mondo e di Dio”.
Difficile, alla luce di questa e di mille altre dichiarazioni dal sapore evidentemente panteista, non concordare con il cardinal Alfredo Ottaviani, secondo il quale il gesuita identifica Gesù Cristo con il cosmo, mescolando panteismo, evoluzionismo in salsa metafisica e tematiche hegeliane (del tipo: “senza il mondo Dio non è Dio”).
Quanto alle altre verità di fede, continua Maritain, richiamandosi allo studio di Claude Tresmontant, “Le Père Teilhard de Chardin et la Théologie”, alle confidenze con Gilson e ad alcuni scritti del cardinal Journet, Teilhard “estrapola dal linguaggio scientifico una pseudo filosofia e una pseudo teologia”; non accetta pienamente il concetto di creazione; fa nascere l’anima dall’evoluzione, ad opera della materia, e non nell’evoluzione, ad opera di Dio; definisce erroneamente l’Incarnazione come una “immersione nel molteplice”; unisce in un vincolo necessario, negando la gratuità della Salvezza, mondo ed Incarnazione; accantona l’idea tradizionale di peccato; stravolge l’idea di Redenzione (a che un Cristo che si lascia crocifiggere in un mondo che procede esso stesso verso il punto Omega?); spinge i cristiani all’idolatria del progresso, ad “inginocchiarsi davanti al mondo” dimenticando l’esistenza del male e il ruolo di Satana nella storia…
Come Maritain la pensa Roma, e Teilhard viene sospeso dall’insegnamento nel 1926; nel 1927 la Santa Sede nega l’imprimatur al suo Milieu divin e nel 1939 bolla come eterodosso il suo L’Energie humaine. Seguiranno altri quattro provvedimenti contro le sue dottrine, tra il 1947 e il 1955. Teilhard per una nuova evangelizzazione. No grazie, ha già dato… Il Foglio, 8 novembre 2012
Roba da non credere, se questa è la Nuova Evangelizzazione..
Il domenicano Jacques Arnould, che a de Chardin ha ricercato ampie ricerche, è arrivato a ben altra conclusione:
“Teilhard emerge come un vero gigante della fede. E’ sbagliato o eccessivo aggiungere, ora che siamo giunti al termine, come un gigante dell’amore e della speranza?” (Jacques Arnauld OP, TEILHARD DE CHARDIN. ERETICO O PROFETA?, Lindau 2009, p. 453).
E se così non fosse, Papa Benedetto XVI non avrebbe certo sposato la visione escatologica di Teilhard, nel suo discorso ad Aosta del 2009!
Ma giocare all’educanda scandalizzata è sempre più semplice e vantaggioso che affrontare la fatica dello studio serio. Per fortuna, il Vicario di Cristo ci guida su ben altra strada.
Laura T, nelle parole pronunciate dal Papa ad Aosta nel 2009, (tra l’altro dette in un’omelia pronunciata a braccio, che non godono certo di infallibilità, che non sono né magistero straordinario né magistero ordinario per cui sarebbe lecito dissentire dal Papa stesso, senza mancare minimamente di rispetto al Santo Padre) Benedetto dice di condividere la visione paolina di una liturgia cosmica che ha avuto ANCHE Teilhard de Chardine: e allora? SU qualcosa si può essere d’accordo anche con il nostro più strenuo avversario, senza per questo condividerne in toto il pensiero. Persino io che sono anticomunista da sempre condivido alcune cose che dice Marx, l’altroieri quando Marco Rizzo criticava l’Europa delle banche e il governo Monti ad esso asservito, mi sono trovato ad essere d’accordo con lui, significa che sono comunista come lui?? Le assicuro di no.
Resta il fatto che il monitum del Sant’Uffizio del 1962 così recita: « esortiamo tutti gli Ordinari e i superiori di Istituti Religiosi, i Rettori di Seminari e i Direttori delle Università, a difendere gli spiriti, particolarmente dei giovani, dai pericoli delle opere di Pierre Theilard de Chardin e dei suoi discepoli». Ratzinger non ha mai cancellato tale monitum, eppure come prefetto della CDF avrebbe ben potuto farlo, forse significa che, al di là del fatto che possa concordare su qualche aspetto, dei dubbi sul gesuita in questione li ha pure lui.
