Per Matteo Renzi Dante è di sinistra. Potrei rispondere, in compagnia di Giambattista Salinari (1909-1973), che invece Dante è di destra e conservatore in quanto «respinge la rivoluzione economica e sociale che era avvenuta durante il secolo XIII, respinge il nuovo spirito mercantile, l’urbanesimo, la liquidazione o limitazione dei diritti feudali, la nuova civiltà più mobile, spregiudicata, raffinata che si veniva formando […] e sembra guardare indietro, al passato del feudalesimo e del Medioevo»; potrei farlo aggiungendo molto altro, ma preferisco astenermi dal buttarla, ancora una volta, in politica. Perché l’opera del Sommo Poeta, a partire da quella Divina Commedia «sessista, antisemita e islamofoba» – così la definiscono quelli di Gherush92, organizzazione accreditata presso l’ONU – , non va etichettata ma letta, studiata, amata.
Resterebbe il Dante grande iniziato , almeno secondo alcuni. In tal caso , in tale accezione , più che correre in soccorso del sommo poeta , si dovrebbe mettere qualche avvertenza sulla natura esoterica dell’opera.