Due candidati minori alle presidenziali francesi sono dichiaratamente massoni: Jean-Luc Mélenchon, candidato dell’estrema sinistra, fa parte del Grande Oriente, mentre Corinne Lepage, dei Verdi – e moglie dell’ex ministro dell’Ambiente, massone e vicino alla CIU, Christian Huglo –, è stata iniziata nella Gran Loggia Femminile, un’obbedienza di sole donne, anche se dal 2010 lo stesso Grande Oriente ammette le donne. Se queste sono curiosità, è più interessante notare che Le Point, mettendo in conto querele e smentite che afferma di non temere, contra tredici massoni nell’entourage immediato di Nicolas Sarkozy, compresi i ministri dell’Economia, François Baroin, del Lavoro, Xavier Bertrand, della Difesa, Gérard Longuet, dell’Interno, Claude Guéant, della Giustizia, Michel Mercier, dello Sport, David Douillet, delle Relazioni con il Parlamento, Patrick Ollier, della Cooperazione Internazionale, Henri de Raincourt e dell’Educazione, Luc Chatel.
Gli ultimi due ministeri nella storia francese sono stati quasi sempre affidati a massoni: ma, come si vede, con Sarkozy è tutto il governo che sembra piuttosto una grande loggia. E molti di questi ministri sono vicini alla misteriosa CIU, che non va necessariamente d’accordo con l’obbedienza massonica più numerosa e potente in Francia, il Grande Oriente. Quanto a Sarkozy, bisognerebbe ancora ricordare il rapporto specialissimo del presidente con l’ex Gran Maestro del Grande Oriente Alain Bauer, e la sua vecchia abitudine – curiosa per chi dichiara di non essere massone – di firmare facendo seguire al suo nome tre puntini, come fanno i «fratelli», le lettere che da Ministro dell’Interno inviava ai sindacati di polizia, dove praticamente da sempre tutti i dirigenti sono massoni.
Se dovesse vincere François Hollande, il candidato socialista cui sembrano andare le simpatie del Grande Oriente, le cose dal punto di vista massonico non cambierebbero. Nella squadra che gestisce la campagna elettorale di Hollande, Le Point conta dieci massoni, fra cui il presidente del Senato Jean-Pierre Bel, gli ex ministri Michel Sapin e Jean-Yves Le Drian, il sindaco di Lione Gérard Collomb e il responsabile della comunicazione del candidato socialista, Manuel Valls.
Di fronte a questa proliferazione di «fratelli» chi diffidasse della massoneria in Francia potrebbe essere tentato di votare per il candidato centrista François Bayrou o per quella di destra Marine Le Pen. Ma anche qui, assicura Le Point, le logge hanno preso le loro precauzioni. Accanto a Bayrou, ascoltato consigliere, c’è l’ex senatore e membro della Corte dei Conti Alain Lambert, che viene dalle stesse logge dove è nata la misteriosa CIU. Dai medesimi ambienti proviene pure Dominique Paillé, già portavoce dell’UMP, il partito di Sarkozy, che non fa parte della squadra di Bayrou ma ne ha fatto il vincitore delle elezioni presidenziali nel suo romanzo Panico all’Eliseo ed è piuttosto influente negli ambienti che sostengono il candidato centrista.
Quanto a Marine Le Pen, fa parte della sua squadra l’avvocato – che compare spesso nei grandi media francesi – Gilbert Collard, iniziato nella Gran Loggia di Francia e passato poi alla Gran Loggia Nazionale Francese, l’obbedienza più «tradizionalista – dal punto di vista massonico, s’intende – che è stata il terreno di coltura della misteriosa CIU. Molta acqua è passata sotto i ponti da quando negli anni 1980 il Grande Oriente minacciava di espulsione non solo gli iscritti al Fronte Nazionale, allora guidato dal padre di Marine Le Pen, ma anche chi accettava il sostegno del partito di estrema destra, come l’ex-ministro Jean-Pierre Soisson che aveva cercato i voti del Front National per conservare la carica di presidente del Consiglio Nazionale della Borgogna. Forse non se ne farà nulla, ma il Grande Oriente ha dibattuto seriamente l’idea d’invitare Marine Le Pen a una riunione di «loggia bianca» a porte chiuse per esporre il suo programma ai «fratelli», come faranno gli altri candidati: un’idea che sarebbe stata impensabile fino a pochi anni fa.
Certamentenon tutte le obbedienze francesi la pensano allo stesso modo, su molti temi. Ma ci sono dei fili che le uniscono e alla fine, nella politica francese, la massoneria riesce sempre a contare più che in altri Paesi. Se l’influenza massonica sulle cose politiche è forse in crisi altrove, i centocinquantamila massoni francesi sono decisi a mantenerla come caratteristica specifica del loro Paese.
La Francia è un feudo della massoneria fin dai tempi della rivoluzione francese. Non solo lo stato ma anche i giornali e tv… sono tutti in mano alla massoneria.
La democrazia in questo paese è una pura parvenza.
Sappiamo tutti che la situazione italiana è peggiore, solo si preferisce guardare altrove per evitare sgradevoli vendette. I due ultimi inquilini del Colle portano il grembiulino. Del Governo poi è inutile parlare. Voglio solo riportare un brano di un intervista all’on. Rotondi. Ha detto che vedendo la composizione governativa gli tornò in mente una battuta pronunciata da D’Alema quando stavano esaminando la lista dei ministri del Governo Dini: ” un pò di massoni nel governo vanno bene, ma tutti i ministri massoni, no!”. Quel Governo fu messo in piedi da un Presidente non massone ma che obbediva a certe direttive perché, pare, fosse sotto ricatto. Si parlava di un fascicolo giudiziario, relativo al reato di finanziamento illecito ai partiti, che la Procura di Milano teneva sulla scrivania, pronto ad essere aperto all’occorrenza. Quel fascicolo era intestato, genericamente, “deputato di Novara.
Saluti
Paolo