Inoltre Agnoli ha citato alcuni passi di Theilard: secondo lei sono cattolicamente condivisibili? Secondo me no, personalmente la penso come il Sant’Uffizio, inoltre la prima citazione mi sembra pure un po’ razzista, figlia di quel positivismo che ancor oggi sta causando un sacco di danni. Aggiungo poi che Maritain, che lo critica sì persantemente, oltre ad essere amico personale di Paolo VI era tutto fuorché un oscuro conservatore come certamente lei sa, quindi è lecito ad Agnoli, a Mont o a me avere dei dubbi sull’ortodossia del gesuita senza essere etichettati come “educande scandalizzate”?
Concludo dicendo che nel 2005 Ratzinger ha ospitato a Castel Gandolfo Hans Kung, e conosceva bene e ha frequentato pure per qualche tempo Karl Rahner e da ciò cosa deduciamo? Che Kung o Rahner sono dei cattolici ortodossi e il Papa condivide il loro Pensiero? Basta leggere qualcosa di Ratzinger per capire che siamo distanti mille miglia da ciò…
Hai ragione Laura, Maritain, Gilson, Tresmontant, Journet…massimi nomi della filosofia francese, giocano all’educanda…così pure il sant’Ufficio, per 50 anni… Quanto ai cinesi, sono inferiori come i negri: ha certamente ragione lo scienziato Teilhard!
ps il vicario di Cristo Pio XII ha demolito Teilhard in una enciclica
A me non sembra un caso che nello stesso periodo ci celebri l’eretico Teilhard de Jardin e nregli USA vinca Barac Obama, anticattolico per eccellenza. E’ il fumo di satana nel mondo. Occorre pregare. Sì.
Il discorso di Aosta 2009 ha suscitato in effetti un certo clamore. Essendo un discorso a braccio com’è stato già osservato non obbliga in maniera particolare. Penso sia utile riportare il commento di Fabio Mantovani , apparso sul blog di Raffaella , essendo grande studioso – si potrebbe dire “fan” del gesuita, quindi al di sopra di ogni sospetto censorio:
“Ho letto anch’io con interesse ciò che Benedetto XVI ha detto a proposito di Teilhard de Chardin e ho visto che alcuni giornalisti e teologi hanno salutato con un certo entusiasmo questa Sua citazione.
Come autore del “Dizionario delle opere di Teilhard de Chardin”, traduttore per la Querinana dei due capolavori di Teilhard (Il fenomeno umano , L’ambiente divino) e per anni Presidente dell’Associazione Italiana TdC, non intravedo significative novità da parte del Magistero nei confronti del cosiddetto “gesuita proibito” (anche se il Monitum, dopo oltre mezzo secolo, è divenuto un nonsenso cfr.http://www.biosferanoosfera.it/scritti/MONITUM.pdf ).
La visione teilhardiana implica essenzialmente:
(1) un moto evolutivo ascendente e (2) un moto divino discendente, per sovra-umanizzare l’Uomo e per consentire all’Umanità di elevarsi sino al Punto Omega.
Si potrebbe parlare di “riabilitazione” di Teilhard se il Magistero ammettesse questa sua prospettiva evolutivo-teologica, ma in tal caso:
a. il Male dovrebbe essere “giustificato” in altro modo, perché l’evoluzione ascendente è in totale antitesi con il dogma del Peccato orginale commesso da una coppia realmente esistita. (Da notare che i guai per Teilhard cominciarono nel 1922 proprio con lo scritto “Nota su alcune rappresentazioni storiche possibili del Peccato originale”);
b. all’Incarnazione e alla Redenzione dovrebbe essere attribito un senso diverso.
Quand’era card., Ratzinger precisò infatti con chiarezza che l’accettazione della prospettiva teilhardiana capovolgerebbe la struttura del cristianesimo
(p 6 del doc. http://www.biosferanoosfera.it/scritti/SCIENZA%20%20FEDE.pdf e http://www.biosferanoosfera.it/scritti/PECCATO%20ORIGINALE%20E%20UOMO%20PRIMITIVO%20%20BIS.pdf ).
E allora perché Benedetto XVI ha menzionato positivamente un particolare concetto di Teilhard de Chardin?
Perché la visione teilhardiana viene ogni tanto smontata in pezzi per utilizzare ciò che può servire, come ha fatto il Card. Christoph Schönborn in un suo recente libro (http://www.biosferanoosfera.it/scritti/SCHONBORN%20E%20TdC.pdf ).
E’ però inevitabile che il senso delle idee teilhardiane non è più esattamente quello che avevano nel loro contesto originale: sono come tasselli distaccati da un unico, coerente mosaico.
Il vero, fondamentale problema che Teilhard de Chardin tuttora pone al Magistero è la necessità di un aggiornamento dottrinale, soprattutto riguardo alla rappresentazione del Peccato originale.
Cordiali saluti.
Fabio Mantovani”
(Personalmente non condivido la chiosa finale , ma questo non c’entra nulla)
Anche qui, sempre dello stesso autore:
“Di conseguenza, mentre è chiaro che Benedetto
XVI ha paragonato la liturgia cosmica di Teilhard a quella di Paolo, è arbitrario dedurre che
Egli consideri positivamente l’intera visione teilhardiana.
Perciò la “riabilitazione” di Teilhard de Chardin, ventilata da alcuni dopo l’omelia di Benedetto XVI, è fuori luogo”.
http://www.biosferanoosfera.it/uploads/files/6532fc4cd5c3da0daf314b3d5557fff36aa24d23.pdf
Tener conto delle critiche rivolte a Teilhard de Chardin da parte di due pesi massimi della filosofia come Gilson e Maritain è più che giusto. Ma se ci si limita a queste, allora si fornisce un’immagine incompleta, e di conseguenza sbagliata, del gesuita francese.
Per Teilhard de Chardin hanno avuto parole positive, seppur con i dovuti distinguo, sia Paolo VI che Benedetto XVI.
Paolo VI: “… ha dato una spiegazione dell’universo e, tra tante fantasie, tante cose inesatte, ha saputo leggere dentro le cose un principio intelligente che deve chiamarsi Iddio.”
Ratzinger, oltre all’omelia già ricordata in altri commenti, nel 1969, in un breve saggio sulla teoria dell’evoluzione scrisse: “In Teilhard de Chardin su questa questione si trova la seguente brillante osservazione: “Quel che differenzia un materialista da uno spiritualista non è più il fatto che egli ammette un passaggio tra infrastruttura fisica e sovra-struttura fisica delle cose, ma solo che egli situa a torto il punto di equilibrio definitivo del movimento cosmico dalla parte dell’infra-struttura, cioè del decadimento”. Sui dettagli di questa formulazione si potrà sicuramente discutere; ma l’essenziale mi pare colto in maniera esatta: l’alternativa tra materialismo e contemplazion e del mondo informata spiritual mente, tra caso e senso, si presenta a noi oggi nella forma della domanda se si consideri lo spirito e la vita nelle sue forme evidenti solo come una muffa casuale sulla superficie del materiale (cioè dell’esistente che non comprende se stesso) oppure come scopo di quello che accade e perciò al contrario si consideri la materia come antefatto dello spirito. Se si sceglie la seconda opzione, è chiaro che lo spirito non è un prodotto casuale dello sviluppo della materia, ma che piuttosto la materia rappresenta un momento nella storia dello spirito. Questa però è solo una diversa espressione dell’affermazione che lo spirito è creato e non è puro prodotto dello sviluppo, anche se si manifesta alla maniera dell’evoluzione.”
Teilhard de Chardin fu persona di grande spiritualità e restò sempre fedele alla Chiesa, e pronto ad obbedire quando il suo pensiero veniva riconosciuto erroneo e di conseguenza censurato. Teilhard cercò di sviluppare una cosmologia che da una parte fosse fedele al dato scientifico di un universo globalmente in evoluzione, e che dall’altra conducesse ad una visione Cristocentrica in cui l’intera creazione fosse sottomessa a Cristo e trovasse il principio primo ed il fine ultimo del suo sviluppo in Cristo stesso. È chiaro che la comprensione e l’esposizione di una tale visione è un compito difficilissimo e pericoloso, ma Teilhard ne era perfettamente consapevole; infatti egli non considerava affatto il suo pensiero come un sistema chiuso e compiuto, ma soltanto come l’indicazione di una via di ricerca che sperava molti altri avrebbero poi lentamente proseguito; per questo accettò sempre di buon grado le decisioni dell’autorità ecclesiastica nei suoi confronti. Ma ecco perché la sua opera merita ancora di essere studiata. Tutto questo era onestamente ammesso da Teilhard, come risulta dai suoi dialoghi con il Beato Gabriele Allegra, il quale condivideva lo spirito di fondo della ricerca teilhardiana: link
Il Monitum del Sant’Uffizio è un provvedimento prudenziale, ma il pensiero di Teilhard merita di essere studiato. Anche verso il Beato Rosmini il Sant’Uffizio fu costretto ad intervenire, ma in seguito il suo pensiero venne chiarito e le censure ritirate. Non si può quindi pensare di squalificare con poche battute la figura di Teilhard, che deve invece essere studiata con calma, e quindi ben venga il convegno alla Gregoriana.
In questa pagina link don Giuseppe Tanzella Nitti, docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università della Santa Croce e responsabile del portale di Documentazione Interdisciplinare di Scienza e Fede, spiega le ragioni per cui valga la pena oggi interessarsi a Teilhard de Chardin, pur ricordando il Monitum: “il credente che desideri accostarsi alle opere di Teilhard lo faccia dall’interno di un quadro teologico nel quale una precisa conoscenza dei principali contenuti della Rivelazione non solo lo protegga dall’estrapolare o dal fraintendere il pensiero dell’Autore, ma possa addirittura aiutarne una comprensione matura, chiarendo ciò che nel linguaggio esperienziale e mistico del pensatore gesuita potrebbe restare dogmaticamente incompiuto. Sarà probabilmente il tempo a dirci, come avvenuto in occasione di altri autori, se una nuova contestualizzazione del pensiero di Teilhard potrebbe mutarne il sobrio ma significativo giudizio disciplinare, e su quali aspetti della sua sintesi intellettuale i Pastori della Chiesa vorranno eventualmente intervenire, se lo riterranno opportuno, con ulteriori indicazioni.”
Infine, a proposito del razzismo, il fatto che Teilhard non sia riuscito a liberarsi di certe categorie che purtroppo dominavano nel pensiero scientifico dell’epoca, non basta certo per rifiutare in blocco tutta la sua vastissima riflessione. L’apologetica popolare, anche in questo sito, esalta spesso la figura di Alexis Carrel, che certamente di grandi meriti ne ha avuti, eppure egli fu un sostenitore aperto dell’eugenetica, anche dopo la conversione ed anche dopo la fine del nazismo. Pertanto penso che su Teilhard ci voglia più equilibrio che invece, a mio modesto avviso, da questo articolo traspare poco.
scusate, ho dovuto togliere i link perché altrimenti non mi faceva pubblicare il post, come potrei fare ad inviarli?
Nel sondaggio effettuato da Marilyn Ferguson, autrice di “The Aquarian Conspiracy” (da molti ritenuto la “bibbia” del movimento New Age), Teilhard de Chardin si trova al primo posto tra le persone ispiratrici.
Alla fine del 1977, la Ferguson aveva interpellato 210 “persone impegnate nella trasformazione sociale”, che chiamò “Aquarian Conspirators” inviando loro un questionario.
Così scrive la Ferguson nel suo libro: “Quando fu chiesto agli interpellati il nome di individui le cui idee avevano esercitato su di loro una qualche influenza, sia attraverso un contatto personale sia mediante i loro scritti, i più citati furono, in ordine di frequenza, Pierre Teilhard de Chardin, C.G. Jung, Abraham Maslow, Carl Rogers, Aldous Huxley, Roberto Assagioli e J. Krishnamurti”.
Pure San Francesco è preso a modello da molte persone che con il cattolicesimo hanno ben poco a che spartire. Non credo però che questo sia motivo di critica verso San Francesco stesso.
Come al solito l’gnoranza e la superficialità la fanno da padrone !
“Sinceramente, leggendo uno che parla di “stoffa antropologica” e amenità simili, è difficile non sposare, anche un po’ alla cieca, il giudizio assai negativo sulle conoscenze scientifiche di Teilhard del suo contemporaneo e biologo francese Jean Rostand. Passiamo al sacerdote e teologo, cui dovremmo affidarci per una “evangelizzazione rinnovata”.
1) Teilhard de Chardin non è uno scienziato per le opere che ha scritto di riflessione del suo modo di vedere le cose, a cui erroneamente tutti si riferiscono, ma per le opere relative al suo lavoro durato 50 anni, sul campo, di geologo e paleontologo raccolte in ‘Pierre Teilhard de Chardin L’ Oeuvre Scientifique’ composto da 10 volumi più uno di mappe (Walter-Verlag, 1971)
2) Lui non si è mai definito ‘Teologo’, nè tantomeno viene considerato così da coloro che prima di parlarne, ne hanno letto le opere non scientifiche.
3) Per quanto riguarda invece le esternazioni di Aosta di Benedetto XVI, vorrei far notare a chi le ritiene estemporanee e non rappresentative del pensiero di Ratzinger, che lo stesso quando era teologo riconosciuto, e professore a Tubinga tenne le sue lezioni di teologia anche su Teilhard de Chardin di cui apprezzava il pensiero prova ne è il suo testo che raccoglie le suddette lezioni (Introduzione al Cristianesimo, Queriniana 1969).
4) Se per giudicare un pensiero ci dovessimo basare esclusivamente su chi, godendo di una certa notorietà, non lo accetta, non avremmo più alcun pensiero valido. Vi sono anche altri che hanno commentato negativamente il pensiero Teilhardiano oltre a Rostand, Gilson e Maritain. Infatti lo stesso suo confratello Hans Urs Von Balthasar si è espresso negativamente sul suo pensiero (non scientifico ovviamente) ma per una lettura teologica che Von Balthasar ne ha fatto. Viceversa vi sono personaggi come Henry de Lubac, anche lui teologo e gesuita come il precedente, che invece riteneva degno di studio il pensiero teilhardiano, o Bruno de Solages, rettore dell’Istituto Cattolico di Tolosa che certamente ne ha apprezzato l’opera, e come già detto sopra, lo stesso Ratzinger che non mi sembra una voce con minor capacità critica di Rostand, o di Gilson, o di Maritain.
Pertanto prima di lanciare strali dall’alto dell’olimpo del sapere, bisognerebbe conoscere meglio l’argomento su cui si vuol sentenziare !
Gli strali li hanno lanciati il Sant’Uffizio, Maritain e Gilson..se vuoi prendertela con loro… e spiegargli che sono dei poveri ignoranti…
“Sinceramente, leggendo uno che parla di “stoffa antropologica” e amenità simili, è difficile non sposare, anche un po’ alla cieca, il giudizio assai negativo sulle conoscenze scientifiche di Teilhard” (…) “Difficile, alla luce di questa e di mille altre dichiarazioni dal sapore evidentemente panteista, non concordare con il cardinal Alfredo Ottaviani”
“Gli strali li hanno lanciati il Sant’Uffizio, Maritain e Gilson” … mi sembra siano in buona compagnia…